Spot flop
Certo che lo spot ProVita contro “L’ideologia del gender nelle scuole”, per essere brutto è proprio brutto eh!
Lo hanno commentato in diverse, dalla puntuale Chiara Lalli alle ironiche Gallerani/Dolci che se la prendono in particolare con il kitschissimo golf della signora.
Come dargli torto, non siamo più abituat* a quel disegno sulla lana che andava di moda almeno 30 anni fa.
Però, chissà, forse i creatori dello spot hanno pensato che quello richiamava un periodo in cui di gender non si parlava e la famiglia era quella cosa che hanno tentato di rappresentare loro, che, a guardare il padre fa una tristezza cosmica ed a guardare l’insieme, è grottesco assoluto.
Ma perchè fare uno spot così brutto? Perchè darsi la zappa sui piedi, come dire, il gender sulle gonadi?
Perchè forse, chi lo ha commissionato, concepito, approvato è proprio così, SenzaVita, tutto preso a castrare quella degli altri, ad omologare tutt* al colore “caccarella” del divano dal quale guarda la televisione mentre dal de profundis cerebrale crea il mostro da combattere ovvero ciò che da senso alla vita individuale: il diritto alla propria identità di genere.