Archive for the ‘Femminicidio’ Category

Reputazioni

martedì, Maggio 22nd, 2012

E’ iniziata la fase due, intorno al corpo di Alina sequestrata, rinchiusa  e suicidata in una cella del commissariato di Opicina. Lo abbiamo capito ascoltando il telegiornale regionale di ieri sera, ne abbiamo conferma dalla lettura del Piccolo di oggi.
La fase due riguarda la demolizione della reputazione della vittima e la ricostruzione della reputazione del o degli indagati.
I cronisti del TG si sono premurati di informarci che Alina, al suo paese,  era già  stata condannata  per omicidio; una vita un destino, e pace all’anima sua.
I giornalisti locali ci avvisano di altrettanto e fanno scivolare il nostro occhio piano piano e dolcemente dall’osservare il contesto della sua morte,  che  si chiama sequestro di persona in un commissariato, allo stato d’animo della persona terrorizzata dal ritorno in patria per la paura del ritorno in carcere.  Perciò “Ora è chiaro perché Alina Bonar Diachuk, arrestata nel giugno scorso a Gorizia, ha messo fine ai propri giorni all’interno del commissariato di Opicina dov’era rinchiusa anche se la Magistratura ne aveva ordinato la liberazione. Lei temeva di dover ritornare in carcere una volta rimpatriata forzatamente in Ucraina…
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La libertà di deprimersi

lunedì, Maggio 21st, 2012

Leggendo della tragedia di oggi, dell’uomo di Brescia che scaraventa giù dalla finestra la figlia e il figlio, ci tenta con la moglie, non ci riesce e poi butta sé stesso; leggendo nella cronaca che riporta Bollettino di guerra, comparando un po’ tutti i quotidiani citati; leggendo in tutti la strutturazione della notizia  secondo il solito alibi-clichè che individua il gesto folle dell’uomo nella sua depressione per aver perso il lavoro… ci è venuto in mente l’articolo di qualche giorno fa di Angela Azzaro che aveva come titolo “Meglio uccidersi che farsi uccidere”.
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Brutti, sporchi e cattivi

venerdì, Maggio 18th, 2012

Secondo Mancuso Aurelio, soprattutto cattivi. Gli uomini tutti, quelli che ammazzano le donne, ma anche quelli che no e che, per mettersi a posto la coscienza firmano gli appelli di snoq contro il femminicidio;  per distinguersi, loro buoni, dagli assassini e violenti cattivi.
Lo leggiamo qui, grazie alla rassegna stampa di Zeroviolenzadonne.
Invece no, sono tutti i maschi ad avere il peccato originale poiché “…Il maschilismo è una patologia politica e culturale di cui è affetto tutto il genere maschile…” wuauuuu… “… Noi uomini dobbiamo, invece, dobbiamo interrogarci, senza che nemmeno una sola donna si renda disponbile a costruirci alibi, facili assoluzioni, solidarietà nefaste…”.
Bene; ci aspettiamo che ad ogni prossima donna violentata o uccisa, il nostro scenda in prima linea a rompere quel muro di alibi, facili assoluzioni, solidarietà nefaste che per primi gli uomini (non le donne!) erigono attorno a loro stessi, a partire dai giornalisti quando costruiscono la cronaca di quei fatti.
Altrimenti il suo bell’articolo è solo la pisciatina fuori dall’orinale, tanto per distinguersi dai colleghi.

Guardiamoli in faccia

sabato, Maggio 12th, 2012

Alina morì impiccandosi con il cordone del cappuccio della sua felpa alla finestra di una cella del commissariato di Opicina, sotto l’occhio vigile di una telecamera.
La sua agonia è durata quaranta minuti.
Alina era uscita dal carcere il sabato mattina dopo 10 mesi di reclusione, a seguito di una condanna congiunta a decreto di espulsione; Alina avrebbe dovuto essere “rispedita” in Ucraina, ma quel sabato uscì da donna libera, nessun decreto le era ancora stato notificato; ci avrebbero pensato il lunedì mattina.
All’uscita dal carcere però Alina trova ad aspettarla una volante che se la prende, cioè la sequestra, e la porta al commissariato di Opicina, la chiude in una cella e la lascia lì.
La sua morte è trasmessa dal monitor sul banco del piantone; nessuno la guarda.
Quando accadde, ne parlammo qui.
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L’irruzione di oggi

sabato, Maggio 5th, 2012

Accendi il computer, leggi il giornale e il mondo irrompe nella tua giornata, nella tua vita,  nel peggiore dei modi possibili, con l’uccisione di donne, con donne umiliate e maltrattate, con donne offese e cancellate.
La cronaca di oggi è tremenda: una donna uccisa dall’ex fidanzato; una donna picchiata a cinghiate perché non vuole una altro figlio, il sesto; il cadavere di una donna rinvenuto lungo una strada; una donna probabilmente uccisa da uno zio per motivi di eredità; un processo per stupro dove si usa la consolidata strategia dell’insinuare l’inattendibilità della vittima.
Tremendo è anche lo “stile” della cronaca; prendiamo l’ultimo caso che è anche territorialmente vicino a noi: tante parole e dettagli per le ragioni della difesa dei due imputati; che si insinui anche nel lettore un senso di solidarietà per loro e di vituperio per lei. Scriveremo al giornale.
Cameo della giornata: Cancellieri ha aderito alla petizione “Mai più complici” manifestando “massima attenzione e impegno nella lotta contro la violenza sulle donne e solidarietà a tutte le vittime di abusi”.

E oggi il cartello nr. 56

mercoledì, Maggio 2nd, 2012

C’è stato un flash mob oggi davanti a Montecitorio, 55 cartelli con i nomi e l’età delle 55 donne ammazzate dall’inizio dell’anno. Ma già ora se ne dovrebbe aggiungere un altro con il nome di Matilde, 63 anni uccisa dal marito che poi si è ucciso a sua volta.
Sentite come ne parla il Corriere: “La malattia, le operazioni al cuore e un forte stato depressivo. Umberto Passa, sarto in pensione di 65 anni, era entrato in un tunnel da cui non è più stato in grado di uscire, se non uccidendo la moglie Matilde con più coltellate e poi togliendosi la vita con la stessa arma…”, cioè, ripetiamo: “…era entrato in un tunnel da cui non è più stato in grado di uscire, se non uccidendo la moglie…”.
Come si può formulare un pensiero del genere? Ma non è come scrivere che da quel tunnel si esce uccidendo la moglie? E poi, eventualmente, ma in subordine, suicidandosi.
Questi non capiscono neanche se quei 55 cartelli glieli fanno mangiare! E menomale che è il periodo che sono tutt* più sensibili verso il femminicidio! Che desolazione… e che rabbia!

Cherchez la femme, la femmina, le femine

martedì, Maggio 1st, 2012

In Francia, prossima alle presidenziali, dove il voto delle donne sembra determinante, si è aperta la caccia a chi espone l’esca migliore.
Nell’Italia prossima alle amministrative, ed in vista delle politiche,  si espone il tema “femminicidio”, così come certificato dalla repentina e generalizzata presa di coscienza del fenomeno.
Senonchè appena da sinistra a destra imparano a sillabare la famosa parola, c’è chi propone di non pronunciarla affatto perché non ontologicamente corretta.
E’ Isabella Bossi Fedrigotti che dice: “Ci piace essere chiamate femmine? Non tanto. Probabilmente, perché, magari erroneamente, abbiamo l’impressione di sentire in quel termine una vaga intenzione di svilimento, se non di disprezzo…”, “… di conseguenza piace poco il termine femminicidio che si sta diffondendo…”; termine che viene usato, a suo avviso, per una certa “ansia di precisione“.
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Evviva!

domenica, Aprile 29th, 2012

Tutto o quasi il mondo politico nazionale  è contro la violenza sulle donne!
Da Bersani a Polverini.
Talvolta i temi morali lavano più bianco.

Per chi suona la sveglia

domenica, Aprile 29th, 2012

In questi giorni, dopo Vanessa, l’ultima donna ad essere ammazzata per mano del suo ragazzo, la 54esima in ordine di tempo dall’inizio dell’anno  a oggi,  alle snoq (Se Non Ora Quando) è suonata la sveglia del femminicidio e loro, l’hanno fatta suonare a loro volta sui media con un comunicato sottoscritto via via da molte altre e qualcun altro. Quindi ieri, qui o là si parlava di “femminicidio“…
Avremo di che esserne contente… eppure ci è venuto un crampo alle ovaie.
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Il fenomeno che non c’è

sabato, Aprile 21st, 2012

Se andate su Internet e cercate un insieme di parole tipo:  “suicidi Italia crisi economica”, vi esce un florilegio di articoli che segnalano con preoccupazione l’emergere del fenomeno, ne dettagliano gli aspetti, ne contano i casi… Nulla di tutto questo avviene per quanto riguarda i femminicidi; salvo ovviamente la cronaca spicciola in “nera”, qualche considerazione una o due volte all’anno (8 marzo o 25 novembre) e all’uscita delle statistiche ufficiali; insomma non c’è la percezione del fenomeno, o peggio, c’è la sua negazione perché il silenzio corrisponde a questo. Parliamo della stampa mainstream ovviamente.
Molti blog di donne, segnalano, disperatamente segnalano.
Oggi.
Bollettino di guerra.

150 donne e più

sabato, Aprile 14th, 2012

Sono le donne vittime di un presunto codice d’onore, uccise dalla criminalità organizzata dal 1896 a oggi; ne parla Claudia Campese presentando un dossier che raccoglie le loro storie. Storie terribili;
Delitti d’onore e vendette, in cui l’uccisione delle donne viene utilizzata «per normalizzare una situazione in cui sono sfasati gli equilibri»…. Equilibri che per il clan famigliare deve aver rotto anche Angela Costantino uccisa dai parenti nel ‘94 perché aveva una relazione extraconiugale; forse la stessa punizione decisa per Barbara cognata di Angela, scomparsa nel 2009.
Il codice mafioso non ammette trasgressioni; ma quando uccide le donne, si differenzia poi molto da quello sociale maschile? Stando al silenzio omertoso che si crea intorno ai femminicidi in generale, viene da rispondere di no.

Esercizi spirituali

martedì, Marzo 27th, 2012

Oggi Repubblica li fa fare ad Adriano Sofri il quale parla di femminicidi ovvero dell’uomo che  in casa diventa assassino per cui c’è una donna uccisa ogni due giorni. Poi, per avvalorare l’articolo, del pensatore, che fa bene a pensare anche a questo, subito sotto, ecco l’inesorabile resoconto cronachistico quasi quotidiano della donna uccisa dal suo ex; articolo di quattro righe, tanto per avvalorare lo stile meschino della stampa sui femminicidi.
Infine per avvalorare il fatto che il femminicidio nasce e cresce anche in una certa situazione culturale ecco di seguito l’intervento dei vescovi della CEI, a frenare il divorzio breve perché “infragilisce il matrimonio”; perché si può essere precari e provvisori dove si vuole ma non nell’istituzione dove la donna deve obbedire al marito e se son botte deve star lì a prenderle il più a lungo possibile.
Oggi Repubblica ha contenuto leggermente anche le donne da esposizione nella colonna pruriginosa, quella sulla destra,  dove di piccantino offre solo una manciata di immagini delle Pin Up dei tempi che furono, immagini, potrebbe dire Sofri,  seducenti e sedative per l’uomo cacciatore.

Canone inverso

domenica, Marzo 25th, 2012

Si dice che se a rimanere incinti fossero gli uomini, l’aborto si farebbe dal barbiere; chissà allora che cosa si farebbe se fossero i maschi ad essere sistematicamente massacrati “per gelosia”; se le femmine della specie si accanissero su di loro con ogni mezzo vessatorio, con ogni arma contundente, con ogni intento distruttivo ed omicida…
Oggi una ragazza è stata accoltellata dal fidanzato che pensava che lei amasse un altro…
E’ il 2012 AC e tutto va bene…

Piccola autocoscienza giornalistica

martedì, Marzo 6th, 2012

Scrive oggi Michele Serra: “Fa male sentire che qualche tiggì chiama ancora “delitto passionale” mattanze come quelle di Brescia, dove un maschio reso feroce dalla sua demenza o reso demente dalla sua ferocia, uccide una donna che considera “sua” e non lo vuole più….  Perchè gratificare di “passione” questo nazismo maschile che ogni anno produce, solo qui in Italia, un vero e proprio olocausto di femmine soppresse solo perchè non vogliono più appartenere (come bestie, o come cose) a un padrone, e per giunta un padrone violento? “O mia o di nessuno” dice il boia di turno, ed è la perfetta sintesi di una cultura arcaica e mostruosa che -esattamente come il movente razziale- dovrebbe costituire un’aggravante, in un paese civile. Mentre l’aggettivo “passionale” rimanda, purtroppo, a una sorte di attenuante, quasi di “spiegazione”; e fino a una generazione fa, qui in Italia, era di fatto un’attenuante giuridica.  Levato dai codici quell’infame eufemismo che erano le “ragioni di onore”, rendiamo onesto, veridico anche il linguaggio giornalistico.  Passione e amore non c’entrano, c’entrano il potere,  il terrore di perderlo, l’odio per la libertà

Peccato che Michele Serra usi per questa illuminazione, la rubrica che tiene su Repubblica: “L’amaca” , spazio piccino piccino, in genere dedicato a commenti satirici.  E peccato che il linguaggio giornalistico intorno, su  Repubblica e oltre, resti tutt’altro che onesto e veridico.

Lo stragista e il suo contorno

domenica, Marzo 4th, 2012

Il fatto è questo: Strage a Brescia, uccide l’ex moglie e altre tre persone: “Si era drogato”L’uomo, un camionista di 34 anni, ha prima sparato in strada alla donna all’amico che si trovava con lei poi, a casa della ex, ha ucciso la figlia ventenne di lei, avuta da una precedente relazione, e il fidanzato.
Risparmiati dalla violenza i bimbi della coppia: hanno dieci, sette e cinque anni e vivevano con la madre
”. La notizia qui è ripresa da Repubblica, ma, con tutta probabilità, da qualsiasi altro quotidiano, le argomentazioni addotte negli articoli per spiegare la carneficina sarebbero le stesse: follia, gelosia, raptus, alcol, droga.

Punti di partenza per un’analisi dall’esito scontato: quello ha perso la testa perché assumeva droghe o perché l’ha persa punto e basta. Non c’è via di uscita ed il “fenomeno”, sempre individuale, può ripetersi all’infinito.

Quando questa cronaca incomincerà a parlare di uomini -al plurale- che uccidono le donne, si incomincerà forse a ragionare da una prospettiva diversa.

Fino ad allora, questa cronaca resterà omertosa, implicitamente giustificante quando al delitto vi aggiunge le motivazioni di cui sopra e perciò, dal nostro punto di vista, moralmente complice

Oggi

sabato, Febbraio 25th, 2012

C’è un delitto che si chiama matricidio; ha un nome perché la vittima viene riconosciuta per il suo ruolo di madre, a differenza del femminicidio, parola che mai ancora è usata dai media ed in generale dal parlato sociale, delitto dell’uccidere una donna in quanto donna. Ieri sera, a Maniago, un figlio ha ucciso la madre con più e più coltellate, in casa, in famiglia; un’altra donna morta bel luogo in cui, stando ai registi delle politiche securitarie, dovrebbe essere stata più al sicuro.
Poi, a proposito di genitori e figli, oggi il papa ha esternato che  «Il matrimonio è l’ unico luogo degno per generare figli»; lo sappiano i nati in luogo indegno, in Friuli, uno su due  (da annuario statistico “Regione in cifre 2011”).
Infine oggi anche Facebook ha detto la sua sul contegno da tenere nel social network: niente foto di madri che allattano, sono o-scene.
Però, sempre oggi, ci giunge notizia che se una donna vuole lasciare il proprio cognome alla discendenza invece che rivolgersi al prefetto ed al ministero dell’interno, potrà rivolgersi solo al prefetto. Questo è quanto;  nel nome del padre, del figlio….

Cronache dal sottosuolo

domenica, Febbraio 12th, 2012

Per le donne, la vita domestica, talvolta è come un sottosuolo, un buio del quale si portano in superficie i segni impressi sul corpo: lividi e botte, ossa rotte ed umiliazione.
Così per Fiorella che ieri ha ucciso l’uomo che per l’ennesima volta la stava picchiando.
Lei, vittima prima di lui. “Quando gli impiegati (ex colleghi di lavoro) hanno capito che era stata Fiorella Fior a uccidere il compagno e non viceversa, restano allibiti e si chiudono nel silenzio“.
Quel non viceversa è come la triste previsione di una morte annunciata. Non è stata la sua, per un atto di un’ultima, estrema difesa.
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Non ce la fanno, non ce la fanno, non ce la fanno…

sabato, Febbraio 11th, 2012

…proprio non ce la fanno, i giornalisti, a buttare giù una cronaca che parta con il piede giusto.
Ieri a Udine è successo che una donna, in strada,  viene ripetutamente accoltellata dall’ex convivente al quale aveva detto no, lo aveva lasciato tempo fa, e non voleva avere più niente a che fare con lui.
Esordisce il giornalista: “Si è sentito tradito, respinto e anche preso in giro. E così, ieri, di fronte all’ennesimo rifiuto della sua ex compagna, ha perso la testa colpendola con diverse coltellate al torace di fronte agli occhi attoniti dei passanti che stavano transitando nei pressi ecc. ecc.”.
Nella cronaca c’è il fatto e la sua narrazione, ed è in quest’ultima che si racchiude la morale della storia.
Perché ce la prendiamo tanto con la stampa? Perché se la finisse di configurare la notizia sempre dalla parte dell’aggressore o spesso, femminicida, se ne avrebbe altra prospettiva e se ne trarrebbe ben altra sintesi.
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Come una raffica

domenica, Febbraio 5th, 2012

Oggi la rassegna stampa di Zeroviolenzadonne ci colpisce come una raffica di mitra:
Uccide l’ex fidanzata e poi si spara
Diverbio col marito. Lui l’accoltella. Grave una 38enne
Ferisce la moglie con le forbici. Non voleva che lo lasciasse
Dà fuoco alla sua compagna e impedisce che la soccorrano
E poi il contorno: “Rapina in villa a Perugia, stuprata una donna. Banda di albanesi, il capo è evaso un mese fa”;
Getta il figlio di 16 mesi nel Tevere, arrestato padre 26enne a Roma”; questo, pare, dopo aver litigato con la moglie per l’affido del figlio.
… poi a certificare tutti i problemi degli uomini c’è sempre il Bollettino di guerra

Il paese della perdonanza

sabato, Gennaio 14th, 2012

L’altra sera, parlando fra di noi di violenza contro le donne e femminicidi, cercavamo ancora di capire che cosa impedisca a questi continui reiterati delitti di essere trattati dai media come allarme sociale, di suscitare dibattiti, di sviscerare le questioni, di sentire le parti ecc. ecc.  Non che questo garantisca nulla, ovviamente, le oscene strumentalizzazioni alla Alemmano, per intenderci o la vacua spettacolarizzazione televisiva, sarebbero anche peggio;  ma volendo essere speranzose, se trattato in modo corretto, potrebbe  essere almeno l’indicatore di un primo step di consapevolezza rispetto al “fenomeno”.
Nulla di tutto questo. Le donne continuano ad essere massacrate e nessuno si scompone.
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