Evviva!
Aprile 29th, 2012 by dumblesTutto o quasi il mondo politico nazionale è contro la violenza sulle donne!
Da Bersani a Polverini.
Talvolta i temi morali lavano più bianco.
Tutto o quasi il mondo politico nazionale è contro la violenza sulle donne!
Da Bersani a Polverini.
Talvolta i temi morali lavano più bianco.
In questi giorni, dopo Vanessa, l’ultima donna ad essere ammazzata per mano del suo ragazzo, la 54esima in ordine di tempo dall’inizio dell’anno a oggi, alle snoq (Se Non Ora Quando) è suonata la sveglia del femminicidio e loro, l’hanno fatta suonare a loro volta sui media con un comunicato sottoscritto via via da molte altre e qualcun altro. Quindi ieri, qui o là si parlava di “femminicidio“…
Avremo di che esserne contente… eppure ci è venuto un crampo alle ovaie.
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(documento inviato a BlogFemminismi il 26 aprile 2012)
Forse c’è, all’interno di Blogfemministi, una visione della rete molto diversa fra le varie realtà che interagiscono (ovvio !! – per fortuna !!!), tanto da proiettare su di essa obiettivi molto diversi, … forse troppo. Ma a cosa serve una rete, per di più femminista? Che caratteristiche deve avere? Può essere solamente un contenitore? Per quanto tempo? Deve o no, avere dei criteri di partecipazione e di appartenenza condivisi? E se sì, quali? Con quali obiettivi? Solite domande alle quali però è difficile dare risposte e rispetto le quali le pratiche tecnologiche non offrono soluzioni sufficienti. Read the rest of this entry »
Noi la vediamo oscena, la prolusione di Monti di oggi 25 aprile, perlomeno nella parte in cui rilancia l’idea della resistenza a tutt’oggi come “….liberazione da alcuni modi di pensare e vivere a cui ci eravamo abituati e che impedivano al Paese di proiettarsi nel futuro“. Dentro ci sentiamo il riverbero delle sue porcherie sulla “noia del posto fisso”, il tentativo di legittimare la manovra di governo che ci proietta tutt* direttamente nel mortaio dello sfruttamento economico estremo con la scusa di uscire da una crisi che peraltro non siamo noi ad aver provocato.
Un’offesa alla resistenza, un insulto alla liberazione, una mistificazione da far rivoltare nella tomba.
La liberazione al tempo di Monti, per noi, è ben altra cosa.
Dunque oggi è il 42° Giorno della Terra, Earth Day, il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Il giorno in cui molti di quelli che nel resto dell’anno razzolano male, predicano bene. Prendiamo le pubbliche amministrazioni, piccole e grandi, dai comuni ai governi che con la gestione del territorio sono i primi responsabili di dissesti e disastri ambientali; prendiamo le industrie, la loro responsabilità nel cambiamento climatico e nella desertificazione, prendiamo l’economia e la finanza e il loro mantra della crescita infinita… nel nostro giro sul web abbiamo preso ad esempio quello che ci è sembrato uno degli spot più belli: questo ; lo ha prodotto Benetton, sì quello che sfruttava la terra dei Mapuche e non solo… Poi, per fortuna, abbiamo trovato anche questo…
Se andate su Internet e cercate un insieme di parole tipo: “suicidi Italia crisi economica”, vi esce un florilegio di articoli che segnalano con preoccupazione l’emergere del fenomeno, ne dettagliano gli aspetti, ne contano i casi… Nulla di tutto questo avviene per quanto riguarda i femminicidi; salvo ovviamente la cronaca spicciola in “nera”, qualche considerazione una o due volte all’anno (8 marzo o 25 novembre) e all’uscita delle statistiche ufficiali; insomma non c’è la percezione del fenomeno, o peggio, c’è la sua negazione perché il silenzio corrisponde a questo. Parliamo della stampa mainstream ovviamente.
Molti blog di donne, segnalano, disperatamente segnalano.
Oggi.
Bollettino di guerra.
In prossimità del 25 aprile; un nostro volantino
Raccontava la partigiana Gianna: “…“lì (in montagna) i compagni ci hanno accolto felici perché avremmo attaccato i bottoni, li avremmo spidocchiati, avremmo fatto da mangiare”, ma no, loro erano andate in montagna per combattere … non per “fare esclusivamente quello che ci propongono i compagni!”…
Loro, come le tante che da casa aiutavano in tutti i modi possibili la Resistenza, erano donne “… donne che la Resistenza ce l’avevano dentro come impulso morale, per cui quello che si doveva fare andava fatto senza discutere …”; loro, quelle che “gli uomini nei loro libri per decenni neanche le hanno citate.”; quelli che “ci è voluto un sacco di tempo per fargli capire che la Resistenza non sarebbe stata quello che è stata senza la partecipazione delle donne”; (da “Storia di Gianna-raccontata da Fidalma Garosi Lizzero, A.N.P.I. Udine IFSMI 2007, Publicoop Editore) a loro, la scelta partigiana, lo stare con determinazione da una parte, quella parte, è venuto “naturale”; … quello che si doveva fare andava fatto…
Noi le ricordiamo ad ogni 25 aprile perché per ogni altro giorno che non è il 25 aprile abbiamo con loro un debito che dovremmo onorare, con la nostra, scelta partigiana, con il nostro impulso morale a stare da una parte; da quella antifascista innanzitutto.
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C’è una perversione della disumanità che lascia senza parole.
Si accanisce spesso intorno alle persone migranti, in questo caso permessa da leggi barbare ed applicata da sgherri in divisa o in borghese, poco importa perché la loro divisa è la crudeltà.
Succede ad Alina, suicida in una stanza del commissariato di Opicina (Trieste). Era lì per essere spedita al cie di Bologna e poi via dall’Italia, in Ucraina suo paese di origine. Alina ha interrotto la sua spedizione forzata, impiccandosi.
Altri, lo abbiamo visto oggi, vengono rispediti indietro, come pacchi, mani legate e nastro adesivo sulla bocca.
Ed è prassi ordinaria.
In questo paese, la tortura non esiste nemmeno come definizione nel codice penale, ma la si incontra spesso nei commissariati e in tutto quello che sta intorno e dentro i cie.
Eccone un’altra da aggiungere alla lista dei posti e prodotti da boicottare: la Rinascente.
Questi, per far pubblicità alla carta di fidelizzazione, obbligano le commesse ad appuntarsi sul petto la spilla con su scritto: “Averla è facile. Chiedimi come”. Doppio senso sessuale; tutta bava che cola e le ragazze lì, costrette a sopportare. Il senso reale è invece che le brillanti menti rinascenti probabilmente pensano che le donne che lavorano le puoi usare come vuoi, e perciò le puoi usare anche come esche per maschi. Deprimente da morire, altrochè rinascente.
Qui la cronaca.
Scrive Zanarado, (qui il testo) come considerazione ad un post di Marina Terragni che si interrogava su come sia possibile che la massa di corrotti che ci governa sia così impunita:
…Però noi donne… perchè non passiamo all’azione? …Però l’impotenza la vedo nostra. Di che cosa abbiamo paura? Siamo il 60%della popolazione, e mai pronte, mai empowered, mai convinte nel mandarli affanculo. …
…Invito a ragionare che tra se non ora quando e mille altri movimenti siamo una marea, potremmo provocare un terremoto, una valanga un cataclisma. Quale autorizzazione stiamo aspettando? manca un anno alle elezioni…
…Tra un anno si vota. Noi siamo la maggioranza.
Perciò non votiamoli! Disertiamo le urne! Disertiamo tutte!. Per noi è questa la logica conclusione al suo appassionato discorso, al suo volere una risposta.
Possiamo anche rispondere al suo appello rilanciandolo a nostra volta in forma di domanda: perché non proclamare un generale astensionismo di genere? Perché non fare lo sciopero del voto? Perché non fare la differenza togliendoci da “questo limbo melmoso”?
“Belle e gravide di vita” possiamo concepire ancora questa politica? No!, Abortiamoli tutti.
Sono le donne vittime di un presunto codice d’onore, uccise dalla criminalità organizzata dal 1896 a oggi; ne parla Claudia Campese presentando un dossier che raccoglie le loro storie. Storie terribili;
Delitti d’onore e vendette, in cui l’uccisione delle donne viene utilizzata «per normalizzare una situazione in cui sono sfasati gli equilibri»…. Equilibri che per il clan famigliare deve aver rotto anche Angela Costantino uccisa dai parenti nel ‘94 perché aveva una relazione extraconiugale; forse la stessa punizione decisa per Barbara cognata di Angela, scomparsa nel 2009.
Il codice mafioso non ammette trasgressioni; ma quando uccide le donne, si differenzia poi molto da quello sociale maschile? Stando al silenzio omertoso che si crea intorno ai femminicidi in generale, viene da rispondere di no.
Oggi è uscito in Italia il film di Daniele Vicari “Diaz non pulire questo sangue”. G8, Genova 2001, le violenze della polizia alla scuola Diaz e le torture alla Bozaneto, come scrisse Amnesty International: “La più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”.
La ministra dell’interno Cancellieri ha detto che andrà a vederlo perché: «Il Paese ama molto le forze dell’ordine, però è giusto che mi vada a documentare perché tanto più si conosce, tanto meglio si fa».
Vadi Cancellieri, vadi a documentarsi…, mentre da Genova in qua, le forze dell’ordine continuano a menare chi manifesta, a minacciare e intimidire, ad arrestare per poco o per niente. Mentre lei si documenta, la scia di sangue di Genova si è allungata alla Val di Susa e si è vista in tanti altri posti dove la gente è scesa in piazza per difendere e reclamare i propri diritti. Perché non è finita con Genova 2001 e i, o le registi/e del sequel, non mancano mai.
Presidi in Regione FVG
Udine ore 17.30 Stazione Ferroviaria
Ogni tanto i media mainstream si ricordano dei Cie e ci fanno su qualche articolo corredato da videi ecc.
Queste mostruosità giuridico-amministrative create dalla mite Turco e da Napolitano il giusto, confermate da Bossi and the magic circle, sottoscritte dal Fini il neobuono e, con i 18 mesi per l’identificazione, rese abominio definitivo da Maroni, odierno uomo delle pulizie; ogni tot sono oggetto di interesse giornalistico, di qualche ispezione umanitaria, di qualche nota sui diritti umani. Poi per un po’ magari non ne parlano, poi anche sì, ecc.; non c’è problema, tanto i cie sono sempre lì, il loro contenuto umano anche.
Oggi l’inchiesta del Corriere della Sera, mostra che sono brutti, sì, ma naturalmente non arriva a dire l’unica cosa dicibile: chiuderli tutti, chiuderli subito!
Andavano tanto d’accordo, nel comune sentire razzista e xenofobo, che insieme avevano fatto una delle leggi più crudeli, dopo quella Turco-Napolitano che istituiva i Cpt, ora Cie. Avevano lo stesso orgoglio nel metterci il marchio col nome: Bossi-Fini, l’orgoglio disumano di regolamentare re-spingendo indietro gli/le immigati/e ai loro inferni di provenienza.
Oggi il primo firmatario, quello che, con tutto il suo partito, negava il diritto alle cure mediche ai clandestini, si scopre al centro di un cerchio di ladri (a sua insaputa, per carità!) che rubavano per pagare perfino la rinoplastica del figlio con i soldi pubblici, nostri e degli immigrati che volevano tassare per il permesso di soggiorno. L’altro firmatario, dai recessi della politica, in attesa di tempi migliori, timidamente si smarca dalla sua creatura dicendo che oggi la creerebbe diversa, concessione di tempi più lunghi per trovare un lavoro prima della sepoltura in un cie o della cacciata dall’Italia… e poi magari la legge sulla cittadinanza…
Rifiniture. Domani saranno più umani, forse.
A sentire Cimadoro, esponente Idv, cognato di Di Pietro, quello del titolo è un bel quesito, ma di difficile risposta; fatto stà che l’istituzione politica li accoglie tutti, a tutti garantisce di che vivere, a tutti garantisce un perché della loro esistenza; nessun cottolengo saprebbe fare di meglio.
E il vescovo che vede l’inferno ed anche chi c’è dentro? Amante di fiction, visionario di mondi paralleli o lo hanno spaventato da piccolo? Mah?!?…
Quesiti, quesiti di persone normali che fanno sesso con chi preferiscono.
… e nemmeno un fazzolettino verde per coprire le vergogne.
Tanto razzismo, xenofobia e machismo conditi con rutti e tradizione per alimentare la base ottusa della Padania che si scopre Ladronia. La scoperta dell’acqua calda, in Italia. Bollita anche l’acqua del Dio Po.
I tecnici super partes intanto lavorano alla nostra “strategic review”, ovvero a revisionarci per farci persuas* della nostra necessità di sacrificabili.
Sacrificati ma protetti dai nuovi F 35 di 5a generazione che in nr, di 90 esemplari veglieranno su di noi e faranno tanto contento il ministro ex ammiraglio Di Paola il quale voleva fortissimamente che le forze armate fossero uno “strumento proiettabile” coerente con il “livello di ambizione nazionale”.
Proiettassero i loro kooly furi dai nostri orizzonti!
Pillola dei cinque giorni dopo. Cosa poteva dire Miss Roccella all’arrivo in Italia del nuovo contraccettivo d’emergenza? Che è un abortivo, è ovvio. Qui l’intervista da parte di un o una giornalista che probabilmente la pensa allo stesso modo.
Ma siccome una molecola non è un’opinione, questo è quanto riportato dal foglio illustrativo del prodotto: “Ulipristal acetato è un modulatore selettivo sintetico del recettore del progesterone, attivo per via orale, che agisce legandosi con grande affinità al recettore umano del progesterone. Si ritiene che il meccanismo d’azione primario consista nell’inibire o ritardare l’ovulazione. Dati farmacodinamici mostrano che, anche se assunto immediatamente prima del momento in cui è prevista l’ovulazione, ulipristal acetato in alcune donne, è in grado di posticipare la rottura follicolare.”
Qualche informazione di più qui, e qui una nostra breve considerazione.
Di seguito l’appello dal movimento No Tav per la mobilitazione dell’11 aprile, contro l’ufficializzazione dell’occupazione militare della Val Susa.