Archive for the ‘Viva Rojava!’ Category

SULLA PELLE DEL POPOLO KURDO

giovedì, Giugno 30th, 2022

Così alla fine, Svezia e Finlandia entreranno nella NATO grazie alla pelle del popolo kurdo venduta ad Erdogan in cambio del suo benestare all’ennesimo allargamento del patto atlantico.

E’ certo che la guerra in Ucraina ha dischiuso alla Turchia diverse opportunità; un occhiolino all’America, un po’ di droni all’Ucraina, nessuna sanzione alla Russia…

il grande mediatore fra Putin e Zelenski può incassare ciò che gli sta più a cuore: la cancellazione del popolo kurdo dalla faccia della terra.

Si inizia con 33 persone direttamente sacrificabili che verranno mandati alle prigioni ed alle torture turche; si continuerà con forniture di armi ad Ankara, una più severa legge antiterrorismo e zero appoggio alle Ypg curde: le dimenticate eroine ed eroi di ieri che avevano salvato il mondo dall’Isis. (altro…)

Fame di giustizia, grido di libertà

martedì, Settembre 1st, 2020

Ebru Timtik è morta dopo 238 giorni di sciopero della fame.

 Lei, avvocata che combatteva per i diritti umani, che difendeva le donne curde dai soprusi del potere turco e difendeva i condannati delle proteste di Gizi Park era stata condannata a più di tredici anni per terrorismo. Questo è il modo in cui il potere si libera dei suoi oppositori; li condanna con processi sommari, senza prove provate, negando la possibilità di una difesa che non sia di facciata. Lei chiedeva un processo equo, ma nella Turchia di Erdogan ci si accanisce anche sugli avvocati perchè così si colpiscono due persone, il legale e l’assistito. Lo spiega bene Chiara Cruciati sul Manifesto del 29 agosto: “… Sono atti di terrorismo giudiziario: si limita il diritto alla difesa degli oppositori se i legali hanno paura di difenderli…. come se ci fosse concorso di reato… definendo il legale non neutro ma ‘organico’ al reato…”. (altro…)

25 novembre con le donne del Rojava in lotta, con la lotta di tutte le donne

giovedì, Novembre 21st, 2019

25 novembre: giornata jnternazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Qui di seguito il nostro contributo a fianco di tutte le donne in lotta per la loro libertà, in particolareoggi, a fianco delle donne del Rojava sotto attacco da parte di Erdogan, dei suoi alleati e di tutti quelli che si girano dall’altra parte.

25 NOVEMBRE: ONORARE LA LOTTA DI DONNE CORAGGIOSE

Soprattutto le donne sono obiettivo privilegiato di attacco nell’invasione della Turchia in Siria del nord. La confederazione di donne Kongreya Star invita a dedicare la Giornata contro la Violenza sulle Donne del 25 novembre alle donne del Rojava in lotta.

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale di Lotta contro la Violenza contro le Donne. Dal Rojava la confederazione di donne Kongreya Star chiama „tutte le donne combattive e alla ricerca della libertà” a onorare la lotta delle donne in Siria del nord e dell’est:

Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal furono assassinate sotto la tirannica dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana. La dittatura aveva dichiarato nemiche le sorelle impegnate e le aveva subdolamente assassinate. La resistenza e la morte delle sorelle rafforzarono la lotta della popolazione contro la dittatura fascista. Sei mesi dopo il loro assassinio attraverso la forza organizzata della popolazione fu possibile superare la dittatura. Oggi le sorelle Mirabal sono ancora una delle più grandi fonti di speranza per la lotta e l’organizzazione delle donne in tutto il mondo contro il fascismo, le dittature e la violenza patriarcale organizzata. (altro…)

Viva Jinwar!

giovedì, Novembre 7th, 2019

Stiamo seguendo con apprensione ed anche tanta tristezza le notizie che giungono dal villaggio di Jinwar, nel nord della Siria, il villaggio delle donne, il luogo che rappresenta la realizzazione del sogno di una vita libera, la capacità delle donne di unire le loro forze, conoscere, e sviluppare alternative comunitarie in tutti gli aspetti della vita.

…ora tutto ciò è direttamente minacciato dalla Turchia. Il nostro villaggio si trova a meno di tre miglia dal confine. Le bombe si stanno avvicinando. Aerei militari e droni hanno attraversato la regione. Secondo quanto riferito da gruppi jihadisti sostenuti dalla Turchia vengono posizionati proprio oltre il confine, minacciando di uccidere gli “infedeli” dall’altra parte. Queste forze continuano ad avanzare verso Jinwar da ovest…” Così Fatima Sebah Neisan, una donna di Jinwar, sul Wew York Times del 4 novembre.

Da ReteKurdistan di ieri 6 novembre, altre donne ci raccontano che resistono, che anche in condizioni estremamente difficili la lotta continua e che il 25 novembre, anniversario dell’apertura del villaggio nel 2017, loro ricorderanno quel giorno assieme a tutt* quelle che vorranno essere lì con loro. Perchè, scrivono, “… Noi siamo qui, sulla nostra terra. Noi siamo qui, nella nostra patria. Ovunque cresca vita ecologico-democratica è la nostra terra. Ogni sistema nel quale ci siano una molteplicità di nazioni, lingue, culture e fedi, è il nostro sistema. Tutte le persone che lottano per questi diritti, sono con noi.

Noi siamo con loro.

Padri e padroni

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Una nota sui padroni, quelli del mondo che in questo momento si stanno giocando le sorti di un popolo, quello curdo, lasciato alla mercè di Erdogan, del suo esercito, delle sue armi made in Italy.

E quindi dell’Europa di Ponzio Pilato, come la definisce Olga Nassis, la quale ci ricorda che

L’Europa ha una tradizione bellissima di vigliaccheria e indifferenza di fronte alle stragi di minoranze nell’impero turco. Gli armeni vennero massacrati a milioni, nel primo Novecento, e nessuno intervenne. I greci, a Smirne, vennero bruciati vivi nelle loro case; quelli che fuggivano al porto venivano respinti dalle navi europee; un ammiraglio faceva suonare a bordo allegre musichette militari per soffocare le urla – poco più in là – dei massacrati. I turchi, popolo laborioso e ordinato, non hanno avuto che raramente dei governanti umani. Non ne hanno nemmeno ora, col capo che rimpiange i bei tempi felici dell’impero. Pagano i poveretti, il soldatino turco e il curdo montanaro, spinti l’uno sull’altro a uccidere e a morire. E nessuno interviene: Francia, Italia, Europa: zitti. Volenterosi carnefici di una strage che – secondo loro – non li tocca. (altro…)