Sfidare il privilegio: solidarietà e autoriflessione (di Dilar Dirik)
Sfidare il privilegio: solidarietà e autoriflessione
(8 maggio 2016)La solidarietà non è carità a senso unico praticata da attivisti privilegiati, ma un processo multidimensionale che contribuisce all’emancipazione di tutti i soggetti coinvolti. L’autrice desidera ringraziare gli attivisti internazionalisti in Rojava, gli attivisti Kashmiri e Tamil, gli anarchici greci e in particolare Hawzhin Azeez per le loro reazioni, senza le quali l’articolo non sarebbe stato valido che a metà.(altro…)
Oggi sono tre anni da che a Parigi furono assassinate tre donne kurde: Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Söylemez. Tre donne che lottavano per la libertà loro e del loro popolo, assassinate con la responsabilità e collaborazione dei servizi segreti turchi.
Non si ferma la mattanza di Erdogan contro il popolo kurdo, mentre tutti guardano all’isis, l’esercito turco tortura e uccide nel silenzio e nell’indifferenza generali. (altro…)
Antonio Zichichi, il fisico, l’emerito, il presidente mondiale della federazione degli scienziati ha lasciato il suo messaggio di fine anno che è questo: “teorie su colpe umane nel global warming sono inquinamento culturale”, e la perla è questa: Sfido i climatologi a dimostrarmi che tra cento anni la Terrà sarà surriscaldata. La storia del climate change è un’opinione, un modello matematico che pretende di dimostrare l’indimostrabile“.
Nel suo intorno intanto, al 31 dicembre 2015 c’è un clima primaverile, noi nella pianura friulana abbiamo le fragole mature nell’orto, nelle montagne non c’è un fiocco di neve, in GranBretagna invece c’è un sacco di acqua per le 9 alluvioni della tempesta Frank mentre dall’altra parte dell’Atlantico pure gli USA sono in piena emergenza alluvionale mentre a NewYork natale è in maniche corte ma in Turchia nevica alla grande e in Russia invece, dove dovrebbe nevicare, gli uccellini cinguettano per non parlare del Polo Nord dove il 30 dicembre si contavano fra i 0 e i 2 gradi.
Ma la specie umana c’entra poco, dice lui che è anche ottimista. Continuiamo così.
I pessimisti invece, come ogni fine anno riprendono i 50 più cupi grafici fatti di parametri e misure che si suppongono scientificamente accettati. Date un occhio per farvi un’idea.
In ogni caso, buon anno.
Continua l’importante lavoro del blog Da Kobane a noi che in questi giorni riporta delle riflessioni di Janet Bihel sul Rojava.
Sono pagine importanti per guardare da noi a Kobane, per cercare di farlo senza forzature ideologiche, per dare sostanza alla solidarietà, e per imparare qualcosa, che se ne ha sempre bisogno.
Tutto qui. Buona lettura
Brindano. Brindano, applaudono, si autoapplaudono e si congratulano per l’accordo sul cambiamento climatico di COP 21.
Lo fanno anche certe associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente alle quali sta a cuore, a nostro avviso, molto più la prima parola che la seconda della loro definizione; basta leggere Cogliati Dezza: presidente di Legambiente il quale si ritiene certo che si va in modo irreversibile verso un futuro libero da fossili e che si pongono le fondamenta per affrontare sul serio la crisi climatica che affligge il pianeta.…. Come se la crisi climatica fosse una malattia da virus alieno… Per favore! Chi si esprime così già suscita poca credibilità; figuriamoci poi quando aggiunge che gli impegni già annunciati alla vigilia della Cop21, secondo le prime valutazioni, se rigorosamente attuati sono sufficienti a ridurre soltanto di un grado circa il trend attuale di crescita delle emissioni di gas-serra, con una traiettoria di aumento della temperatura globale che si attesta verso i 2.7- 3°C” …. e allora? (altro…)
Oggi facciamo le replicanti cioè riprendiamo un pezzo di Paul Chefurka già ripreso e tradotto dal blog “Effetto risorse”. Blog interessante da frequentare, soprattutto per valutare quello che concluderanno a COP21.
Qui di seguito il pezzo. Qui il link per chi vuole approfondire anche con i commenti.
Alcuni interessanti fatterelli (e qualche opinione) sulla CO2:
Per ogni 16 gigatonnellate (GT) di CO2 che emettiamo, la sua concentrazione atmosferica sale di 1 parte per milione (ppm).
L’umanità oggi emette circa 40 GT di CO2 l’anno, risultante dalla combinazione di combustibili fossili, produzione di cemento e modifiche dell’uso dei suoli (deforestazione).(altro…)
Non avevamo dubbi che uno degli obiettivi dei dichiarati “stati di emergenza” è quello di evitare imbarazzanti contestazioni. E così al corteo non autorizzato di Parigi il giorno dell’apertura della conferenza sul clima COP21, la polizia carica.
Un brutto clima quando il potere invoca la sicurezza per negare la libertà.
Un brutto clima in ogni caso intorno ad una conferenza che sappiamo già non concluderà molto.
Nelle migliori delle ipotesi adotterà la tattica del salame, come suggerisce qui Gwynne Dyer.
Un modo per prendere tempo quando non c’è più tempo da perdere mentre la Groenlandia si scioglie, il permafrost fonde, il metano esplode e noi siamo qui
… e poi un’altra cosa: sembra che non si discuterà affatto di pressione demografica, con l’arroganza di pensare ad una crescita costante, intesa come modello consumistico, che può essere tale solo per alcun* a scapito di molt*. Se ne è accennato nel dibattito al seguito di questo post… come dice Daniela Green “Vorrei sentire finalmente parlare di RIDUZIONE DEMOGRAFICA al COP 21. Sennò sono frottole.”
Dicono le donne curde che l’autodifesa è garanzia della nostra libertà.
Probabilmente hanno ragione. Una ragione suffragata dal loro agire nella realtà, dalla loro resistenza e soprattutto dal fatto che il patriarcato si combatte pensando e combattendo per una società che non ricrei il terreno sul quale si riproduce.
Una società senza stato ed ecologicamente sostenibile.
Sprofondiamo giorno per giorno nelle chiacchiere più ipocrite, che sia intorno al terrorismo o alla violenza contro le donne, senza riuscire a capire da dove questi “fenomeni” vengano, perchè, ci inducono a non capire la natura e l’origine dei problemi; importante è uniformarsi nei giudizi, nella definizione dei nemici o delle azioni da supportare… (altro…)
E’ quello che propone la Gineologia, pensata, elaborata e vissuta dal Movimento delle donne libere del Kurdistan. E’ un paradigma delle donne, offerto alle donne del mondo.
Lo ripropone in questo post Nicoletta Poidimani alla quale siamo grate per il lavoro di traduzione.
E’ una condivisione importante che a nostra volta rilanciamo.
Molti sono i punti nei quali ci ritroviamo; non ultimo in quella necessità di una decostruzione del sistema scientifico che tanto ha fatto per reggere il potere patriarcale e, con il suo accoppiarsi al capitalismo, per distruggere l’ambiente casa di tutt* noi.
Insieme con l’antistatalismo, è una sensibilità e una propensione che abbiamo riconosciuto e a nostro modo coniugato nell’ecofemminismo…. e che bello, ritrovarsi nella Gineologia! (altro…)
…..La responsabilità di questo attacco è di coloro che hanno fermato il processo di pace per una soluzione della questione curda, di coloro che attaccano il popolo e le sue conquiste per la propria egemonia. Di coloro che vogliono la guerra. Qualunque sia il gruppo utilizzato come esecutore materiale di questo massacro, i mandanti sono Recep Tayyip Erdogan, il l partito dell’AKP e lo stato turco….
Questo uno stralcio dal comunicato di Uiki – Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia.
Che altro dire, se non osservare i segni sempre più evidenti della relazione fra ISIS e stato turco in chiave anticurda e fra stato turco ed Europa in chiave antiimmigrazione e poi osservare quanto l’Europa cede e cederà alle richieste di Erdogan? Queste per esempio: ….che l’Unione europea riconoscala Turchia come “paese terzo sicuro”, cioè come un paese dove “sulla base dello status giuridico, dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico e della situazione politica generale, si può dimostrare che non ci sono generalmente e costantemente persecuzioni, né tortura o altre forme di pena o trattamento disumano o degradante, né pericolo a causa di violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato interno o internazionale” .
Strage dopo strage, quanto la sedicente Europa dei popoli terrà in caldo il massacratore del popolo curdo?
Come mettere un grafico in musica.
I dati delle variazioni di temperatura dal 1880 a oggi dall’Amazzonia all’Artico; le medie e le alte latitudini. C’è tutto. Qui. Quattro musicisti, quattro strumenti e ogni nota che corrisponde ad un anno ed il tono è la temperatura, quella ripresa dai dati climatici dal Goddard Institute della NASA per Space Science.
Le note più alte sono anni più caldi.
… e forse un giorno ci saranno note così alte che non riusciremo a sentire.
Riprendiamo un importante scritto di Dilar Dirik del Movimento delle donne curde pubblicato sul blog DaKobane a noi. Per capire la battaglia delle donne curde e per arricchire anche il nostro agire.
Buona lettura.
L’audifesa delle donne curde: armata e politica
La resistenza delle donne curde opera senza gerarchia né dominazione ed è parte della più ampia trasformazione e liberazione della società.
Le potenti istituzioni del mondo operano attraverso la struttura-Stato, che ha il monopolio finale sul processo decisionale, sull’economia, e sull’uso della forza. Al tempo stesso ci viene detto che l’odierna violenza diffusa è la ragione per cui lo Stato ha bisogno di proteggerci contro noi stessi/e.
Lo spiega bene Maria Rita D’Orsogna che stiamo entrando in una nuova era di estinzioni di massa, in cui le specie viventi si estinguono ad un tasso che è cento volte superiore al normale.
Lo spiega riprendendo uno studio appena pubblicato su Science Advances. Sappiamo così che siamo gli spettatori privilegiati di un evento del calibro di quelli che sulla terra non si vedevano da almeno 65 milioni di anni. Non è un bel vedere; ma è comunque bene sapere che il il tasso medio di perdita di specie di vertebrati nel corso dell’ultimo secolo è fino a 114 volte superiore al tasso di fondo; nei secoli precedenti le specie che si sono estinte ci hanno messo fra gli 800 e i 10.000 anni per scomparire… Ora, questo avviene in tempi molto minori e le cause le sappiamo: come ricorda D’Orsogna sono l’arrivo di specie invasive, la perdita di terreno a causa di cementificazione, agricoltura intensiva, deforestazione, emissioni di CO2, cambiamenti climatici e l’introduzione di tossine in atmosfera che alterano ed avvelenano gli ecosistemi. (altro…)
Quando ci siamo incontrate con Haskar Kirmizigul, abbiamo fatto uno striscione che abbiamo appeso nella sala della conferenza: le parole curde Jîn Jiyan Azadî, Donne Vita Libertà.
Quello stesso striscione lo abbiamo portato in montagna, appoggiato sulla terra, legato agli alberi ed appeso ai balconi delle nostre case perchè vorremmo che quelle parole regnassero dappertutto.
In montagna per un omaggio alle donne combattenti del Kurdistan che devono fare dei monti la loro casa, ma anche un omaggio al principio di convivenza delle diversità che l’esperimento del Rojava sta mettendo a punto. (altro…)
E’ vero, “Chi non terrorizza si ammala di terrore”.
Si ammala chi ha meno difese intellettuali. I bacilli dell’epidemia vengono puntualmente disseminati dagli untori che periodicamente spargono nazionalismo, xenofobia, razzismo, in questo caso, islamofobia.
Un esempio: le testate e i titoli di alcuni giornali del giorno dopo. Per non contare dichiarazioni varie alla Salvini & Co sullo scontro di civiltà ecc. ecc.
Un brutto male che chiama a quella guerra al terrorismo tanto funzionale ad una nuova stretta con leggi securitarie che colpiranno prima di tutto tutt* noi.
“Terrorismo” è sempre la parola magica del potere: serve ad annientare chi contesta (avete presente questa imputazione attribuita ai NoTav?) come ad annichilire ogni libertà personale. (altro…)
Noi chiamiamo così il fuoco dell’epifania.
Facciamo quattro salti intorno.
Recuperiamo una nostra vecchia pagina, per spiegare che cos’è.
Poi, dal momento che l’evento è transepocale e nasce legato ai riti dell’agricoltura, ricordando che nei fuochi si bruciavano soprattutto le stoppie del mais raccolte in fascina (medis)… beh, che dire, dovremmo bruciare tutti i mais ogm seminati nell’anno e non sentirne parlare mai più.
Poi, siccome si guarda al fuoco che preannuncia abbondanza o carestia, sappiamolo che l’agricoltura che si sta praticando intensivamente, ha ancora 60 anni di vita, non più.
E’ finita, perchè ha finito, s-finito, il suolo.
Il suolo è la terra, quella dove cammina (e si nutre) un popolo.
Quindi evviva! i popoli che difendono la loro terra. (altro…)
Demografia.
Sono usciti i dati annuali sulla natalità elaborati dall’Istat.
In Friuli VG continua il trend negativo, le culle si svuotano, si contano mille neonati in meno rispetto al 2008. Qui un quadro più dettagliato del tutto, nel quale, in estrema sintesi, si prende atto della decrescita della popolazione.
Qualche giorno fa invece su l’Espresso è uscito un articolo di Giancarlo Sturloni che riprendeva l’ultimo studio di previsione demografica elaborato dall’Università di Washington e delle Nazioni Unite e pubblicato su “Science” nel settembre dell’anno appena trascorso. In questo studio invece si lancia l’allarme sulla crescita della popolazione a livello mondiale. (altro…)
Un compagno ci ha segnalato questo report di Janet Biehl, scrittrice, editorice, artista, e tradutttriceche vivea Burlington, Vermont. Autricediecologiao dicatastrofe: La vita diMurrayBookchin, di prossima pubblicazionedaOxfordUniversity Press.
Qui di seguito la nostra traduzione. Buona lettura.
Dal 1 al 9 dicembre, ho avuto il privilegio di visitare Rojava come parte di una delegazione di docenti universitari provenienti da Austria, Germania, Norvegia, Turchia, Regno Unito, e gli Stati Uniti. Ci siamo ritrovati ad Erbil, Iraq, il 29 novembre e abbiamo trascorso il giorno successivo per imparare a conoscere il petrostato conosciuto come governo regionale curdo (KRG), con la sua politica fondata sul petrolio, clientelare, partiti feudali (KDP e PUK), e le aspirazioni apparenti di emulare Dubai. Ne abbiamo subito avuto abbastanza e il lunedi mattina ci siamo diretti verso il Tigri, dove abbiamo attraversato il confine con la Siria e siamo entrati in Rojava, la regione autonoma a maggioranza curda della Siria settentrionale.
con la consapevolezza che se non ci diamo una mossa faremo una triste fine.
Elisabeth Kolbert nel suo libro “La sesta estinzione – una storia innaturale” racconta bene della fine che la specie Homo ha indotto alle altre; così descritto nella scheda del volume: La storia narrata in queste pagine comincia circa duecentomila anni fa quando, in una ristretta porzione dell’Africa orientale, compare una nuova specie animale. È una specie non dotata di grande forza e neanche di alti tassi di fertilità. Tuttavia, i suoi membri attraversano fiumi, altopiani, catene montuose, cacciando altri mammiferi. Arrivano in Europa, si mescolano con creature simili a loro e le sterminano. Incrociano il cammino di altri animali fisicamente più forti ma incapaci di riprodursi con rapidità – enormi felini, orsi giganteschi, tartarughe grosse come elefanti – e li spazzano via. Attraversano i mari, raggiungono isole abitate da creature abituate all’isolamento totale e ne determinano la sparizione. Grazie poi a molteplici fattori, si riproducono con una frequenza così impressionante che la vita del pianeta risulta profondamente alterata: intere foreste vengono abbattute, numerosi organismi vengono trasportati da un continente a un altro. Scoprono, infine, riserve sotterranee di energia, modificando così profondamente la composizione dell’atmosfera e, con essa, gli equilibri climatici e chimici degli oceani, che numerose specie animali e vegetali sono costrette a emigrare verso i poli e numerose altre si ritrovano abbandonate nel deserto. La specie che ha alterato in tal modo la vita del pianeta si è autonominata, a un certo punto della sua storia, «specie dell’homo sapiens» …. e la sua epoca è l’antropocene. (altro…)
Comunicato della delegazione internazionale di donne in Rojava
Siamo appena tornate dal Rojava, la regione liberata del Kurdistan nel nord della Siria, e vogliamo innanzitutto dirvi che le donne e gli uomini hanno fatto e stanno facendo la rivoluzione femminista. Le donne hanno assunto un ruolo centrale nella costruzione della nuova società democratica radicale, che è basata sulla liberazione delle donne e sulla costruzione di nuovi soggetti liberi. Questa rivoluzione sta realizzando nella pratica un’elaborazione teorica molto avanzata di messa in discussione in modo profondo tutte le forme di oppressione di genere, classe, provenienza culturale ed etnica, in collegamento con un’analisi radicale degli ultimi 5000 anni di civiltà e di storia delle donne e con una prospettiva di autorganizzazione contro gli interessi del potere colonialista, imperialista e guerrafondaio.(altro…)