Braidotti, sei sicura?

Agnes Denes, Lower Manhattan, Wheatfield a confrontation,1982 1

Abbiamo conosciuto Rosi Braidotti a metà degli anni ’90, ai tempi di Sogetto Nomade 2 … Udine, Padova, Bologna.

Leggendo l’intervento di Rosy Braidotti sul Messaggero Veneto di sabato 30 agosto 2025, si evince che le sue dichiarazioni sono il risultato di una chiacchierata con quell’abile mstificatore di Giorgio Mattassi; dichiarazioni che non prendono in considerazione l’appello internazionale di oltre 800 scienziat* e  ricercat* impegnat* a trovare alternative diverse dalla costuzione della diga tra Dignano e Spilimbergo, che devasterebbe il territorio, senza risolvere i rischi a Valle, nella sua terra natia: Latisana. I comitati hanno lavorato in modo serio, approfondito e articolato, informando la popolazione attraverso molte iniziative pubbliche e collaborando con specialist*, che hanno partecipato anche a tavoli tecnici, dando il loro contributo per trovare alternative, che fossero in linea anche con le normative europee di rinaturalizzazione dei fiumi. L’ultima iniziativa si è svolta a luglio di quest’anno a San Giorgio di Nogaro, con il prof. Surian, preside del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova; relazione/assemblea che, sicuramente, non ha avuto un taglio new age, pagano o di ecologia profonda, ma ha posto in chiaro le criticità di coesistenza tra sapiens, corpo idrico, ecosistema, logiche di potere, interesse economico, capitalismo e sfruttamento incondizionato delle risorse naturali. I comitati non hanno mai negato che la pericolosità idraulica, a valle del fiume Tagliamento, fosse fortemente connessa con l’antropizzazione, non solo a monte; ricordiamo la forte espansione urbanistica tra Latisana e Lignano negli ultimi sessant’anni. Chiediamo a Braidotti se è a conoscenza del progetto di un ponte ad unica campata, fermo da anni, tra Latisana e San Michele al Tagliamento e della scelta, unicamente politica, di ridurre la portata del canale scolmatore Cavrato. Forse potrebbe illuminarci sul perchè, un intervento così importante di riduzione della pericolosità idraulica, è ancora fermo. Fin dall’inizio di questa ultima mobilitazione, i comitati hanno cercato di unire le comunità rivierasche del Tagliamento, perchè un’opera come la diga, prevista dalla Delibera 530 del 04/24, danneggerebbe irrimediabilmente la connettività idraulica (andando a compromettere anche le acque di risorgiva) e sarebbe a vantaggio esclusivamente di politici e imprenditori del cemento, senza garantire la tanto reclamata sicurezza idraulica nel basso corso. 

I comitati sono costituiti da molte donne, che si impegnano su questioni reali e concrete.  

Dagli anni 80, collettivi libertari, di ecologia sociale ed ecofemministi sono stati protagonisti di innumerevoli lotte ambientali e sociali nel territorio friulano (l’elenco è davvero lungo …) e se la Bassa conserva ancora una connessione tra l’umano e l’ ambiente è proprio grazie all’efficacia di queste lotte e al pensiero che le ha accompagnate. Questo pensiero si è evoluto anche attraverso il contributo fondamentale e anticipatore della nostra compagna biologa Marinella Bragagnini, che ha saputo individuare nell’ecofemminismo un’importante svolta del femminismo storico. 
Il richiamo all’ecologia sociale è particolarmente irritante,  per noi, che abbiamo avuto come riferimento teorico-politico il pensiero del militante anarchico Murray Bookchin (Braidotti lo conosce?), che è stato ospite nelle nostre sedi.
Braidotti, pur sapendo della nostra esistenza (intervista su Usmis), sceglie di supportare le posizioni di un potere politico – questo sì, fascista – che strumentalizza lo stato di insicurezza delle comunità legate ai territori, in accordo con un affarismo tecnologico interessato unicamente allo sfruttamento illimitato dell’ambiente. Respingiamo la definizione liquidatoria di ecofascismo rivolta alla lotta per la salvaguardia del Tagliamento ricordando, piuttosto, gli entusiasmi di Braidotti, che non ci hanno mai convint*, per il postumanesimo con venature tecnoautoritarie e fascistoidi alla Elon Musk.

Rosy Braidotti, ti ricordiamo che le tue affermazioni vanno a sostegno di una Giunta Regionale di destra, il cui assessore regionale alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile è Fabio Scoccimarro, noto esponente missino e ora di FdI e dello stesso partito è anche l’attuale sindaco di Latisana Lanfranco Sette; per tanto, prima di usare sostantivi come “ecofascista” ti invitiamo, in futuro, ad essere più attenta e rispettosa delle popolazioni che, responsabilmente, difendono i loro territori dai fascisti, quelli veri … quelli che strumentalizzano, con strategie emotivamente manipolatorie, le morti delle alluvioni del ’65 e ’66. Altrimenti considereremo le tue affermazioni come ecofasciste !

  1. Agnes Denes, nata a Budapest nel 1931 e residente a New York. Ha piantato due acri di grano nella vecchia discarica di Battery a Lower Manhattan, a due isolati da Wall Street, creando, così, la sua opera più famosa: Wheatfield 1982 https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2024/08/installazione-ambientale-agnes-denes-basilea/ http://www.agnesdenesstudio.com/ ↩︎
  2. https://rosibraidotti.com/publications/soggetto-nomade-femminismo-e-crisi-della-modernita/ ↩︎

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