Siamo tutte con Nina e Marianna!
Questo è il testo del volantino che distribuiremo giovedì a questa iniziativa.
SIAMO TUTTE CON NINA E MARIANNA!!!
…e Debora, con chi solidarizza?
Arrestate per non aver commesso il fatto.
Le due donne NO TAV arrestate venerdì per aver osato avvicinarsi troppo a quel recinto che custodisce un cantiere che non c’è e che ha mera funzione di occupazione militare del territorio e simulazione di lavori in corso al fine di estorcere all’Europa quei quattro euro di finanziamento per le tratte transfrontaliere.
Dunque Nina e Marianna erano lì, a contestare questa enorme vergogna nazionale assieme a tanti/e altri/e NO TAV che in risposta alle loro ragioni, (esposte, argomentate, dimostrate da almeno vent’anni), subiscono costantemente lancio di velenosi (e proibiti in altre parti d’Europa) gas lacrimogeni.
Nina e Marianna sono state le prede di questo giro pesantemente repressivo ordinato da Maroni il quale il giorno prima ha evocato il morto apposta per avere la legittimità a picchiare più forte.
E si badi bene: non si picchia solo col manganello, non si soffoca solo col gas, si viene puniti anche solo per avere con sé strumenti di autodifesa; Nina e Marianna negli zaini avevano maschere antigas, Maalox contro gli effetti dei lacrimogeni, qualche altro oggetto di primo soccorso. Eppure sono state fermate, eppure sono finite in carcere, eppure, anche se incensurate l’arresto è stato convalidato ed anche un giorno prima, tanta è la fretta di dare un segnale di intimidazione.
E’ la dittatura del TAV, perché a questo si arriva quando non si hanno argomentazioni logiche a propria disposizione; si manda l’esercito.
C’era una volta il PD, ai tempi di Prodi, o, per quanto ci riguarda, di Illy e Sonego che raccontavano la storiella che il TAV era necessario per non essere tagliati fuori dall’Europa e amenità varie… ma che mai si sarebbe dovuto imporre con la forza; bisognava dialogare con le popolazioni interessate, confrontarsi, capirsi… Bene, eccoci qua al dunque delle popolazioni interessate che molto pacificamente hanno spiegato che il TAV non lo vogliono. Ed ecco Fassino che invoca l’esercito, ed ecco la squallida figura del deputato PD Esposito a dire che le due donne arrestate “dovrebbero andare a lavorare nel cantiere per capire i valori dello stato democratico”.
Allora il caro Esposito dovrebbe venire lui, assieme, se vuole, agli altri suoi compagni a spiegarci i valori di uno stato che decide di spendere 110 miliardi di euro dei suoi cittadini per un’opera che non ha fruitori né in passeggeri né in merci, mentre sta già spremendo gli stessi suoi cittadini con inique manovre succhiasangue. Vengano a spiegarci perché dovremmo pagare 1200 euro a centimetro un’opera che non ci servirà a nulla; oppure, per convincerci che l’indebitamento nostro e delle generazioni a venire è buona cosa, vengano a dirci a cosa ci servirà.
Noi ancora aspettiamo le risposte di Riccardi e della Serracchiani alla domanda: Cos’è oggi, dal punto di vista progettuale, la tratta AV/AC, del Corridoio 5, Venezia-Trieste?, a cosa serve?
Anzi, oggi, Serracchiani che in febbraio lanciava appelli alle donne per la partecipazione alla manifestazione “Se non ora quando?” in difesa della dignità femminile così svillaneggiata dalla prepotenza del potere, ci dovrebbe dire quanto lei si senta affine a Maroni e alla sua linea repressiva, quanto affine al “compagno” Esposito contro Marianna la pacifista coltivatrice della nonviolenza che lavora per pagarsi gli studi di medicina a Torino, contro Nina madre di tre figli di Chiomonte che davanti al recinto della prepotenza del potere semplicemente rivendicavano la loro libertà di persone in quel territorio, la loro autodeterminazione di donne che non si vogliono ulteriormente penalizzate né economicamente né socialmente.
I nodi vengono al pettine … anche per chi ha i capelli lisci.
NINA E MARIANNA LIBERE SUBITO!