Archive for the ‘Violenza sessuale’ Category

Mettiamolo in crisi!

venerdì, Novembre 25th, 2011

Il patriarcato è peggio del capitalismo.
Intanto è nato prima. Assestato e consolidato sul controllo dei mezzi di ri-produzione ha collocato il genere femminile tra gli “oggetti” di proprietà sicchè anche il più diseredato degli uomini o quelli che “la proprietà è un furto” si sentano legittimati a dire “lei è mia”.
Da questo senso di proprietà discende la violenza.
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Gli/le ultras della squadra dello stupro

martedì, Novembre 22nd, 2011

A Velletri. Odiosissimi quelli che pur condannando lo stupro allo stesso tempo denigrano, offendono e insinuano una colpevole responsabilità della vittima; ripugnanti quelli che stanno dalla parte degli stupratori a parole; figuriamoci quelli che ci stanno anche con le azioni. I giornali e i tg si preoccupano per avvocati, pm e giudici; per la ragazza stuprata nemmeno una parola. Eppure quella violenza torna a cadere su di lei, e mai come ora sta a noi tutte evitare che l’azione intimidatoria dei picchiatori vada a buon fine. Facciamo squadra!

Di chi parliamo quando parliamo di stalking?

lunedì, Novembre 21st, 2011

Parlare di stalking va bene perché porta alla luce un comportamento nocicettivo grave, perché rende evidenti prepotenze che vanno stoppate, perché mette in chiaro distorsioni socioculturali ataviche… perché è importante che la vittima non sia lasciata sola, perché trovi il coraggio e l’appoggio per ribellarsi; ma, dal momento che davanti alla parola stalker, nella maggior parte dei casi c’è l’articolo maschile “lo”, è ancora più importante parlare a chi e di chi ne è l’agente operativo. La medicina, deve puntare a rinforzare il sistema immunitario, certo,  ma soprattutto ad annientare il virus. Avrà voglia il volenteroso “Osservatorio nazionale sullo stalking” di parlarne a 360° a cominciare da quel “mia” che i ragazzini imparano a pronunciare assieme all’apprendimento sociale della loro identità di genere ancora sintonizzata sulle frequenze del vecchio patriarcato?

Ma che dobbiamo fare con questi?

mercoledì, Ottobre 12th, 2011

Con questi, giornali e giornalisti che continuano a scrivere e pubblicare titoli come quello qui a fianco? Qui non è un problema di entità della pena, (che a noi per altro non interessa), qui è un problema di banalizzazione e negazione della violenza che una donna subisce. Un titolo così congegnato riverbera l’incongruenza di una punizione per un’azione tutto sommato innocente.
Ma se “No! significa No!”, anche il bacio o la carezza, sono molestie. Come farlo capire agli scriventi? Invitarli a mangiare qualche pagina del loro giornale; al loro diniego imboccarli a forza, alle loro proteste dire che un po’ di carta nell’intestino non ha mai ucciso nessuno e che tuttalpiù la loro, li aiuta nell’evacuazione.

Condensation and Distortion

lunedì, Ottobre 10th, 2011

Andre Kertesz-Distortion#172

Parliamo di una cosa che, in realtà, non siamo riuscite a vedere; o meglio, che abbiamo visto solo parzialmente, per quello che ne è uscito su questo video. Il riferimento è ad una festa di paese dal bel titolo e dalle belle speranze: “Immaginare il tempo”, che al suo interno ospitava l’esposizione di arte figurativa “Condensation”.
Condensation, tra le altre, ospitava le opere, origine delle polemiche, di Aleksander Veliscek e Ryts Monet; di questi, riusciamo a vedere solo il dipinto dell’artista sloveno che ritrae un atto di prevaricazione, potere, violenza; uno stupro da parte di due nazisti verso una donna.
Non sappiamo quanto, nell’insieme dell’esposizione, quest’opera sia stata contestualmente collocata, quanto adeguatamente e sensibilmente presentata, quanto organicamente appropriata al tema che si voleva sviluppare…; non sappiamo se è stata buttata là, allo sbaraglio, tanto per far ribollire un po’ di brodo propagandistico; …c’è chi usa interi padiglioni di  Biennale per tirare a lucido il proprio curriculum; curatori, arte, mercato, spesso sono, quelli sì,  inscindibilmente condensati..
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L’abito non fa lo stupro

sabato, Ottobre 1st, 2011

Ma fa l’alibi per gli stupratori, uomini incapaci di intendere e di volere con la salivazione da riflessi condizionati come il cane di Pavlov davanti alla pappa. A Parigi le donne della Slut Walk ricordano a tutti che ci vestiamo come vogliamo, che un No significa un No, che nessuno è autorizzato a toccare nessuna neanche se andassimo in giro senza abito. A New York (come accaduto prima in Canada e come probabilmente accade in tanti altri posti e cervelli) intanto si continua con la gabula degli abiti provocazione tanto per continuare a rivestire gli stupratori con penose pezze di  giustificazione.

Glamour bastards

martedì, Settembre 6th, 2011

Una ne era già arrivata qualche giorno fa; una notizia su uno spot pubblicitario con la donna pesta, capelli cotonati, occhio nero e il sibillino dictat: «Mostrati al tuo meglio qualsiasi cosa ti succeda». Oggi ne arriva un’altra, cioè un altro occhio pesto su una faccia da Barbie ripresa in pose da vittima delle incombenze domestiche. L’ultima frontiera del glamour, (assieme a quella che fagocita le bambine vendendone l’immagine di bambole sexi):  l’ingaggio della violenza domestica contro le donne -sintetizzata nel classico ematoma all’occhio- per vendere prodotti, fare notizia, far parlare del brand… poi eventualmente, se qualcun* protesta,  arrivano le ipocrite scuse… Noi, a fronte della violenza sulle donne e sulle bambine, le riteniamo  provocazioni da bastardi. Qualcuno ammicca, altri eseguono.

Da oriente a occidente

giovedì, Settembre 1st, 2011

Il padre marocchino, sequestra e frusta la figlia, a suo dire, troppo occidentale, perché la vuole conforme al suo volere, sostanzialmente la ritiene sua proprietà.
Il fidanzato italiano, occidentale, sequestra e tortura la fidanzata perché la vuole conforme ai suoi desideri, sostanzialmente la donna deve diventare sua proprietà.
Trovate le differenze.
… non quelle del Corriere tipo => connazionale: movente individuale [riguarda solo lui] (“dramma della gelosia“)
=>marocchino: movente etnico [tutti loro fanno così] (comportamenti troppo occidentali), perché con i numeri altissimi di donne maltrattate e uccise da italiani, i conti non tornano. A meno che non si voglia ammettere che le singole azioni individuali hanno un’origine sociale collettiva che amalgama il transnazionale dominio sulle donne con un sessismo, machismo, fallofascismo tutto doc… Tu chiamala se vuoi: gelosia.

Quello che non si vede

mercoledì, Agosto 24th, 2011

Oggi in strada a Firenze un uomo di origini marocchine ha aggredito, immobilizzato e puntato un coltello alla gola della sua ex fidanzata. Qualcuno ha fotografato l’accaduto. La Repubblica  riporta la cronaca con una rassegna di foto premettendo: “ATTENZIONE: le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità“. Dal momento che ha inserito uno degli stessi scatti nell’articolo, non si capisce che senso abbia tanta cautela. Marcare la crudeltà del marocchino?
Sappiano gli urtosensibili che la stessa crudeltà verso le donne si ripete nelle case gli italiani dove nessuno vede, nessuno interviene a fermare nessuno e anche la cronaca coltiva indifferenza o peggio, omertà.

Come volevasi dimostrare

martedì, Agosto 23rd, 2011

Come pensavamo che finisse il processo a Dominique Strauss Khan?
Che finisse senza incominciare. Così è stato, non avevamo dubbi. Lei denuncia lui per stupro; ma il processo si fa a lei, alla sua vita privata, alla sua credibilità da demolire; lui con un’altra denuncia per tentato stupro esce promosso, lei bocciata a vita. E’ vero, noi donne, tutte, siamo uguali davanti alla legge che sotto tutti i cieli non rinuncia mai a farci apparire colpevoli quando con coraggio denunciamo le violenze subite.

Il bruto di Via del Cristo

domenica, Luglio 31st, 2011

Delle volte non abbiamo cuore di riportare tutte le crudeltà che le donne continuano a subire nel profondo medioevo postmoderno. Per noi e per tutt* lo fa il coraggioso “Bollettino di guerra”. E mai nome di blog fu più appropriato. Questo è.
Oggi qualcuna ha segnalato di una donna e di una figlia  massacrate a botte e a morsi dall’uomo di famiglia. In aggiunta alla nuda cronaca c’è da considerare la reazione del vicinato; sempre giocata sullo schema prevedibile della soluzione finale tipo “galera a vita”… sai mai che un tale bruto una volta fuori viene a prendersela anche con te…; sulla sensibilità per intercessione perché di mezzo c’era una bambina di tre anni “una giovane creatura che non ha alcuna colpa”…; e infine sulla condanna  del gesto eccedente e perciò da censurare qualsiasi   “eventuale torto abbia commesso la donna”. Ecco infine mostrarsi l’infido pensierino, quello che serpeggia e si nasconde nelle pieghe cerebrali dove il patriarcato ha lasciato il sedimento della giustificazione, sempre utile, nel caso in cui anche  l’uomo normale, quello del quartiere che guarda e commenta, metti che un giorno  gli venga di trasformarsi in bruto. Si deve suggerire sempre l’idea di una donna che commette un eventuale torto, altrimenti i maschi dovrebbero guardarsi in faccia e incominciare a chiedersi qual’è il loro problema. Ma fin che si guarda alle donne non c’è problema. E non c’è nemmeno soluzione.
E chi regge il gioco è imperdonabilmente complice!

Bacati all’origine

venerdì, Luglio 29th, 2011

ma non folli, anzi, sanissimi. Perfettamente in grado di intendere e volere. La patologia dei “sani”, delle “persone normali”  che nessuno ha voglia di riconoscere, si chiama patriarcato. Nella sua espressione estrema di dominio uccide. Untore questa società diffusamente sessista.

Dà fuoco alla moglie, ai carabinieri: «Volevo solo metterle paura» La donna in condizioni disperate, lotta per sopravvivere

La cattiva scuola dei cattivi ragazzi

domenica, Giugno 26th, 2011

Nel divertimento e nel gioco, spesso c’è quello che si è imparato. Non dimentichiamo il lavoro del patriarcato sessista come manuale di istruzioni per la violenza del branco.

Stuprano ragazza di 15 anni ricercati 3 italiani, forse minorenni

La tortura al lavoro

giovedì, Giugno 2nd, 2011

Donne medico: una su quattro
ha subito molestie sessuali
Secondo un’indagine, vengono vessate anche per esser messe in cattiva luce, ma molte non ne parlano

La tortura in casa

giovedì, Giugno 2nd, 2011

Sua moglie è stremata dal cancro
Lui pretende sesso: 5 anni di cella
«Lasciata senza cibo né cure». Lei è morta un mese dopo averlo denunciato. A inchiodare il marito è stata la testimonianza del figlioletto. Il giudice: «Quadro allucinante»

L’inserviente

lunedì, Maggio 23rd, 2011

“Siamo tutte cameriere” era lo slogan della manifestazione femminista di ieri a Parigi in solidarietà con la donna che ha accusato Strauss Khan di stupro e contro le pesanti affermazioni sessiste e maschiliste che si sono levate invece a difesa dello stesso. Non avevamo dubbi che contro la donna si coagulassero gli squadroni delle gonadi innocentiste; lo fanno sempre; conosciamo bene tutto il rosario della colpevolizzazione femminile: di lei che provoca, lei che dice no ma è sì, di lei che mente, di lei che ci sta e poi ti accusa, e se sei ricco potente e importante ecco, ti ricatta… Infatti, Catherine Breillat, intervistata dall’Espresso, ritiene che si tratti di quest’ultimo caso perché, spiega la nostra inserviente delle pelose glorie maschili: “E’ un bell’uomo e non posso pensare che non abbia potuto aspettare di arrivare in Francia dove centinaia di donne, me compresa, sono pronte ad andare a letto con lui”, un lui che per la lucidatrice dei trofei del testosterone si inscrive “nella grande tradizione dei nostri presidenti, tutti hommes à femmes”. Ahilei non tutte  les  femmes però amano sbavare dietro gli uomini, nemmeno se di potere, e se molestate o peggio, stuprate, anche li denunciano. Come qualcuna ha detto nella manifestazione di ieri, se esiste un presunto colpevole, prima di tutto esiste una presunta vittima, cameriera di mestiere, inserviente di nessuno.

Armonia familiare

mercoledì, Maggio 18th, 2011

Pordenone

«Violentava le figlie»: padre in carcere e moglie indagata
Non avrebbe denunciato ciò che accadeva in famiglia La procura ha prodotto nuovi documenti d’accusa

Gli stupri del FMI e del suo direttore

lunedì, Maggio 16th, 2011

Il neoliberismo, dottrina dei potentati economici che guidano il FMI con la sua  politica di sfruttamento e induzione alla miseria rappresenta uno stupro continuo per intere popolazioni del sud del mondo.
Allo stesso modo il suo direttore deve aver ritenuto del tutto naturale stuprare la cameriera dell’hotel nel quale alloggiava. Il Potere fa così; poi, se combina, invoca immunità, impedimenti, …impunità.

Chi non si indigna è complice

sabato, Maggio 14th, 2011

E anche chi nell’occhiello all’articolo scrive: “Terribile avventura di una giovane donna”. Come si fa a definire “avventura” la violenza e la tortura contro le donne!!? Ecco perché non finisce mai; perché nemmeno chi ne dà notizia ha il coraggio di definirla per quello che è e di indicare chi la fa, senza camuffamenti e giustificazioni.

ROMA, TERRIBILE AVVENTURA DI UNA GIOVANE DONNA
Tiene fidanzata appesa al 13simo piano poi la sequestra e la violenta per un giorno

… e noi ci vestiamo come ci pare!

venerdì, Maggio 13th, 2011

Il Sanguinetti da Toronto, nella sua veste di omunculus e poliziotto deve aver pensato di far bene a consigliare alle ragazze di non vestirsi da “puttanelle” per evitare di essere stuprate. Invece ha sbagliato in pieno l’individuazione del problema. Non è l’abito che fa la vittima; è l’habitus mentale maschile che fa lo stupro e poi legittima la sua azione dando la colpa alla vittima. Un vecchio trucco per salvare i lombi virili da uno smaccato problema di incontinenza fisiologica e incapacità relazionale. Uomo (♂) cura te stesso. Noi ci vestiamo come ci pare. Evviva la Slut Walking!