Rogna mediatica

noisiamoqui352A dare il “La” è stato il ministro dell’interno quando con un tweet ha annunciato l’individuazione dell’assassino. Omesso il “presunto” che normalmente ci si concede fra politici quando colti con le mani nel sacco.
Poi da lì il processo di mostrificazione ha preso vita propria alimentato in continuo da immagini, tracce facebook, segreti di famiglia esposti a canali unificati, tribunali del popolo allestiti dai condor dell’informazione… “secondo voi Massimo Bossetti è l’assassino di Yara?” chiede Libero ai suoi lettori.
E su che basi questi dovrebbero rispondere? Su quello che ha raccontato la stampa e detto il ministro, che a questa domanda ha già risposto. Prendere in giro è un’arte.
A proposito di arte, poi si farà anche un film, anzi, una miniserie tv di quelle che inventano la realtà, cioè la fingono, infatti si chiamano fiction, ma a tutt+ sembrerà di aver potuto guardare ancora più dentro fatti e personaggi.
E così il voyeurismo tanto stimolato in queste vicende, troverà soddisfazione e fornirà pubblico.
D’altra parte, stando alla continua produzione di programmi televisivi in cui si recitano spettacolarizzando drammi famigliari, vicende personali, conflitti sentimentali ecc. ecc., ci dev’essere un nutrito pubblico che se li sciroppa probabilmente con la stessa goduria con la quale un tempo si partecipava al pettegolezzo, spesso generatore di calunnia e sempre moltiplicatore di moralismo.
Ecco, l’ambaradan per funzionare ha sempre bisogno del mostro il quale poi, oltre a rappresentare la vittoria delle forze dell’ordine che lo hanno scovato, assolve a diverse funzioni: intanto fa sentire tutt* più a posto perchè più uno è mostro, meno appartiene alla nostra specie e noi siamo ok, poi vuoi mettere quanto sia più appassionante seguirne silenzi, dichiarazioni, gesti piuttosto che seguire le manovre politiche Pd-Forzaitalia mentre congegnano il nuovo senato? Come sarà ancora non sappiamo ma per certo il mostro di Motta Visconti ha chiesto per cena pizza e birra ghiacciata.
Poi c’è l’odio che ama essere orientato, come uno che sta con la freccia sull’arco ed aspetta che gli si mostri il bersaglio da colpire; la gogna mediatica è il bersaglio esposto, ha una faccia, un nome una storia reale o inventata, non importa, è lì che il dardo deve giungere. Lì piuttosto che da altre parti, dove ci sono altri delitti orrendi…. che qualcuno scocchi un dardo verso il padrone delle ferriere che ha condannato a morte operai/e e talvolta loro famigliari o figli/e? Come il sondaggio di Libero, conosciamo la risposta perchè i media non indugeranno nella ricostruzione di questi crimini, non lo enfatizzeranno, non ci costruiranno sondaggi, non additeranno alcun mostro.
E non c’è alcun mostro da additare o da creare per alimentare fantasie distorte e forcaiole. Ma ci sono i fatti del reale che vanno investigati e di cui va fatto onesto resoconto. I media, lo sappiamo fanno tutto meno che questo; più conveniente la gogna.
Rima con rogna.

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