25 aprile
Qui di seguito il volantio che abbiamo distribuito oggi a Udine.
Facciamo Resistenza!
Facciamola ricordando ed imparando da quell* che l’hanno già fatta.
Siamo al 25 aprile, e questo è doveroso, oggi, come ogni altro giorno.
A maggior ragione in ques’epoca in cui si mettono in atto le sceneggiate più grottesche (o foibesche…) [*] nel tentativo di riscrivere la storia dando un colpo di spugna alla Resistenza contro il fascismo, nel malcelato tentativo di favorire quest’ultimo.
Come se non fosse già sufficientemente tollerato, protetto, delle volte coccolato e favorito dalle così dette istituzioni democratiche che, vantando la loro nascita dalla Resistenza, si sentono legittimate a tradirla ad ogni piè sospinto.
Che delusione e che beffa.
Facciamo Resistenza perciò, nello spirito dei partigiani e delle partigiane che combattevano veramente ed onestamente per la libertà.
Che non è quella che ci viene millantata; quella che ha potuto riciclare il fascismo, lasciare che si infiltri nella società e nella socialità, che si coniuga in tutte le sfumature del razzismo, dell’omofobia, della xenofobia, del sessismo…
Facciamo Resistenza imparando, pensando e solidarizzando con quell* che la stanno facendo oggi e da un pezzo prima di oggi.
Pensiamo al Kurdistan, pensiamo a Rojava.
Ci sono due buoni motivi per conoscere e pensare alla lotta del popolo Kurdo ed a quello che sta tentando di realizzare in particolare nella regione di Rojava.
Il primo motivo è la solidarietà ad un popolo che sta combattendo per la propria indipendenza a dispetto del governo e dell’esercito turco che lo sta massacrando. E’ l’appoggio ad un popolo che (a differenza della Turchia che ci va a braccetto) sta veramente affrontando le milizie del califfato.
Il secondo motivo è che questa Resistenza all’oscurantismo teocratico-statalista è una spinta in più per costruire le basi di una società diversa.
Perciò, a cosa dovremmo pensare, noi, oggi, sull’orlo del baratro di questa società capitalista che ha consumato tutto, risorse, ambiente, donne e uomini; che è tornata allo schiavismo, approdo obbligato dell’ipersfruttamento e della precarietà, che arranca nella catastrofe ecologico-climatica senza ritorno? [non dateci delle catastrofiste. il catastrofismo è finito, ora resta la realtà…**]
A cosa dovremmo pensare guardando ad un’Europa che ha fallito, ad una convivenza che non c’è, ad un potere che è repressione e ladrocinio, e all’autodeterminazione che non è ancora cosa da donne?
A che cosa se non alla Resistenza ed alla lotta delle donne Kurde che, come narra Dilar Dirik qui (***) combattono non solo contro l’ISIS, ma anche contro il fascismo delle politiche rappresentate dall’ideologia “una bandiera-una nazione-uno stato” degli stati-nazione, esercitano una vendetta storica nel momento in cui cercano di creare un sistema che non sia statale, bensì fondato su una società etico-politica che ruota attorno alla collettività. Non è un semplice conflitto militare: è una battaglia storica contro un’eredità di millenni.”
Questa eredità completamente fallimentare dove “il patriarcato, lo stato, la proprietà privata hanno costruito sistematicamente un sistema di abusi, stupri, oppressione, schiavitù, genocidio, negazione, furto e menzogne, con attacchi sistematici contro le donne come loro nucleo costante…”
Per questo le donne sono il centro di questa Resistenza e di questa rivoluzione; senza autodeterminazione nulla è ancora compiuto.
Per tutto questo ci vogliono diversi ingredienti: la lunga lotta di un popolo per la difesa della propria identità che è anche lingua e terra; delle buone basi per la convivenza con altri popoli, altre diversità; il riconoscimento delle libertà e delle diversità di genere… tanto è derivato dall’elaborazione dell’Ecologia sociale, tanto le donne stanno provando e conquistando e tanto più il nostro occidente questa esperienza sta cercando di nascondere e censurare.
Nasconde i massacri, soprattutto dell'”amico” turco e censura il confederalismo democratico del Rojava che invece, al momento, rappresenta una speranza per il futuro se ancora la specie umana ne volesse uno decente.
Questo 25 aprile noi lo festeggiamo pensando a loro.
Dumbles – feminis furlais libertaris – 25 aprile 2016
(*) Il riferimento è alla vicenda della foiba che non c’è, molto seguita e pompata in particolare dal Messaggero Veneto. WuMing ne parla qui:http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=24159
(**)Tanto per qualche aggiornamento: http://www.slideshare.net/IGBPSecretariat/great-acceleration-2015 o qui: http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2016/04/20/riscaldamento-globale-el-nino
(***) https://dakobaneanoi.noblogs.org/post/2016/02/07/amargi-la-battaglia-storica-contro-uneredita-di-millenni/