Maria Teresa Novara ovunque

violsess92Tramite giri di mail abbiamo letto l’appello affinchè si insista sul Comune di Torino contro la revoca  della dedicazione di un giardino in quella città alla memoria di Maria Teresa Novara.
Non sapevamo chi fosse, né la storia di  Maria Teresa Novara, perciò ci siamo lette il materiale trovato che brevissimamente riassumiamo così: dicembre 1968, Maria Teresa 13 anni, viene rapita a Canale d’Alba (fra Asti e Cuneo)  segregata e venduta, fatta prostituire ai facoltosi della zona.
Le ricerche della bambina rapita non danno esito,  fino ad agosto quando viene ritrovata in una cantina, appena morta.
In quei mesi molti stuprarono Maria Teresa, molti la usarono, molti sapevano, nessuno parlò.
Qui la ricostruzione dettagliata della storia, qui un articolo di Maria Latella.
In Gennaio la commissione toponomastica propose di intitolarle un giardino; non tutti hanno gradito, ci furono delle opposizioni, il 16 maggio il Comune discuterà la revoca.
Ci chiediamo con quale argomentazione.
Oggi tutt*, soprattutto a livello istituzionale, a parlare indignati sulla  violenza contro le donne, eppure ancora diffusamente coalizzati a voler calare il silenzio (si chiama connivenza) su chi le sfrutta e le uccide fin da bambine (e bambini, se guardiamo alla pedofilia).
Perchè ricordare Maria Teresa significa ricordare l’imperdonabile vergogna di chi non parlò e di chi parlò tentando di attribuirle la responsabilità della propria sorte.
Ecco perchè la violenza contro le donne in Italia è strutturale, perchè la vittima o è assimilabile a Maria Goretti o non è,  perchè l’atavica omertà antropologica patriarcale è diffusa, è un substrato sul quale poggia ancora la struttura sociale, si alimenta la chiesa e si infiltra la famiglia e non si sgretola con un braccialetto elettronico.
Forse nemmeno con l’intitolazione di un giardino; ma la sua negazione tradisce la colpa, ne fa emergere la presenza e la persistenza.
Perciò noi ricordiamo Maria Teresa Novara, incidiamo il suo nome nella nostra mente perchè è anche nel suo nome che ha significato la lotta contro la violenza sulle donne.

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