Archive for the ‘Femminicidio’ Category

I protettori

sabato, Gennaio 5th, 2013

noisiamoqui243In realtà non ci inquieta la violenza contro le donne. No. E’ un “fenomeno” chiamiamolo così, che abbiamo sempre tentato di analizzare, sviscerare, capire, combattere; quando qualcosa è decodificato è più probabile che si possa capire dove intervenire e come risolvere per quanto la battaglia sia dura, articolata e lunga.
Ci inquieta, e molto di più, chi si erge a protettore delle donne invocando soluzioni di tipo giustizialista grezze, grossolane e populiste che fanno più pensare  a manovre da campagna elettorale e perciò strumentali, depistanti e, in una parola, vergognose.
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Petizione, anche no.

domenica, Dicembre 23rd, 2012

Immagine dal sito della Provincia.
Brutta iconografia della vittima perenne.

C’è una petizione sul sito della Provincia di Udine che si chiama “STOP FEMMINICIDI: BASTA VIOLENZE SULLE DONNE” e che noi non firmeremo.Qui il testo, più sotto alcune nostre considerazioni.

Appello a tutte le Istituzioni, alla Procura della Repubblica di Udine, al Tribunale di Udine
Lisa Puzzoli sia l’ultima vittima di femminicidio in Friuli.
Quasi ogni giorno la cronaca ci racconta di crimini contro le donne. Un lungo elenco di delitti contraddistinti dalla ferocia con la quale gli assassini, spesso legati alle vittime da vincoli relazionali o famigliari, si accaniscono su donne e ragazze. Un fenomeno allarmante per le Nazioni Unite: il “femminicidio” è la prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni. Eppure il femminicidio è trattato come un delitto di scarsa pericolosità sociale, quasi fisiologico e inevitabile. Basti pensare che violenze e percosse alle donne, spesso preludio dell’omicidio, sono reati contro la persona perseguiti solo con querela della vittima.   (altro…)

Ancora?! Ancora.

sabato, Dicembre 8th, 2012

Ieri sera non abbiamo avuto parole, se non un: Ancora?! Il suono uscito da un pugno nello stomaco tanto più forte quanto più il fatto è vicino nel tempo e nello spazio.
Ancora? Ma non potevamo mica pensare che dopo il 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dopo che i giornali e i telegiornali ne hanno parlato, dopo che hanno perfino adottato il termine “femminicidio, questo fosse finito? No. Il bollettino di guerra si aggiorna sempre; oggi ci parla di Lisa che da ieri sera non c’è più perchè accoltellata a morte dall’ex convivente che lei aveva già denunciato tre volte.
All’articolo di cronaca del MV di ieri c’era questo commento: Risulta che la ragazza aveva denunciato molte volte il suo carnefice. Tragedia quindi annunciata! Finche’ non uccidono nessuno fa nulla. Questo e’ un grosso problema che andrebbe risolto, anzi che bisogna risolvere!!!
Domanda: come?
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Cronaca dei giorni dopo

lunedì, Novembre 26th, 2012

L’altro ieri, 24 novembre, sabato, giornata dedicata a diverse iniziative contro la violenza sulle donne, noi eravamo a manifestare in un presidio contro il carcere sotto le mura del carcere  -maschile- di Tolmezzo.
Il giorno prima, a Udine c’era stata una flash mob di “se non ora quando?” che con gran fantasia, ha raccolto in un cesto rose bianche, una per ogni donna che quest’anno è morta per mano di un uomo.
Il giorno dopo, 25 novembre, il giornale locale, il Messaggero Veneto, della giornata internazionale contro la violenza sulle donne non ha fato parola, ma in prima pagina ha messo una foto bella grande delle “Pin Up udinesi”, ritratte sui calendari secondo i canoni in uso per il tradizionale sguardo maschile.
Questa più o meno una panoramica veloce del 25 novembre intorno a noi.
Noi abbiamo aderito alla manifestazione davanti al carcere più che volentieri, perchè, come abbiamo già scritto, riteniamo il carcere una delle espressioni più brutali della società del dominio al cui interno sono iscritti anche i codici del patriarcato.
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Imparare significati

domenica, Ottobre 21st, 2012

Femminicidio: spesso ci sembra che sia veramente un deficit di apprendimento, un tragico  misunderstending, un pasticcio semantico che agisce chi non riesce a capire che quel “No” di una donna, significa “No”.
L’impulso ad agire con violenza, con un coltello o qualsiasi altra cosa, è sempre costruito nel tempo dentro questo buco nero del cervello dove collassa e si amalgamano tutti i materiali spazzatura che si costruiscono intorno alla parola amore che Femminismo a Sud mette bene in evidenza nella Lettera ad un potenziale femminicida.
Una distorsione sdolcinata e perversa cementata poi sul più atavico dei substrati: non si può riconoscere che una donna dica “No” fino a che non la si riconosce come soggetto autodeterminato.

Oggi non parliamo di femminicidio

venerdì, Ottobre 12th, 2012

oggi parliamo di un uomo, morto, forse per mano di una donna, la sua convivente.
Qui la cronaca.
Saltiamo tutte le pagine del quotidiano che, come al solito, quando sente che l’ordine sociale viene alterato,  fa intervenire sempre, dopo vicini, parenti, amici e conoscenti: il sindaco, il prete, l’esperto…
in questo caso di esperti ce ne sono due, anzi tre;  quello per l’alcolismo (perchè lui, ma, si sibila, anche lei, bevevano parecchio), quella per l’alcolismo versione nemico della coppia,  e quello per la psicologia.
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L’esercizio del controllo

lunedì, Agosto 27th, 2012

La cronaca del fatto accaduto oggi è ancora incerta, la stampa la racconta in un modo, il tg in un’altro; in ogni caso, che la donna per la quale due ragazzi litigano al punto quasi di uccidersi, sia la ragazza o la madre di uno di questi, non è qui rilevante.
Lo è invece sempre il fatto che una donna che decide, ovvero una donna e la sua decisione di frequentare una persona, non sono riconosciute, non contano, non valgono, non esistono; quello che si riconosce è solo il proprio antagonista; è con questa persona, questo soggetto che si devono regolare i conti perchè ha scelto la donna sbagliata, quella che si ritiene propria o sulla quale ci si ritiene legittimati ad esercitare il proprio controllo.
E poi c’è il continuo stillicidio femminicida di quelli che non riconoscono nel senso che non ammettono una decisione che li escluda e per questo quella donna che decidesse altrimenti non può vivere, è riconosciuta, solo per essere cancellata. Oggi un tale ha tentato di uccidere la ex moglie “perchè si è rifatta un’altra vita”

Cronache terrestri

martedì, Agosto 21st, 2012

Se Curiosity trasmettesse su Marte l’uscita del repubblicano Akin, ingegnere (sottolineato), membro della Commissione Scienza e Tecnologia (sottolineato),  sulle donne che hanno un qualcosa… un qualche meccanismo,  un sistema interno… insomma, un qualcosa che impedisce loro di concepire quando sono stuprate seriamente cioè da “vero stupro”… i marziani diventerebbero viola dal ridere e poi mostrerebbero, almeno loro, speriamo, compassione nei confronti del genere femminile terrestre tutto, per questi  distinguo tra “stupro vero” e non vero.
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Uomini con la pistola

martedì, Luglio 24th, 2012

Sono passati si e nò tre giorni ed un altro uomo ha ucciso un’altra donna, allo stesso modo, sparata, con la pistola; e poi, pure questo si è sparato a sua volta.
Del primo si dice che fu una vera e propria esecuzione: Tre colpi secchi: uno sotto una spalla, un altro alla testa e il terzo vicino al cuore.
Di quello di oggi si dice invece un delitto annunciato. …Un uomo irascibile che nell’ultimo periodo aveva lanciato evidenti segnali di aggressività nei confronti della ex compagna, tanto da essere querelato e denunciato più di una volta… eppure: querelato e denunciato per atti di violenza, nessuno pensa a revocargli il porto d’armi.
“Mancavano i requisiti per il ritiro” spiega pateticamente il comandante dei carabinieri, perché le denunce erano per violenza privata … e così il nostro le ha usate le sue tre pistole; tre colpi al petto.
Uomini che odiano le donne  uccidono anche con qualsiasi altra cosa; ma la pistola, incarnazione metallica di una potenza facile, immediata, fulminea, diventa la voce nell’incapacità di parola, il segno del comando, il suono dell’onnipotenza ed infine, come per questi due, della propria sconfitta.

Lo sapevamo che…

domenica, Luglio 22nd, 2012

se non regolarmente coniugate, se non mogli “regolarmente” ammazzate in famiglia, siamo dispare pure nella morte perché le aggravanti previste dall’art. 577 del codice penale non sono previste per la convivente more uxorio?
Non lo sapevamo perché non ci interessa molto disquisire sugli anni di pena, se siano più o meno di 24, ma l’argomento è importante perché fa luce sulla disparità di considerazione , sulle attribuzioni di valore  ed anche sulla morale sociale (e di conseguenza penale) che ne deriva.
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Per chi suona la campana

sabato, Luglio 21st, 2012

Ieri un uomo ha ucciso la sorella della moglie perché, dice la cronaca, la riteneva responsabile della crisi del suo matrimonio oppure perché si era invaghito di lei e lei lo aveva rifiutato. Non lo sappiamo e poco importa.
Sappiamo che le ha sparato con fredda determinazione mentre lei gli preparava il caffè; un colpo alla schiena ed uno alla testa. Poi si è suicidato.
Poi sappiamo quello che l’informazione del giorno dopo ci tiene a farci sapere in una costruzione ripetitiva ed ossessiva dominata dal bisogno di collocare gli attori del dramma, l’uomo in primis,  in un tutto positivo; operativo ed attivo nel quadro di un corpo sociale con tutte le carte in regola, tutto pulito, nitido, a posto fatto di alpini, sodalizi per le feste patronali, associazioni di volontariato, persone tranquille…, perfino le armi, legittimate dal “legalmente detenute” sono tutt’altro da quello che sono e da quello che servono.
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E poi non c’è crudeltà

venerdì, Luglio 6th, 2012

L’inesorabile bollettino di guerra ieri ci riportava di Maria, incinta di nove mesi uccisa dal marito con un bastone e poi bruciata nei campi di Erice;  “nel giorno del suo compleanno“, ha aggiunto il telegiornale di oggi.
Poi, Bollettino di guerra riportava anche di una sentenza della Cassazione che ha stabilito che l’uomo che nel 2008 aveva ucciso la moglie e la suocera a martellate non è imputabile dell’aggravante di crudeltà perché questa “ricorre – scrivono gli alti giudici – quando le modalità della condotta rendono evidente in modo obiettivo e conclamato la volontà dell’agente di infliggere alla vittima sofferenze gratuite, inutili, ulteriori e non collegabili al normale processo di causazione dell’evento morte, sì da costituire un qualcosa che va oltre l’attività necessaria per consumare il reato, in tal modo rendendo la condotta dell’agente particolarmente riprovevole e ripugnante agli occhi della collettività per la gratuità e superfluità dei patimenti cagionati alla vittima con un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e priva dei più elementari sentimenti di umana pietà“.
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SARA

martedì, Luglio 3rd, 2012

SARA sta per “Spousal Assault Risk Assessment”, valutazione del rischio di violenza tra coniugi. Si tratta di un elenco di fattori che fanno riconoscere gli uomini propensi a ripetere e aggravare i maltrattamenti e le donne più vulnerabili». E’ un test; una serie di domande alle quali rispondere per poi valutare quanto una donna sia a rischio femminicidio.
Praticamente una formalizzazione modulistica oggettiva dello status di “vittima”. Servirà? Boh….
Anche no, se manca tutto il resto tipo via di uscita concreta, sbocco economico, ecc. ecc. ma soprattutto solidarietà sociale come base fondamentale per l’autodeterminazione.
Sosteniamo e rivendichiamo l’autodeterminazione… poi magari, anche sara aiuta.

La parola del giorno

lunedì, Luglio 2nd, 2012

Gelosia.
Una donna oggi è stata uccisacon due tipi di forbici” “per un raptus di gelosia” ed un’altra accoltellata è in gravi condizioniprobabilmente per gelosia”: l’ex convivente l’ha chiusa in casa, pugnalata, lei per fuggire si è gettata dalla finestra, lui si è suicidato dandosi fuoco.
Sembra un intermondo dell’orrore, un incubo dove si aggirano uomini che non riescono a tollerare che una donna possa concepire neanche l’ombra di un pensiero che li escluda; nemmeno quando sono ex; mai.
La “gelosia” diventa il sentimento che arma le loro mani, il loro movente e la ragione che gli articolisti di cronaca invariabilmente gli attribuiscono.
Ma porcaccio quel boia è veramente ora di finirla! Questi uomini sono stati tenuti come principini cullati nell’ abominevole protezione giuridica del delitto d’onore, che, sebbene non da molto, non si contempla più. Cerchiamo di non trovargli un sostituto in un sentimento che tutt*, uomini e donne possono provare, ma che bisogna imparare a modulare perché nessuna persona è di proprietà di un’altra.
Il  “raptus di gelosia” è ancora l’assoluzione sociale preventiva che si vuole dare  all’uomo che vede solo sé stesso e odia e uccide  la donna che lo smentisce. Un femminicida senza più giustificazioni.

Dordolo senza fine

giovedì, Giugno 21st, 2012

Cosa non ci si inventa pur di far parlare ancora di sé, di raggranellare ancora una briciola di appeal poltico, di  recuperare una credibilità finita sotto le suole delle scarpe perfino dei leghisti più tamarri… Pensa che ti ripensa, il Dordolo frainteso e liquidato dopo aver scritto sul suo profilo FB che l’uomo di nazionalità indiana che aveva ucciso e gettato il corpo della moglie nel Po aveva inquinato il sacro fiume;  …eureka! Ha avuto l’idea: si candida come padre adottivo della figlia sopravissuta cui il padre ha da poco ammazzato la madre e la sorella prima di suicidarsi, di nazionalità indiana, si intende.
Sì, sì, lo ha detto veramente,  con l’ottusità del tracotante e la stoltezza dell’idiota… alla dordolo potremmo dire… ma questo non lo giustifica da un’operazione ancora più schifosa delle battute da anencefalo.

Mattatoio globale

martedì, Giugno 19th, 2012

Oggi Bollettino di guerra ci informa di una madre, di una figlia  e di un’altra donna uccise dai rispettivi marito ed ex compagno; la cronaca ci informa anche che uno, poi suicida,  era di nazionaltià indiana, l’altro tunisino.
Ci saranno, come sempre purtroppo, quell* che ne approfitteranno per ingrassare le proprie argomentazioni razziste e xenofobe.
Se c’è invece qualcosa che rende simili nel loro aspetto peggiore molte culture è proprio la considerazione delle donne, quel libero arbitrio che non viene loro riconosciuto, quel “no” che non possono proferire davanti alle pretese dell’uomo, quell’obbedienza obbligata alla cui ribellione la risposta troppo spesso è la morte.
E poi la tacita comprensione e giustificazione per l’assassino e l’omertà della società tutta.
In Italia in quest’ultimo aspetto c’è una vera maestria, quando l’autore è autoctono, naturalmente.

Al 70esimo

giovedì, Giugno 7th, 2012

Al 70esimo femminicidio che vuol dire settanta donne uccise per mano di uomini dall’inizio dell’anno, 70 persone come noi che scriviamo o voi che leggete, 70…, 70, provate a immaginare e contare…. Femminismo a sud gli ha già fatto il contropelo a questa stampa che abbiamo esaurito i peggio aggettivi per definirla.
Aggiungiamo, essendo che Staranzano non è poi molto distante da dove siamo, che nel giornale locale il titolino “uccide la convivente, a coltellate dopo una lite”, viene dopo “Intesa fra università, Udine e Trieste dicono sì alla federazione”, dopo “Terza cosrsia in A4, non c’è più tempo“, dopo “Vigile del fuoco arrestato con 200 grammi di hascisc”, dopo “Il sindaco chiude la discoteca Papillon”, dopo “Scegli il più forte difensore destro della storia udinese”, dopo “Coprifuoco, i bar sfidano il Comune”, dopo “Festival dei writers In migliaia a vedere gli artisti dei muri”, dopo “Piste ciclabili in Friuli segnala problemi e disservizi” e pure dopo “Ecco come e quando pagare l’Imu”.
Oh sì, la cronaca è organizzata per provincia, Gorizia forse viene dopo…, ma per favore!… perfino dopo lo sport e l’imu che corrisponde praticamente ad una “comunicazione di servizio”… tanto conta la morte di una donna per mano di un uomo! Salvo ficcarci dentro,  nel post nazionale  lo snoqspot sul quale aggiungiamo solo questo: almeno liberateci da titoli idioti del tipo:  “Se non ora quando” chiede di fermare il “femminicidio”, come se si potesse fare un referendum, una petizione o un decreto che lo metta al bando. Distorsioni.
Come quelle dietro le quali  si nascondono gli assassini come Varotto: “Ho perso la testa”, poi quando la ritrovano, nessuno si preoccupa di mostrare la merda patriarcale che c’è dentro.

46 anni per niente

sabato, Giugno 2nd, 2012

Sono quelli di Luca Dordolo.

Dal MV di oggi: “Provocatore lo è sempre stato. Basti ricordare la foto, inviata a tutti i giornali, di una donna araba che passeggiava in centro a Udine indossando il burqa oppure la marcia, con tanto di fiaccole, contro il cimitero islamico di Paderno. Ma adesso Luca Dordolo, 46 anni, capogruppo della Lega in Comune, pare abbia proprio passato il segno, vista la valanga di reazioni indignate contro la sua ultima “sparata”.

Che è questa.  «La donna indiana gettata nel Po ha inquinato il nostro fiume sacro. Cosa direbbero se andassimo a fare lo stesso nel Gange?»

Domanda: è nato così o lo è diventato da Leghista?
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Il meccanismo

venerdì, Giugno 1st, 2012

Il più crudele dei giorni è ogni giorno. Ogni giorno una donna uccisa da un uomini che non tollerano di essere respinti, non sopportano una donna che dice “No!”
Oggi Claudia Bianca, ieri Sabrina e Ludmilla… “Quella strage di donne che non si ferma“, scrive Il Corriere, “…non si ferma…”come se fosse un’emorragia, come uno spred in ascesa inarrestabile, un infinito ed ingovernabile sciame sismico.
Un “non si ferma” che la rende impersonale, avulsa dagli attori che la provocano, un meccanismo avviato che ha un moto proprio. Come se non fossero gli uomini che devono fermarsi…
Tempo addietro ci lamentavamo perché i media ignoravano il “fenomeno”, ora che ne parlano osserviamo in quanti modi se ne può parlare e delle volte può essere anche peggio.

Senza soluzione di continuità

giovedì, Maggio 31st, 2012

Senza soluzione di continuità gli uomini uccidono le donne,
Senza soluzione di continuità i quotidiani costruiscono cronache vergognose.
Gli uni non sanno far altro che molestare e uccidere, gli altri fanno inchieste sulla violenza contro le donne e poi quando succede sembra che la donna uccisa sia un incidente di percorso nel vero dramma che è quello di uno che va a spararsi in chiesa. Come scrisse Michela Murgia: “E’ morta, ma la vittima è lui”. Ma che schifo!
Senza soluzione di continuità noi odiamo questi uomini e questi giornalisti.