24 settembre, giornata di solidarietà con il popolo Kurdo
Questo il nostro contributo alla giornata di ieri, concretizzata in un presidio a Udine
Perchè siamo qui?
Perchè solidarizziamo e sosteniamo il popolo Kurdo in lotta.
Perchè I Kurdi sono riusciti ad individuare la soluzione al problema.
Quale problema?
Il problema di come percorrere e praticare una strada diversa da quella del sistema “democratico”, neoliberista, eurocentrico e statocentrico che lo sta portando verso una spettacolare sconfitta.
Così scrive Hawzhin Azeez in un importante documento che vi invitiamo a leggere (*)
Invece il sistema di cui sopra, piuttosto che guardare a sé ed ai suoi macroscopici disastri, li perpetua combattendo il popolo Kurdo, nei secoli renitente ad essere assimilato, turchizzato, arabizzato o persianizzato, e lo combatte tanto più quanto questo riesce a creare un’alternativa ed una via di uscita dalla società del dominio.
L’occidente in particolare, con la sua lunga storia di fascismi, nazismi e colonizzazioni, rappresenta una fetta cospicua della società del dominio. Innanzitutto del dominio di un popolo su un altro.
Con la creazione forzata e violenta di identità nazionali immaginarie e costrutti mitici che inneggiano a “una storia, una nazione, una lingua, una bandiera” cioè con l’essenza degli stati- nazione moderni.
Il confederalismo democratico messo a punto nella rivoluzione della Rojava ha tentato di risolvere il problema della convivenza de* divers* (etnie, religioni, popoli, sessi), non nella oppressiva assimilazione ma nella valorizzazione delle diversità che si può concretizzare solo al di fuori della struttura statale.
Una cosa che l’occidente animato dal turbocapitalismo di rapina non ha mai né voluto, né saputo fare, perchè la sua miserrima democrazia patriarcale e statocentrica non sa far altro che erigere muri, costruire prigioni, perpetuare deprivazioni, fomentare sessismi ed affogare nelle proprie ipocrisie.
L’ipocrisia eurocapitalista censura i massacri che stanno avvenendo sul popolo Kurdo, in questo momento, per mano della Turchia con il beneplacito degli USA ed il via libera della Russia, perchè è con la Turchia, il secondo esercito della Nato, che si possono contrattare ancora interessi economici e di gendarmeria antiimmigrati, non con donne e uomini guerriglier* di un popolo senza stato.
Ma sono quest* guerriglier* che hanno combattuto veramente l’isis, sono queste donne e questi uomini che hanno realizzato una democrazia degna di tale nome, laica, multireligiosa, non patriarcale e non sessista; sono queste donne che hanno scelto e praticato l’autodifesa fulcro fondamentale per l’autodeterminazione, la convivenza e l’autorganizzazione.
Sono queste donne e questi uomini che hanno capito che senza una società ecologica ormai non c’è futuro.
Sono loro che la Turchia, paese cerniera tra oriente ed occidente, nei fatti mandatario di quest’ultimo, deve fermare. L’operazione “Scudo dell’Eufrate”, cioè il massacro dei Kurdi (“la più grande operazione della storia contro le milizie curde…” ha detto qualche tempo fa il ministro degli esteri turco al momento dell’azione militare nel nord della Siria); è fatto per far sì che l’esperienza della Rojava non possa estendersi, che sia cancellata l’esperienza di libertà che un popolo ribelle, tra i più bombardati nella storia, è riuscito a realizzare.
Per questo siamo qui a solidarizzare, sostenere, raccontare e denunciare quello che sta avvenendo in quelle zone del Kurdistan; perchè loro hanno provato a darsi una soluzione mentre qui ogni giorno noi vediamo e misuriamo il fallimento della democrazia neoliberista nel neoschiavismo del lavoro, nelle privatizzazioni dei beni comuni, nelle deportazioni e nelle esclusioni de* migranti, nelle guerre neocoloniali (Iraq, Afghanistan…) nell’ascesa dell’isis, (la creatura sfuggita di mano al suo creatore) nella militarizzazione conseguente e, ultimo, ma non il meno importante: nella devastazione ambientale per consumo di risorse, inquinamento e cambiamento climatico: il colpo finale di questa spettacolare sconfitta che ci si rifiuta di ammettere come scrive mirabilmente Hawzhin Azeez.
E’ a fronte di questo che la rivoluzione del Rojava rappresenta una strategia di libertà che non smetteremo mai di sostenere. Sì, viva Rojava!
(Non più la Questione Kurda, ma l’Alternativa Kurda: lo trovate qui: https://dakobaneanoi.noblogs.org/post/2016/09/02/il-macellaio-erdogan-i-suoi-complici-e-lalternativa-kurda/)
Dumbles-feminis furlanis libertaris [dumbles.noblogs.org] 24settembre2016