Fallo al centro – come scivolare sulla buccia di banana

Albero dei peni (Massa Marittima) Dal Medioevo.

A Monteprato di Nimis c’è stata la Festa degli Uomini.
Uomini, non quelli che, come nel linguaggio corrente, si rappresentano come maschile universale sottointendendo perciò anche le donne (pessimo vizio anche quello), ma uomini-uomini ridotti ai minimi termini della loro fisiologia: un pene, uno scroto, due testicoli.
E si prendono pure sul serio con un tocco di rispettabilità antropologica narrando della ultraquarantennale festa nata da un evento catastrofico come quello del terremoto del ’76 quando negli anni seguenti, a segnare un ritorno alla vita furono nascite di soli maschietti… che se nascevano femmine no maschio no party.
Fatto stà che il fato, amante del cromosoma Y, ha spinto la festa fino ai giorni nostri in cui l’ideona per l’esaltazione dell’organo erettile è stata la simulazione di falli/banana con fellatio praticata da donne bendate e inginocchiate con le mani dietro la schiena.
Guardare il video, probabilmente a molt*, fa schifo, anche a noi, ma a quelli e quelle che erano lì piaceva e si divertivano, e le donne organizzatrici erano convintone.
Una di loro intervistata al TG3 regionale si è detta scandalizzata non per le mangiatrici di banane ma per ben altre cose tipo la pubblicità che usa donne giovani per reclamizzare pneumatici, per le passerelle di miss italia e per le donne che vengono licenziate perchè incinta. La aspettiamo alla prossima manifestazione in tema.
Un altro organizzatore, in un video, dice che è una goliardata, una festa pulita con donne che partecipando esercitano la loro autodeterminazione.
E allora, proviamo a guardare dal punto di vista dell’autodeterminazione calato nella realtà: una donna che ama il fallo, “va con tutti” cioè con chi le pare ecc.: è una puttana; una donna che si veste come le pare, è una donna che “provoca”: è una donna che si può stuprare; una donna che rifiuta un uomo, pardon, un fallo per un altro, spesso è una donna da uccidere.
Bello sarebbe se tutte e tutti potessimo liberamente esternare le nostre passioni sessuali ed erotiche senza essere mess* all’indice e condannat* dalla morale corrente. W la biga, w la figa, come si scriveva sui muri una volta, e libertà per tutte, tutti e tuttx! Si potrebbe dire… Ma non si può fare, neanche a Monteprato di Nimis perchè comunque la si voglia girare, che sia volgare, umiliante, goliardica o meno, la festa degli uomini rimane una festa-farsa della società patriarcale che può continuare indisturbata e pure rinforzata anche grazie a questa banalizzazione, pardon,  bananizzazione stereotipata e deprimente delle relazioni fra i generi.

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