Cronaca dei giorni dopo
L’altro ieri, 24 novembre, sabato, giornata dedicata a diverse iniziative contro la violenza sulle donne, noi eravamo a manifestare in un presidio contro il carcere sotto le mura del carcere -maschile- di Tolmezzo.
Il giorno prima, a Udine c’era stata una flash mob di “se non ora quando?” che con gran fantasia, ha raccolto in un cesto rose bianche, una per ogni donna che quest’anno è morta per mano di un uomo.
Il giorno dopo, 25 novembre, il giornale locale, il Messaggero Veneto, della giornata internazionale contro la violenza sulle donne non ha fato parola, ma in prima pagina ha messo una foto bella grande delle “Pin Up udinesi”, ritratte sui calendari secondo i canoni in uso per il tradizionale sguardo maschile.
Questa più o meno una panoramica veloce del 25 novembre intorno a noi.
Noi abbiamo aderito alla manifestazione davanti al carcere più che volentieri, perchè, come abbiamo già scritto, riteniamo il carcere una delle espressioni più brutali della società del dominio al cui interno sono iscritti anche i codici del patriarcato.
Nel contempo abbiamo appreso dall‘agenzia Ansa travasata nel blog di Mara Carfagna che lei e la Buongiorno hanno presentato, non a caso qualche giorno prima del 25 novembre una legge che propone l’ergastolo per gli uomini che uccidono le donne, definendo il reato “femminicidio aggravato”.
Non ci stupisce affatto che uomini e donne di politica sappiano solo proporre e produrre cose meschine come queste. Come ha già osservato da molte femministe, molte volte, molti politici hanno sfruttato l’argomento “violenza contro le donne” per incassare voti facili soprattutto dall’elettorato femminile.
Con un’operazione altamente e vergognosamente depistante perchè fa pensare che eliminando il reo si elimini il reato, come se il reato fosse insito in certe persone; con loro nasce e con loro sparisce.
E poi, guarda, le due paladine dei diritti delle donne, non perdono il vizio di esemplificare il femminicidio con i soli nomi di Hina e Sanaa uccise da parenti di religione musulmana… Puppato plaude…Che aspettarsi?
Certo, ogni volta si assapora quel “vago senso di ipocrisia” di cui parla Paolo di Stefano dal Corriere di oggi…”Perchè passato il 25 novembre, la cultura e le parole che esprimono le violenze perpetrate dagli uomini sulle donne rimarranno quelle di sempre…” Bravo! E’ una vita che molti dei blog femministi lo vanno dicendo, decostruendo, analizzando… la violenza contro le donne ha in sè molti ingredienti e non alimentano solo la persona che passa all’azione, l’uomo che ammazza la moglie o sgozza la sua ex, alimenta molt* altr* e molto altro.
Alimenta anche quel disprezzo del “femminile”, del genere che non sta al suo posto, del genere non addomesticato, del genere che sfugge allo stereotipo ed al controllo; ha alimentato le vessazioni e lo svilimento del ragazzo con i pantaloni rosa del quale ci si è affrettati a cancellare ogni abbozzo di una possibile identità diversa, non propriamente “maschile” anche dopo la morte… Il “femminile” deve stare al suo posto e nel suo corpo. In casa, in proprietà e sui calendari.
Chi vuole i femminicidi all’ergastolo, propone la soluzione sbagliata e probabilmente lo sa… ipocrisia, appunto.
A Tolmezzo si è detto: “Fuori tutt* dalle galere, dentro nessuno, solo macerie” e “Pietre sul patriarcato”… il nostro contributo, un piccolo adesivo per questo 25 novembre.
Le rose bianche le lasciamo ai riti di prammatica; il dolore è rivolta.