Effetto serra
Lui di domenica non riposa, semina.
Fidenato. Ripudiato dal consiglio di stato, semina in serra e in segreto luogo.
Sempre il suo preferito, Mon810.
Così, tanto per continuare il pressing mentre guarda alla corte europea di giustizia la quale già a suo tempo sentenziò a suo favore decretando che non era necessaria autorizzazione per la semina di ciò che è già autorizzato ai sensi dell’articolo 20 del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo ecc. ecc.
Nel mentre che si riesca a mettere a punto una normativa nazionale che stia in piedi, la corte europea potrebbe, in virtù del diritto comunitario ancora considerare come illegittimi sia il decreto ministeriale che vieta la semina di ogm che la recente sentenza del consiglio di stato? Potrebbe.
Intanto però sono tutti contenti; Pecoraro Scanio vorrebbe che il principio no-ogm fosse inserito nella costituzione.
I sì-ogm invece consigliano di mettere il cuore in pace perchè, citiamo: “… gli ogm prima o poi li dovremo accettare, quando non lo so, ma è sicuro, i motivi sono questi: 1° come italiani e come importatori del 50% delle derrate alimentari che mangiamo ci troveremo nell’impossibilità di imporre le nostre scelte, pena il pagare le importazioni molto più care, ammesso che si trovi ciò che pretendiamo di trovare. Inoltre saremo sotto la spada di Damocle di ritorsioni continue da parte degli stati che producono derrate e che noi non vogliamo comprare. (siamo membri dell’OMC!)…” Il punto 2° di questo ragionamento secondo il quale volenti o nolenti arriveremo al gm è che “la nostra genetica non è adeguata a poter creare varietà nazionali non ogm di produttività pari a quelle che producono ora le multinazionali allo stato non ogm. Già ora siamo totalmente dipendenti di sementi di varietà agrarie dall’estero e quindi loro per ritorsione ci forniranno sementi di costituzione vecchia...” ( il grassetto è nostro).
Poveracci noi sottoposti ad una sorta di “seminare e punire” inflitto dalle multinazionali sementiere se non ti adegui a ciò che passa il convento.
Una condanna per l’agricoltura costretta a marciare al ritmo dell’industria e con la stessa logica: produttività sostenuta e ipersfruttamento di tutto quello che sta intorno: dal suolo all’ambiente. E poi c’è pure la beffa che se il raccolto va bene, come nel caso del mais di quest’ultima stagione, che per via delle piogge che non finivano più, è venuto su che era un piacere, poi, per logiche di mercato, si è trovato una quotazione nettamente ribassata, quindi dut lavor di bant.
No, la questione degli ogm è proprio una questione di orientamento: o si considera che l’esaurimento del suolo, l’inquinamento e fenomeni climatici estremi da questo indotti ci obbligano comunque a cambiare senso o si continua con quella sommatoria di errori disastrosi di cui l’ultimo dovrebbe sempre essere il rimedio a quelli precedenti.
Gli ogm, secondo la sloganistica corrente dovrebbero essere il rimedio a tutti i prodotti chimici usati finora. E, secondo questa progressione migliorativa, ogm supera ogm… prossima stazione la biologia sintetica.
Ne è entusiasta Roberto Defez (Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche) padrino dell’ogm italian lifestyle il quale commenta entusiasta un risultato sperimentale riportato su Nature da un gruppo dell’Università della California. Ecco le prime ‘vere’ piante Ogm; modificate in quasi tutto e per tutto; riprogrammate dal metabolismo alla struttura.
Spiega Defez con parole sue: “…Se fosse una macchina, potremmo dire che: ”non si tratta di mettere uno specchietto retrovisore in più o in meno, (cioè un solo gene, ndr)come è stato fatto finora, ma di modificare il modo di cambiare le marce”. Per Defez non è facile che l’intervento dia subito ”soddisfazioni” ma apre un percorso che avvicina alla biologia sintetica. ”In futuro – sottolinea – si potrebbero fare interventi di biologia sintetica, regolando i geni delle piante attraverso molecole sintetiche fornite da noi”
Altrochè un solo gene mutuato da altra specie sul quale fior di scienziat* stanno ancora a chiedersi quali siano le effettive conseguenze sanitarie ed ambientali…
L’Unione europea poi, andrà in totale fibrillazione autorizzativa; già oggi non sa esattamente a quale base legale fare riferimento per dire sì o no agli ogm che bussano alle porte dell’Europa; non sa se l’opinione dei governi può avere lo stesso peso degli studi scientifici, se l’ultima parola debba spettare agli stati membri con o senza l’accordo del parlamento europeo o se i singoli governi possono avere propria discrezionalità, come dovrebbe essere per la coltivazione… mentre 13 richieste attendono il via per importazione e trasformazione e 8 per la coltivazione….
Pressa e corre l’industria biotech, e corre anche la progressione negativa verso la fine dell’ambiente innescato dall’iperproduttività monoculturale; come la storia del soldato che corre a Samarcanda per sfuggire alla morte; e più corre più prima l’incontra.
Paradossalmente, per questa smania colturale intensiva di mais, tradizionale o trans, un domani, avendo finito il suolo perchè saturato di pesticidi e nitrati, ci troveremo tutti a seminare nei vasetti della serra assieme a Fidenato.
Che spasso!