Una mostra per l’estate

Circondati da mostri politici (1 e 2), come siamo, c’è una mostra che a molti farebbe bene vedere.

Quella con le foto di Alessandro Grassani in corso a San Vito al Tagliamento (qui le coordinate).

Con le immagini descrive la tragedia dei profughi ambientali; racconta cheLa migrazione ambientale è un ordigno inesploso: in futuro l’intero pianeta dovrà fare i conti con questo grave problema economico e sociale. Nel 2050 una persona su 45 sarà un migrante ambientale – complessivamente 200 milioni di persone…”

Durante i primi sei mesi del 2019, secondo IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) ci sono stati oltre 950 eventi meteorologici estremi che hanno determinato lo sfollamento di 7 milioni di persone; il numero più alto mai registrato.

Mentre scriviamo in Yemen, le case millenarie di fango essiccato di Sana’a collassano sotto le anomali piogge torrenziali e, per stare un po’ più vicino ed assaggiare qualcosa sul territorio nazionale, 75 persone sono state sfollate in Valle d’Aosta per la minaccia di distacco e crollo del ghiacciaio Planpicieux dal massiccio del Monte Bianco.

Piccoli profughi crescono. Soprattutto nella relazione effetto serra – effetto guerra che già si aggancia alle migrazioni dell’oggi.

La mostra proposta da Grassani evidenzia le prospettive del futuro, ma ci aiuta anche a capire meglio l’oggi, ovviamente per chi vuole capire e non si ferma al dato estetico, anche se crudo, delle immagini esposte.

La politica populista di derivazione fascista e razzista fa di tutto per impedirci di capire e vedere da dove vengono le persone che vengono. Il suo lavoro è costruire una sensibilità condizionata dall’odio affinchè porti chiusi, muri, militari e respingimenti sembrino le uniche soluzioni possibili. Loro le propongono, le rivendicano, le costruiscono.

Continuando a finanziare i torturatori libici, a creare microcosmi concentrazionari, infine, ad indicare il migrante come l’infetto.

Ma la migrazione non si arresta. Non solo nel senso che non si ferma ma anche nel senso che non si può imbrigliare e governare manu militari a meno di non scadere in una logica subumana. Pure il sistema turbocapitalista che l’ha creata con le disuguaglianze economiche, la rapina ambientale, il cambiamento climatico, è arrivato al dunque.

Infine saremo un po’ tutt* migranti ambientali, e senza avere nemmeno un altrove verso cui andare.

Change – Environmental Migrants – The last illusion”; cambiamento, è, sostanzialmente, il titolo della mostra.

Chissà cosa ci terrebbe a cambiare l’assessora regionale Tiziana Gibelli (Forza Italia) che l’ha inaugurata il 3 luglio…; lei, -giunta Fedriga-, che questo febbraio, commemorando in consiglio regionale, definì Craxi uno statista.

Undoubtedly, con questo po’ po’ di personalità, change, ‘e reste une biade ilusion; ma sta a chi guarda e capisce rovesciare l’ipocrisia e scacciare i mostri.

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