I protettori
In realtà non ci inquieta la violenza contro le donne. No. E’ un “fenomeno” chiamiamolo così, che abbiamo sempre tentato di analizzare, sviscerare, capire, combattere; quando qualcosa è decodificato è più probabile che si possa capire dove intervenire e come risolvere per quanto la battaglia sia dura, articolata e lunga.
Ci inquieta, e molto di più, chi si erge a protettore delle donne invocando soluzioni di tipo giustizialista grezze, grossolane e populiste che fanno più pensare a manovre da campagna elettorale e perciò strumentali, depistanti e, in una parola, vergognose.
Oggi è il turno del Fronte per l’indipendenza un pot-pourri politico che mette insieme i delusi della Lega con ex SoS Italia, friulanisti per lo Stato del Friuli e i giuliani per il territorio libero di Trieste ecc. ecc. In vista delle regionali, l’invito a partecipare è rivolto anche a Valeria Grillo, meteora passata a suo tempo nel cielo della Provincia di Udine…
Insomma tutto patetico e da ridere se non ci facesse ripugnanza questo esordio politico per il quale si è pensato bene di sfruttare l’emotività generale per la morte di Lisa Puzzoli per uscire pubblicamente con un appello al prefetto perchè si attivi nei confronti di un tale, a quanto pare uno stalker e un violento, che ha aggredito, picchiato e molestato tre donne in tre occasioni diverse.
Non conosciamo i contorni precisi delle vicende descritte se non per quello che ne riporta l’articolo di giornale; ci possiamo certo chiedere se i provvedimenti presi nel caso in questione, siano troppo blandi rispetto alla gravità delle imputazioni, non per una questione di fiducia o sfiducia nella giustizia che non ci tocca perchè la giustizia, sappiamo bene da chi e per chi è fatta e strafatta; sappiamo delle sproporzioni tra delitto e castigo e non a caso abbiamo iniziato l’anno manifestando davanti ad un carcere…
Il guardare a quello che fa il sistema giudiziario nei confronti di casi di violenza sulle donne è come guardare ad uno specchio nel quale si riflette il riconoscimento, il trattamento e la percezione sociali che si ha delle donne; sono le stesse domande e verifiche che ci facciamo quando guardiamo ai processi per stupro o per femminicidio.
Ma il passo da queste osservazioni e considerazioni alla richiesta di sicurezza che passa per le celle di una galera non è automatico. Tutt’altro.
In quella direzione lì va chi non sa ragionare altrimenti, chi vuole nascondere l’origine culturale, patriarcale e religiosa della violenza contro le donne, chi vuole promuoversi indicando un nemico preciso (…ecco, è lui, non sono io…); una vecchia strategia di bassa politica di cui per esempio la lega ha fatto manbassa, mentre godeva privilegi e rubacchiava qua è là ha sempre indicato gli extracomunitari quali responsabili di tutti i mali possibili.
E in realtà eccoli qua di nuovo in nuova veste a minacciare i Volontari verdi per la tutela degli interessi delle donne friulane. Si badi, friulane, richiamando “episodi come quello di Basiliano dove c’è scappato il morto…”
si badi, “il morto”, alla faccia della neonata preoccupazione per la sicurezza delle donne.
Sbugiardarli è poco, mandarli a cagare è il minimo.