Per chi suona la sveglia
In questi giorni, dopo Vanessa, l’ultima donna ad essere ammazzata per mano del suo ragazzo, la 54esima in ordine di tempo dall’inizio dell’anno a oggi, alle snoq (Se Non Ora Quando) è suonata la sveglia del femminicidio e loro, l’hanno fatta suonare a loro volta sui media con un comunicato sottoscritto via via da molte altre e qualcun altro. Quindi ieri, qui o là si parlava di “femminicidio“…
Avremo di che esserne contente… eppure ci è venuto un crampo alle ovaie.
Dal Fatto Quotidiano leggiamo: “…Vista l’urgenza di un costante monitoraggio sulle
questioni di genere, la Zanardo e “Se non ora quando” hanno pensato nei
prossimi giorni di scrivere a Napolitano per tenere alta la guardia su “un
problema gravissimo che va affrontato. Se ad esempio un immigrato in Italia
venisse picchiato e gettato da un ponte sono certa che per i quotidiani non si
tratterebbe solo di una ‘notizia’. Di certo si aprirebbero dibattiti politici
sulla xenofobia degli italiani o l’influenza della Lega. Anche per le donne
deve essere così…”
Ma da quale pianeta vengono? Può dire queste cose e progettare lettere a Napolitano solo chi non sa che esistono i CIE ex CPT da Napolitano e Turco (firmataria dell’appello snoq) pensati, concepiti e realizzati, né ha mai provato a manifestarci davanti né ha mai provato a vedere cosa succede appena si osa alzare il tono della protesta, e chi oltretutto ignora il trattamento riservato alle molte donne che ci finiscono dentro.
Che ipocrisia.
Ecco cos’è quel fastidio che sentiamo, il ronzio che accompagna il suono della sveglia e si chiama manovra politica per cui le donne massacrate diventano la carne sulla quale costruire la propria visibilità ed il proprio successo in vista del voto prossimo venturo.
Le abbiamo viste le snoq a Udine, con le sveglie ed il grido liberatorio, quando era da cacciare Berlusconi, hanno riempito la piazza. Poi più nulla, e nel frattempo c’è stato di che manifestare, No Tav infinite volte, contro i cie, contro la repressione, e donne intanto uccise…
Sbagliamo a pensare male? A loro l’onere della prova.