Archive for the ‘Noi siamo qui’ Category

I protettori

sabato, Gennaio 5th, 2013

noisiamoqui243In realtà non ci inquieta la violenza contro le donne. No. E’ un “fenomeno” chiamiamolo così, che abbiamo sempre tentato di analizzare, sviscerare, capire, combattere; quando qualcosa è decodificato è più probabile che si possa capire dove intervenire e come risolvere per quanto la battaglia sia dura, articolata e lunga.
Ci inquieta, e molto di più, chi si erge a protettore delle donne invocando soluzioni di tipo giustizialista grezze, grossolane e populiste che fanno più pensare  a manovre da campagna elettorale e perciò strumentali, depistanti e, in una parola, vergognose.
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Pignarûl al centro

venerdì, Gennaio 4th, 2013

noisiamoqui242Ci ha seguito negli anni, reale, virtuale, grande o piccolo; al centro del piazzale del centro sociale quando c’era o davanti al suo cancello quando è stato sgomberato, o in altro luogo che avremmo voluto fruire e adesso nel luogo in cui siamo riuscit* ad accedere. Il fuoco dell’epifania. Una costante. Non c’entra niente con remagi, gesù bambini e compagnia cantante, questa liturgia del fuoco viene prima con tutta la sua sovrapposizione di miti e riti che la religione ha saputo solo deformare con befane caricaturali tanto per non dimenticare la misoginia che l’ha sempre nutrita e i roghi delle streghe che l’hanno preceduta.Perciò il nostro pignarûl brucia prima di tutto ciò che la religione ha fatto e fa delle donne, poi brucia tante altre cose; come abbiamo scritto, ce ne sono cose da bruciare…

Iniziamo così

martedì, Gennaio 1st, 2013

Gridando Libere tutte, liberi tutti contro le gabbie materiali e mentali in cui imprigionano il dominio, il potere, la morale, gli stereotipi, il sessismo. Buon proseguimento!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagini dal presidio davanti al carcere di Tolmezzo

 

 

Domani è un altro giorno,

domenica, Dicembre 30th, 2012

l’ultimo di quest’anno.
Noi ne faremo uno spunto di libertà. Per tutt*

Buon anno!

Brutto, bruttissimo

sabato, Dicembre 29th, 2012

…orrendo. Lasciamo stare tutte le nostalgie e le amenità sul periodo patriarcale longobardo, medioevale quantaltro; per una volta, almeno in parte, diamo ragione a Gianni Barbacetto: la nuova sede della banca popolare di Cividale è veramente di un brutto tra il buffo, l’orrido e il malriuscito; un pugno in un occhio insomma; un’immensa casa dei Puffi davanti a cui è atterrata una stravagante astronave di Star Trek. Solo architettonicamente brutto? Non solo; il manufatto è brutto dentro, proprio per l’essere nato per volontà dei potenti del posto, per l’incarnazione del potere del denaro e della smania di consumismo. Non se ne può più di questi scempi del territorio che ci fanno rimpiangere perfino il vecchio cementificio. E li chiamano “cittadelle del futuro”…. alla faccia del bicarbonato di sodio!

Toccabili ed intoccabili

giovedì, Dicembre 13th, 2012

C’è qualcuno che è sempre più toccabile di qualcun’altro, anzi molto di più, così tanto da essere fracassato a calci e pugni.
Stefano Cucchi deve essere stato uno di questi.
Leggiamo le conclusioni della  perizia svolta su incarico della III Corte d’assise di Roma: morto per malnutrizione. Stefano Cucchi è morto di fame!
Ci hanno fatto abituare a tutto, soprattutto a certe verità che, anche se sono evidenti, palesi, provate, non importa, non si possono dire.
Appena ieri si ricordava il quarantatreesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, strage di cui ormai si dice “strage senza colpevoli”, e poi c’è chi dice: “strage di stato” e allora si capisce.
Viviamo nel paese dei rimbalzi, dove a un* può capitare di morire per le fatalità più inverosimili che trascolorano in verosomiglianti, poi in quasivere e poi diventano vere come la bugia ripetuta tante volte. Ecco, Stefano Cucchi può aver battuto la testa contro il muro, contro un mobile poi è caduto e così lo spazio fra le vertebre, fino al canale midollare si sono riempiti di sangue… Basta un niente… un “malore attivo” ecco, come quello che buttò giù dalla finestra Giuseppe Pinelli. Ci pensavamo ieri ricordando alcune considerazioni che avevamo fatto sul libro in cui parla la moglie Licia: “Una storia quasi solo mia”, lei ad un certo punto dice più o meno che la giustizia che non c’è mai stata sarebbe semplicemente che tutti potessero conoscere la verità. La verità: i mandanti, gli esecutori, i beneficiari, nomi, cognomi, la verità insomma. A lei non piaceva il carcere, non lo invocava perchè la verità per affermarsi non ha bisogno di essere sostanziata dalla punizione di qualcun*. La verità parla da sè ed a tutt*.
Quando poi un carcere ti restituisce un corpo straziato come quello di Stefano Cucchi dicendo che è morto per malnutrizione hai già capito perchè sul versante di quell’altra tragedia collettiva sono passati quarantatre anni “senza colpevoli”. Qui, è colpa dei medici, hanno detto, come a suo tempo fu colpa di un calcinaccio.

Trova l’errore

domenica, Dicembre 9th, 2012

La storia è presto detta: una madre con la figlia provano a rubare in un supermercato di Campoformido qualche scatoletta di tonno, due tazzine, un paio di mutande, il tutto per un valore di trenta euro. La figlia scappando, da una spinta alla cassiera che la rincorre, le due vengono poi catturate dai carabinieri che le inseguono. C’è il processo per rapina;  la pm, chiede una condanna di anni 3 di reclusione; praticamente un anno per ogni dieci euro di merce trafugata.
Il collegio giudicante condanna la madre ad un anno e 300 euro di multa e la figlia ha patteggiato una pena a dieci mesi e venti giorni e risarcito la somma di quindi euro.
Trova l’orrore: perchè se si possono invocare tre anni di carcere per qualche scatoletta di tonno e poche cose le unità di misura della giustizia e di chi in questo caso la amministra sono fuori calibro di brutto anche nella logica del chi ruba paga.
Lasciamo stare la banalità, non per questo meno vera, che c’è chi ruba alla grande ma sta in posti protetti dai quali può accedere ai nostri soldi, alla nostra salute, alle nostre vite, non bazzica nei supermercati.
Ecco un altro orrore: che chi ha uno straccio di lavoro, es. da commess* di supermercato, debba diventare vigilante e guardia antitaccheggio.
Ma poi, di che taccheggio parliamo? Il furto per fame.
Ah, caro De Andrè: ….Ci hanno insegnato la meraviglia/verso la gente che ruba il pane/ora sappiamo che è un delitto/il non rubare quando si ha fame.
….ora sappiamo che è un delitto/il non rubare quando si ha fame.

Vagonate di incoscienza

martedì, Dicembre 4th, 2012

Ecco, facciamo uno più uno; mentre leggiamo del summit Montillande, delle fantastiche  iperboli sui finanziamenti al TAV, ci siamo ricordate -ma poi chi lo sapeva?- che era, ed è ancora in corso, a Doha capitale del Qatar l’incontro fra 119 paesi per negoziare gli impegni post Kyoto sulla riduzione delle emissioni di CO2.
Quello che ci balza agli occhi è che per il 2013 i governi hanno già preannunciato che non ci sono soldi per l’ambiente e il clima.
Così, nemmeno l’Unione Europea si impegna a rinnovare il finanziamento del Fondo per il Clima che si esaurisce a fine anno. Però, però, secondo Monti ci saranno soldi per il TAV.
Alluvioni, frane, tornadi,… conseguenze dirette del cambiamento climatico? In friulano si dice: rangjaisi! -arrangiatevi-
Ah, ieri Monti è anche stato eletto all’Accademia delle scienze morali e politiche.
Soprattutto morali.

A grande vitesse dans le tunnel

lunedì, Dicembre 3rd, 2012

Incontro Monti-Hollande. A proposito di TAV, dice Monti che non gli sarà difficile spiegare i benefici di questa opera in Italia ed in Europa e poi dice anche che …”riusciremo a superare vari tipi di ostacoli nazionali che ancora si frappongono alla realizzazione di queste opere, e questo richiede determinazione e capacità di persuasione, più sarà forte la nostra posizione nel sostenere che adeguati mezzi finanziari nel bilancio europeo siano messi a disposizione dell’opera...”
Bene, qua stiamo aspettando ancora che riesca a spiegarceli questi fantomatici benefici, mentre assaggiamo ad ogni piè sospinto i tentativi di persuasione del manganello, del gas urticante e lacrimogeno. Tra ieri e oggi ci hanno provato anche con il sequestro di persona su bus.
Quella dei finanziamenti europei poi, è una vita che la sentiamo e non ci crede nessuno, primo perchè in ogni caso sarebbero solo una piccola parte e solo per le tratte transfrontaliere, secondo perchè la tratta transfrontaliera qui da noi frana e si perde nelle grotte carsiche, terzo perchè il TAV come grande progetto europeo a suo tempo chiamato corridoio 5 è morto e sepolto.
Però nonostante questo Monti, il grande uomo, ci mette tutt* nel tunnel del debito infinito. Anche lui nella banda del buco.

E’ l’iter l’ideal

venerdì, Novembre 30th, 2012

Oggi il Governo  Monti ha scelto di sospendere per due anni la decisione sul futuro del progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto, nell’attesa di verificarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità finanziaria, -incredibile!- come se, in particolare quest’ultima, fosse ancora (e mai stata) possibile a fronte della situazione disastrosa che ci si trova intorno.
Su questa vicenda dello stretto è chiaro come il sole che, come sostiene la Rete No Ponte, importante è l’iter, non necessariamente la realizzazione. L’iter è già di per sè una bella macchina mangia soldi. Altrochè!
Lo stesso è per il TAV; tutt* sanno che il corridoio 5 è morto e sepolto eppure continuano a smenarci sopra. Che ci fa tutta la prosopopea sul futuro dei trasporti e sui grandi traffici transeuropei quando all’estremo opposto, cioè da noi il prosieguo del TAV non si sà ancora dove metterlo, più giù, più sù, sopra o sotto il Carso, vicino alla laguna, sulla ferrovia esistente… è da ridere, nessuno ci crede… eppure… eppure l’importante è l’iter; mandare avanti  che, come dice Ciucci ad dello Stretto di Messinacon il supporto indispensabile del Governo possiamo avviare tavoli di trattativa ed individuare le fonti di finanziamento…
Così lunedì Monti incontrerà Hollande e si diranno quello che si sono già anticipati a settembre cioè che La TAV si farà.
Si mandano avanti le trivelle per fare buchi che non si sa ancora che cosa collegheranno.
Intanto non avendo ragioni proprie, si continua a censurare e criminalizzare quelle de* altr*.
Denunce, arresti, avvisi di garanzia… consolidata strategia .
Sul bliz di ieri, qui un’analisi da Sguardi sui generis.
Siamo con loro: Liberi/e tutti/e!

Arrestate l’iter.

Convergenze

mercoledì, Novembre 28th, 2012

Sembra che tutto il peggio converga su Taranto. Tutte le cose più dissennate che la sfrenata società capitalista nel corso della sua storia sia riuscita a produrre.
Lo sfruttamento del lavoro, la lunga impunità per i padroni e i loro protettori, l’inquinamento, l’avvelenamento ambientale, le morti conseguenti, il cambiamento climatico e i suoi fenomeni.
Ieri stavamo per scrivere che a Taranto possono scegliere di che morte morire, se di fame o di tumore, poi abbiamo lasciato perdere perchè ci venivano aggettivi troppo pesanti, soprattutto nel leggere della pensata governativa di usare la “soluzione Acerra” cioè di dichiarare l’Ilva sito di interesse strategico, come si fece nel caso dell’inceneritore sottraendolo alla normativa ordinaria; uno scacco all’inchiesta in corso, alle bonifiche ambientali, ai morti, alle morte.
Clini oggi ha detto che è la chiusura ad impedire le bonifiche e che chiudere fa male all’ambiente.
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Cronaca dei giorni dopo

lunedì, Novembre 26th, 2012

L’altro ieri, 24 novembre, sabato, giornata dedicata a diverse iniziative contro la violenza sulle donne, noi eravamo a manifestare in un presidio contro il carcere sotto le mura del carcere  -maschile- di Tolmezzo.
Il giorno prima, a Udine c’era stata una flash mob di “se non ora quando?” che con gran fantasia, ha raccolto in un cesto rose bianche, una per ogni donna che quest’anno è morta per mano di un uomo.
Il giorno dopo, 25 novembre, il giornale locale, il Messaggero Veneto, della giornata internazionale contro la violenza sulle donne non ha fato parola, ma in prima pagina ha messo una foto bella grande delle “Pin Up udinesi”, ritratte sui calendari secondo i canoni in uso per il tradizionale sguardo maschile.
Questa più o meno una panoramica veloce del 25 novembre intorno a noi.
Noi abbiamo aderito alla manifestazione davanti al carcere più che volentieri, perchè, come abbiamo già scritto, riteniamo il carcere una delle espressioni più brutali della società del dominio al cui interno sono iscritti anche i codici del patriarcato.
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Gaza gamification

martedì, Novembre 20th, 2012

Gaza è la prigione più grande del mondo, così densamente popolata che qualsiasi ordigno arrivi dal cielo non può colpire un obiettivo con precisione perchè qualsiasi obiettivo sarà vicino a qualcos’altro, in genere civili, vecchi, vecchie, donne e bambini e bambine. Così sono morte   Samah, e i suoi quattro figli: Jamal 2 anni, Yousef 4; Sarah 7; Ibrahim 12 mesi, e altre cinque persone. A Gaza c’è sempre una moltiplicazione dei morti… come faceva notare Odifreddi, dalle colonne di Repubblica che lo ha prontamente cancellato: nell’operazione Piombo fuso di fine 2008… sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. … il classico rapporto 1 a 100, più o meno. Ad oggi si contano più di cento morti tra i civili. Intanto, tregua si, tregua no,  l’esercito per rendere partecipi i cittadini delle proprie operazioni, li invoglia a giocarci su; vai sul suo sito, segui i bombardamenti su Gaza e più segui, più vinci… si chiama gamification… come spiega Wikipedia: La gamification (traducibile in italiano come Ludicizzazione) è l’utilizzo delle meccaniche e dinamiche dei giochi come livelli, punti o premi, in contesti esterni al gioco per creare più interesse…La vita quotidiana è composta da numerose azioni spesso ritenute noiose e mal digerite …. mentre il gioco è un’ azione volontaria per trarne piacere. … Guardando Gaza.

Prigioni

lunedì, Novembre 19th, 2012

Oggi l’associazione Antigone ha presentato il nono rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione in Italia.
Il quadro è, come prevedibile, drammatico e desolante: 140 detenut* ogni 100 posti, spazi ristretti, disumani, al limite dell’impazzimento, strutture rotte e fatiscenti; dati ufficiali non chiari o falsati rispetto alla realtà…
In questa regione abbiamo la bellezza di un carcere per ogni provincia ed anche più. Oltre a Pordenone, Gorizia, Udine e Trieste, ce n’è uno anche a Tolmezzo. Di quest’ultimo, Antigone ha redatto una scheda con dati 2004 che andrebbe aggiornata, purtroppo, con quello che invece filtra da quelle mura, la voce disperata di chi ci è rinchiuso.
Partecipammo anche noi ad un presidio davanti al carcere di Tolmezzo in settembre, in solidarietà con i detenuti che denunciavano pestaggi e maltrattamenti ed in solidarietà con Massimo Passamani No Tav allora lì rinchiuso.
Ci torneremo con un altro presidio sabato 24,  perchè non possiamo ignorare quelle voci da oltre le mura.
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Il paese de* coprofag*

domenica, Novembre 18th, 2012

Scritto da un uomo, interpretato da una donna, forse “La merda” di Cristian Ceresoli fotografa bene un aspetto di quello che c’è in giro. La nostra è un’impressione, non abbiamo visto lo spettacolo di cui parla oggi Il Fatto Quotidiano che ne propone alcuni pezzi.
Forse troppo caricatura di un’unica figura: la ragazza “pronta a tutto”?
Perchè, non dimentichiamolo,  quel “tutto” è stato allestito con cura e pervicacia da altr* con la complicità (e la fruizione) di molt* … in ogni caso, alla fine il risultato ed il messaggio è questo: o mangi questa merda  o salti dalla finestra.
Poi, cantando l’inno finale, possiamo anche prendere la via del cesso…. o quello della rivolta.

Il paese dei rimbalzi

venerdì, Novembre 16th, 2012

In Italia ci sono cose facili al rimbalzo; rimbalzò su un calcinaccio il proiettile che uccide Carlo Giuliani, rimbalzano sul muro dopo essere stati lanciati da terra, secondo il questore di Roma,  i candelotti che si vedono piovere dalle finestre del palazzo del ministero di giustizia…
che aspettarsi nel paese in cui per prima la verità sui morti ammazzati nelle stragi o nelle carceri, rimbalza da una vita sui muri di gomma che le si costruiscono intorno?
Una cosa che non rimbalza sono i manganelli che colpiscono duro in testa, quando sei a terra e pure alle spalle.
Quei colpi sono la firma  del governo della finanza, il messaggio ai naviganti, a chi manifesta e protesta, agli/le studenti, insegnanti, lavoratrici, lavoratori, ai precari/e, a disoccupati/e, ai no TAV… sono una certificazione di quello che sarà il futuro,  per chi non accetta di essere espropriato di diritti e prospettive e l’alibi dei violenti per scatenare la macelleria è vecchia come il cucco; anche questa rimbalza di corteo in corteo, da nord a sud, dalla ValSusa a Palermo.
Scommettiamo che anche il “puniremo i poliziotti violenti” della Cancellieri, come una palla (e magari anche lo è), rimbalzerà fino ad estinguere il suo moto …

Il TAV contro la terra, le donne contro il TAV

martedì, Novembre 13th, 2012

Le donne in movimento della Val Susa in occasione della giornata contro la violenza sulle donne organizzano questa due giorni per il 17 e 18 novembre a Bussoleno.
Argomentazioni belle e forti; la violenza alla terra e la violenza della cultura patriarcale ben saldate assieme per fare la grande opera…
…La violenza della cultura patriarcale verso le donne l’abbiamo sperimentata, qui in valle di Susa, in molti modi: attraverso l’arroganza dei politicanti locali di turno – maschi ma anche femmine, vittime, serve o complici della dominante cultura maschile – nei confronti delle cittadine, considerate ignoranti e retrograde se vogliono conservare e difendere la terra. Basti pensare a come sono state liquidate dalla sindaca di Susa, in poco tempo e con poche parole, le donne preoccupate per l’abbattimento delle proprie abitazioni per far spazio alla stazione internazionale del Tav o alle non risposte del primo cittadino di Giaglione alle donne preoccupate per l’acqua oppure, solo per fare qualche esempio, alla boria di Pinard, sindaco di Chiomonte, all’indomani dello sgombero violento della Libera Repubblica della Maddalena, dove le donne furono stanate dalle cucine a suon di lacrimogeni dalle truppe d’occupazione…
Così, anche questa notte le truppe di occupazione si sono schierate a difesa di tre nuove trivelle all’autoporto di Susa per conto di LTF.
L’immagine dello stupro viene da sola….
Mentre Monti, viene ancora a raccontarci che va bene così.

Qui casca l’asina

venerdì, Novembre 9th, 2012

Per ottusità, ignoranza o connivenza… Che sia una cosa o l’altra, già è deprecabile che un* ingori il cambiamento climatico;  però forse è anche peggio che un* ne elogi gli aspetti positivi legati alle nuove possibilità di sfruttamento delle risorse che con lo scioglimento dei ghiacci si rendono più accessibili.
Climalteranti cita e critica l’articolo di Loretta Napoleoni e ha ragione.
Non sappiamo già tutto su chi ne trarrà benefici e chi ne patirà le conseguenze?
Exxon per esempio.

Intanto continua

mercoledì, Novembre 7th, 2012

… continua in mare: L’ ultimo cadavere è stato ripescato dai marinai italiani quando il sole stava già tramontando, di fronte alle coste libiche. Era un’ altra donna. Un’ altra donna dalla pelle nera. Somala, quasi certamente, come tutte le vittime dell’ ultima tragedia dell’ immigrazione nel Mediterraneo…
e, per chi ci arriva, continua in terra: Un altro episodio di violenza al CIE di Gradisca d’Isonzo.
Ma, lo scrive Annamaria Rivera: mille volte, così che le nostre parole sono livide e consumate come i cadaveri che s’inabissano nel Mediterraneo: sul versante a Sud, non si può pretendere di rappresentare la rottura con i regimi dittatoriali senza spezzarne i cardini portanti, fra i quali gli accordi bilaterali; sul versante a Nord, non si può pretendere di rappresentare la rottura con il berlusconismo perpetuandone le abominevoli politiche proibizioniste.

Di nuovo!

giovedì, Novembre 1st, 2012

La ministra Fornero piange di nuovo, neanche fosse quelle madonne addolorate per i mali dell’umanità che poi i/le credenti portano candele, fiori e preci perchè almeno lei soffre per loro.
Ave Elsa…
Sù, sù, ministra non pianga; per ogni problema c’è una soluzione. In questo caso è facilissima, logica, dignitosa, a portata di mano. Ci permettiamo di suggerirLe quella più lampante:
-cacciabombardieri +assistenze domiciliari. Guarda che formula semplice.
Se poi non si vuole, allora è un altro discorso… e non occorre fare sceneggiate lacrimose che ti arrossano gli occhi.