Oggi,
oggi è il due di giugno. Festa della Repubblica.
Non fossimo anarchiche, potremmo far nostro il candido stupore e le pacate considerazioni di Ascanio Celestini che ci dice quanto la repubblica sia, o dovrebbe essere rappresentata da tutt’altro che dalla sfilata di eserciti, armi ed aerei militari che spandono fumogeni tricolori.
Ecco, iniziamo da questi ultimi, sempre lasciando da parte la nostra “fede” politica, per dire quanto le effimere fumigazioni abbiano scassato minchie, ovaie, ovotestis e quant’altro, soprattutto nelle zone sottostanti gli allenamenti della Pan per le parate.
Buona parte del medio Friuli non ne può più di questo “orgoglio nazionale”, per inquinamento, vibrazioni e rumore quotidiani. Una monetizzazione del tutto, nel popolo in crisi, forse migliorerebbe la percezione dell’amor di patria, ma soldi nisba e poi pure la zonizzazione del rumore, se fatta, è secretata, perciò arrangiatevi.
Non condividiamo il principio della monetizzazione, e perdipiù il nostro astio è ancora ideologico ed antimilitarista. Fedeli a noi stesse.
La repubblica è la forma politica dell’entità amministrativa e militare territoriale che si chiana stato.
Nella festa di oggi si ricorda anche la prima votazione a suffragio universale. Il voto delle donne.
Il riconoscimento di un diritto, che, se non c’è non è bene; ma quando c’è, si può finalmente anche valutare e passare oltre.
Oltre i partiti, oltre la delega, oltre la retorica, oltre le quote rosa, ultima scialuppa di un sistema talmente discreditato a se stesso al punto che fra gli/le anarchic* qualcun* dice che l’astensionismo non è più una virtù.
Lo è, lo è, se se si coniuga con autogestione ed autodeterminazione, parole d’ordine mai consumate che potrebbero rinascere in tante azioni del vivere quotidiano.
Oggi al Renzie delle selfie con il popolo, schierato ad applaudirlo nel suo passaggio a piedi, una signora gli ha gridato: «Facciamo qualcosa, cambiamo l’Italia», «Ci proviamo» ha risposto lui… e c’è da temere che lo faccia; il job act è già operativo ed ha reso, se possibile tutt* più precar*, il senato è candidato a diventare l’ennesimo ente inutile, un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci (perlopiù inquisiti), per dirla con Travaglio; gli 80 euri sono i 30 denari rivalutati, per dirla con Odifreddi ed il premier, che oggi piace tanto al Financial Times. è lì che scalpita per il premierato forte.
… Tutto questo senza mai essere stato eletto, se non per legittimazione interposta delle elezioni europee; Monti e Letta non avevano nemmeno quella.
Oggi va così; tutt* ad applaudire simulacri e qui pro quo: armi da guerra come eserciti di pace, imputati di omicidio come eroi nazionali, accentratori per riformatori, imposti per eletti, elezioni per volontà e libertà …. poi passano le frecce tricolori. Oh che bèl…. In più anche il doodle di Google. Poi a casa e domani è un altro giorno.