InFELTRIti del 25 novembre
Eh si, anche la provocazione stufa e anche il gioco delle parti che ne consegue.
Il solito Feltri naturalmente se la gioca alla vigilia della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Si butta a pesce sul caso Genovese, l’imprenditore accusato di sequestro e stupro durante un party nella sua casa al centro di Milano; per capirci: quello che ha detto che si coca da anni e perciò: ”perdonalo perché non sa quello che fa”…
Ecco; sull’incapace di intendere e di volere ma capace di agire (leggi stuprare), l’editorialista sbrodola la sua opinione che, guarda un po’, è su di lui, ma attraverso lei cioè la ragazza che ha denunciato la violenza.
In primis, “…è stata ingenua” perché “i cocainomani vanno evitati”; un analogo del “non uscire da sola di notte”, “non vestirti provocante”, non fare questo, non fare quello ecc. La sequenza dei divieti.
In secundis segue tutto il catalogo delle attenuanti per lui ed aggravanti per lei, perché è lei a non aver rispettato i ‘divieti’ e perciò “se l’è cercata” e via di seguito… risparmiamo il vomitevole dettaglio che peraltro conosciamo bene in tutte le sue formulazioni… infine c’è la tirata d’orecchi ai genitori (che non hanno tenuto a casa una diciottenne! Hiii hiii).
Ce maraveis! Feltri vive sul Pianeta Patriarcato, che altro?
Qualcuno si è chiesto se provoca o la pensa così veramente; nell’incertezza si parla male di lui (pardon, si critica aspramente) che è un po’ come parlar bene di sé. Via al Feltri washing istituzionale e giornalistico, perché siamo all’annuale 25 novembre e bisogna prendere posizione, bisogna dare i numeri (della violenza) e dare il via al rito che poi, “fatta la festa gabbato lo santo”.
Quest’anno una donna ogni tre giorni è stata uccisa da marito, convivente o conoscente; 91 a tutt’oggi, 95 l’anno scorso, ma siamo in tempo a recuperare (sic!) …; perciò ci si chiede: perché tanta attenzione, focus, dibattiti, conferenze, campagne pubblicità progresso e viavanti riescono a scalfire così poco la struttura di un fenomeno che si ripete, si ripete, si ripete e anzi, si aggrava in termini di violenza agita non appena ci sono le condizioni opportune come durante il lockdown?
Perchè nel pianeta patriarcato ci viviamo tutt*, non c’è solo Feltri che ne è vate, ci sono habitat e micro biomi infestati da machismo, sessismo, misoginia ed altre varianti culturali che pur mutando con i tempi non smettono mai di produrre lo stesso risultato: il dominio sulle donne.
Nel nostro piccolo abbiamo guardato nel microcosmo da noi abitato. Lo abbiamo descritto qui, qui, qui, qui, qui per quel che riguarda la stampa, appunto, e infine qui a proposito di lockdown.
Perciò sappiamo che il ‘fenomeno’ è culturale, microdiffuso e strutturale e che se non si scardina dal profondo non resta che un ‘de profundis’ appunto, un piagnisteo ipocrita, una panchina rossa dove sedersi per assistere a riti infeltriti.
Nel mentre che poi tutto questo serve pure ad inchiodare le donne dentro una narrazione vittimologica deprimente e per niente autoaffermativa.
Un trito gioco delle parti. Una pandemia. Unico vaccino efficace l’autodeterminazione. Facciamocene a manetta.