Archive for the ‘Ecofemminismo’ Category

Andrà tutto bene. Forse

mercoledì, Aprile 8th, 2020

Sono tempi densi di informazioni contraddittorie, lo sappiamo bene, per tutti i dati, le congetture e le previsioni che girano intorno al coronoavirus; non si sottrae a questo il discorso della violenza contro le donne.

Parliamo di quarantena e perciò di convivenze forzate fra maltrattante (spesso l’uomo) e maltrattat*, spesso donna e bambin*.

Secondo un’organizzazione non governativa, in Cina, durante l’isolamento per coronavirus, in febbraio si sono registrati il triplo di violenze domestiche ai danni delle donne, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In Italia molti Centri antiviolenza hanno lanciato l’allarme paventando lo stesso effetto a fronte di un lungo periodo di quarantena. Di.Re – donne in rete contro la violenza, aveva scritto alle pari opportunità per chiedere fondi straordinari; non li hanno avuti, né i decreti di Conte nell’elenco delle uscite autorizzate ha contemplato quelle per recarsi ai centri antiviolenza… (altro…)

Orbanvirus

martedì, Marzo 31st, 2020

Il 26 febbraio il Manifesto pubblicò uno scritto di Giorgio Agamben dal titolo: “L’invenzione di un’epidemia”; in quell’articolo l’autore metteva in risalto e contestava l’adozione delle misure sproporzionate, immotivate, irrazionali adottate per contrastare il coronavirus.

Il suo pensiero prendeva le mosse  dalle dichiarazioni del CNR, secondo le quali non solo non c’era un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia, ma comunque «l’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva.

La sproporzione tra il comunicato del CNR e le misure allora adottate, sembrava evidente. (altro…)

Globali e virali

giovedì, Marzo 5th, 2020

Prendiamo a prestito il titolo del bel libro di David Quammen uscito nel 2012: “Spillover”. La traduzione letterale è “tracimazione”; in senso ecologico o epidemiologico questo termine indica il momento in cui un patogeno passa da una specie ad un’altra. Il sottotitolo dell’edizione originale, poi scomparso in quella in italiano del 2014, era: “Animal Infections and the Next Human Pandemic”… perciò eccoci qua.

Quammen spiega già quasi tutto, perciò riprendiamo un pezzo significativo del testo:

Prima di reagire in modo calmo o isterico, con intelligenza o stupidamente, dovremmo conoscere almeno le basi teoriche e dinamiche di quel che è in gioco. Dovremmo sapere che le recenti epidemie di nuove zoonosi, oltre alla riproposizione e alla diffusione di altre già viste, fanno parte di un quadro generale più vasto, creato dal genere umano. Dovremmo renderci conto che sono conseguenze di nostre azioni, non accidenti che ci capitano tra capo e collo. Dovremmo capire che alcune situazioni da noi generate sembrano praticamente inevitabili, ma sono ancora controllabili. (altro…)

Dal Pignarul al Pyrocene

giovedì, Gennaio 16th, 2020

Le catastrofi ci ispirano.

Talmente pregnante è il segno lasciato sul pianeta dalla specie umana che la definizione “Olocene” non è più soddisfacente.

Si è proposto “Antropocene”, poi ritenuto troppo generale ed ingiusto rispetto al più preciso “Capitalocene”; ma anche questo meglio caratterizzato con un più ‘rivoluzionario’ “Plantationocene”, quello che ha portato la sua parte di sconvolgimenti planetari con il colonialismo cui ha fatto seguito il razzismo ecc. ecc.; ma perchè non pensare anche ad un più positivo e speranzoso Chtulucene, così come proposto da Donna Haraway… oppure ecco, in questi giorni di fuoco, che dire, se non “Pyrocene”?

E’ quello che propone Stephen J. Pyne.

La rivista “Internazionale” del 10/16 gennaio 2020, nel retro copertina propone due foto: una con gli abitanti di Malua Bay, Australia, in fuga dal fuoco in cerca di riparo sulla spiaggia; l’altra di Jakarta, Indonesia, con uomini nell’acqua fino alla cintola nelle strade allagate per l’alluvione che ha ucciso sessanta persone e ne ha sfollato 170mila per via della pioggia caduta fra il 31 dicembre ed il primo gennaio, praticamente in una notte. Proponiamo l’Hydrocene? Eh certo perchè l’acqua, in forma di ghiaccio ed in tutti gli altri suoi stati fisici ha conformato il pianeta tanto quanto il fuoco anche se, secondo Pyne, nell’interessante articolo che trovate qui: , c’è il fuoco nel nostro orizzonte più prossimo. (altro…)

25 novembre con le donne del Rojava in lotta, con la lotta di tutte le donne

giovedì, Novembre 21st, 2019

25 novembre: giornata jnternazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Qui di seguito il nostro contributo a fianco di tutte le donne in lotta per la loro libertà, in particolareoggi, a fianco delle donne del Rojava sotto attacco da parte di Erdogan, dei suoi alleati e di tutti quelli che si girano dall’altra parte.

25 NOVEMBRE: ONORARE LA LOTTA DI DONNE CORAGGIOSE

Soprattutto le donne sono obiettivo privilegiato di attacco nell’invasione della Turchia in Siria del nord. La confederazione di donne Kongreya Star invita a dedicare la Giornata contro la Violenza sulle Donne del 25 novembre alle donne del Rojava in lotta.

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale di Lotta contro la Violenza contro le Donne. Dal Rojava la confederazione di donne Kongreya Star chiama „tutte le donne combattive e alla ricerca della libertà” a onorare la lotta delle donne in Siria del nord e dell’est:

Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal furono assassinate sotto la tirannica dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana. La dittatura aveva dichiarato nemiche le sorelle impegnate e le aveva subdolamente assassinate. La resistenza e la morte delle sorelle rafforzarono la lotta della popolazione contro la dittatura fascista. Sei mesi dopo il loro assassinio attraverso la forza organizzata della popolazione fu possibile superare la dittatura. Oggi le sorelle Mirabal sono ancora una delle più grandi fonti di speranza per la lotta e l’organizzazione delle donne in tutto il mondo contro il fascismo, le dittature e la violenza patriarcale organizzata. (altro…)

Viva Jinwar!

giovedì, Novembre 7th, 2019

Stiamo seguendo con apprensione ed anche tanta tristezza le notizie che giungono dal villaggio di Jinwar, nel nord della Siria, il villaggio delle donne, il luogo che rappresenta la realizzazione del sogno di una vita libera, la capacità delle donne di unire le loro forze, conoscere, e sviluppare alternative comunitarie in tutti gli aspetti della vita.

…ora tutto ciò è direttamente minacciato dalla Turchia. Il nostro villaggio si trova a meno di tre miglia dal confine. Le bombe si stanno avvicinando. Aerei militari e droni hanno attraversato la regione. Secondo quanto riferito da gruppi jihadisti sostenuti dalla Turchia vengono posizionati proprio oltre il confine, minacciando di uccidere gli “infedeli” dall’altra parte. Queste forze continuano ad avanzare verso Jinwar da ovest…” Così Fatima Sebah Neisan, una donna di Jinwar, sul Wew York Times del 4 novembre.

Da ReteKurdistan di ieri 6 novembre, altre donne ci raccontano che resistono, che anche in condizioni estremamente difficili la lotta continua e che il 25 novembre, anniversario dell’apertura del villaggio nel 2017, loro ricorderanno quel giorno assieme a tutt* quelle che vorranno essere lì con loro. Perchè, scrivono, “… Noi siamo qui, sulla nostra terra. Noi siamo qui, nella nostra patria. Ovunque cresca vita ecologico-democratica è la nostra terra. Ogni sistema nel quale ci siano una molteplicità di nazioni, lingue, culture e fedi, è il nostro sistema. Tutte le persone che lottano per questi diritti, sono con noi.

Noi siamo con loro.

Rojava: la Turchia invade, Trump acconsente

lunedì, Ottobre 7th, 2019

In queste ore succede questo: Trump ha lasciato via libera a Erdogan per l’invasione del nord della Siria, quella regione del Kurdistan occidentale dove i combattenti e le combattenti curde hanno a suo tempo sconfitto l’Isis.

Il potere non può ammettere l’esperienza di libertà del Rojava. Perciò si prepara un’altra guerra contro il popolo curdo.

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E ora chi pettinerà Sedna? La Groenlandia che tutti vogliono.

mercoledì, Agosto 21st, 2019

Dunque Trump vuole comprare la Groenlandia. La Cina, in parte l’ha già comprata con forti investimenti, aereoporti e miniere.

La Groenlandia è una delle ultime colonie del pianeta, per la sua ricchezza di uranio, terre rare, oro, rame, zinco, idrocarburi… insomma di tutto quello che fa gola ai predatori del mercato globale.

Ma la Groenlandia è la terra del popolo Inuit, parola che significa semplicemente “umani”. E, a leggere delle connotazioni della loro cultura, sembra veramente un popolo molto più “umano” di quanto certa umanità occidentale abbia evoluto nella sua storia.

Loro non possiedono il concetto di possesso o proprietà privata con riferimento tanto a cose materiali, quanto a persone.

Loro sono abituati ad autogestirsi, non hanno capi e faticano a concepire l’idea di una struttura politica che regoli la loro vita dall’alto.

Loro educano i/le bambin* con molta cura e i piccoli, pur ricevendo attenzioni continue, crescono liberi di fare di tutto privi di inibizioni e di limiti imposti ed ignari dei concetti di punizione e castigo. (altro…)

Donne della Sorellanza

lunedì, Agosto 19th, 2019

Che bello poter dire: “Di me si prendono cura le mie amiche!” perchè le amiche, infine, sono sorelle.

E quando il patriarcato nella sua espressione più brutale, separa, picchia, uccide… “Sorella, io si ti credo, non sei sola”. Un senso di solidarietà che unisce e unendo, diventa una forza.

Questo succede a Città del Messico ed in altre 39 città del paese. Una manifestazione per chiedere giustizia per il caso di un’adolescente di 17 anni violentata da 4 poliziotti nel municipio di Azcapotzalco. Al momento di ricevere la denuncia di violenza, il Pubblico Ministero non ha applicato il protocollo stabilito per le violenze sessuali e le prove, realizzate giorni dopo, non hanno prodotto risultati; l’indagine è stata resa meschinamente pubblica e dunque la giovane è stata bersagliata da minacce che l’hanno costretta a ritirare la denuncia. I 4 poliziotti sono stati sospesi dall’incarico ma nessun’ altra misura è stata applicata, né nessun’altra prova cercata. … infine la governatrice della capitale eletta tra le fila del partito “progressista” ha aperto un’indagine contro le femministe.

Qui la narrazione della manifestazione.

Glitter fucsia o reggiseni appesi, un filo che scorre nella solidarietà, di là e di qua, da lontano e da vicino, dappertutto dove la donna è cancellata, normata, eterodiretta; dove la Sorellanza diventa un grido di autodeterminazione.

L’ultima colonia

giovedì, Agosto 8th, 2019

La Siberia brucia.

La Groenlandia fonde.

Tutto più veloce e tutto più fuori controllo di quanto fosse stato prevedibile.

Bruciano le foreste siberiane da diversi mesi e il fumo, che non conosce confini, ha attraversato lo Stretto di Bering, raggiunto il Nord America e il Canada.

La materia distrutta e ricomposta in black carbon, la fuliggine di ciò che erano 2,7 milioni di ettari di alberi bruciati, si deposita e converte in angoscianti sfumature di grigio il bianco dei ghiacci che intanto si fondono.

Tanto fuoco e tanta acqua.

Gorgogliano rivi e fiumi verso gli oceani. Nella sola giornata di mercoledì 31 luglio se ne sono andate 10 miliardi di tonnellate di ghiaccio; a fine luglio la perdita netta di ghiaccio è stata di circa 197 miliardi di tonnellate

Ed è solo l’inizio. (altro…)

Femina Sapiens – uscire dall’antropocene

lunedì, Luglio 29th, 2019

Shoshanah Dubiner - Il seguente scritto era stato pensato per il numero 128 di “Germinal – giornale anarchico e libertario”. La redazione ha sollevato problemi di spazio relativamente alla sua pubblicazione perciò l’articolo è stato ritirato.

Siamo tutt* figl* di Lucy (1), ma la specie è Homo.

Homo sapiens sapiens è la definizione tassonomica dell’uomo moderno.

La tassonomia è una curiosa cosa da uomini.

Londa Schiebinger (2), per esempio, si chiede come mai i mammiferi furono chiamati mammiferi- mammalia.

Perchè l’avere mammelle, cosa propria solo del genere femminile delle specie, che peraltro producono latte solo per il periodo dell’allattamento, diventa la caratteristica unificante di tutti gli animali pelosi a sangue caldo? Perchè non “Pilosa” per esempio? O altre caratteristiche comuni ad ungulati, bradipi, pipistrelli, lamantini e scimmie come il cuore a quattro camere?

Perchè l’icona della mammella incarna la visione della natura dell’Europa del diciottesimo secolo, apre la strada al pensare le femmine in termini di sessualità e sottolinea la caratteristica delle donne: madri e nutrici.

D’altra parte Linneo il classificatore, come fisiologo e padre di sette figli, per lungo tempo riverì il seno materno mentre dottori e politici lodavano le virtù del latte di mamma.

Un breve esempio per dire che la lingua disvela, la lingua nasconde; dipende da come la si intende. (altro…)

Quella voce delle donne

domenica, Luglio 28th, 2019

Onde sonore fuori dal palazzo.

Sulla suggestione dell’incontro con Sainkho artista della Repubblica di Tuva (Repubblica autonoma dell’attuale Federazione Russa, bioregione della Siberia centromeridionale, ai confini con la Mongolia), cantatrice della tradizione sciamanica, maestra del canto armonico, creatrice di mescolanze fra suoni antichi e tecnologici, ci è tornato in mente un testo di Adriana Cavarero: “A più voci – filosofia dell’espressione vocale”*.

In quel testo si richiama, a sua volta, un racconto di Italo Calvino nel quale si narra di un re che siede immobile sul trono assediato dalla logica del suo stesso potere che lo costringe ad un’ unica attività: il controllo acustico del regno.

Una vigilanza uditiva costante per captare i suoni che si diffondono nelle stanze del palazzo (e della politica) e per discernerli come suoni del sospetto, dell’assedio, del complotto; sono suoni freddi, vitrei; come la morte è il suono del potere emesso dalle gole della corte, non più capaci di raccontare l’organo e la storia dal quale provengono. Sono suoni, pur senza parole, codificati negli spartiti del dominio. (altro…)

Buon proseguimento

martedì, Gennaio 2nd, 2018

si dice nei giorni successivi al primo gennaio. Per proseguire bene, intanto realizziamo un po’ di quello che è successo su questo pianeta nel 2017 prendendo a prestito le immagini del sito Desdemona Despair. Per non fare come quell* che continuano a giocare a golf mentre vicino brucia tutto.

L’indifferenza non ci appartiene. Scegliamo lo spirito positivo e felice emanato dalla ragazza della foto di ieri. Con il cuore ricamato sui mutandoni perchè è bello amare quello che si è ed il posto in cui si decide di stare. Il resto poi, è spesso una gran battaglia.

Buon anno

lunedì, Gennaio 1st, 2018

Grazie a Diane Arbus per questa bella foto.

Per Paola

martedì, Dicembre 26th, 2017

A casa di Paola, in ottobre. Abbiamo pranzato, riso, scherzato, discusso, pensato, approssimato un pò di futuro.

Il 22 dicembre Paola ci ha lasciat*.

Qui sotto alcuni pensieri, in attesa di festeggiarla adeguatamente e poi ognun* la terrà nel suo cuore, o nella sua mente, come si vuole.

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Mai state pacifiste

lunedì, Maggio 8th, 2017

Come non condividere questo importante ed illuminante scritto di Dilar Dirik?

Il pacifismo – o passivismo? – femminista (Dilar Dirik)

Domani è la giornata internazionale delle donne. Di fronte all’ondata sempre crescente di femminicidi, violenza sessuale e cultura dello stupro, dobbiamo affrontare la questione dell’autodifesa delle donne.
Quando alcune donne bianche celebrano la non violenza dei cortei delle donne contro Trump, per poi posare di fronte alla macchina fotografica con i poliziotti, quando la violenza per mano di quest’ultimi colpisce nello specifico soprattutto persone di colore, quando i nazi-punchers (chi risponde con un pugno a un nazista) vengono accusati di essere uguali ai fascisti, quando le femministe in situazioni di relativa sicurezza accusano di militarismo le donne militanti del Medioriente che devono far fronte alla schiavitù sessuale dell’Isis… dobbiamo problematizzare il concetto liberale di non violenza che lascia da parte i sistemi di potere e i meccanismi di violenza strutturale che vi si intersecano. (altro…)

Kurdistan – la rivoluzione delle donne

venerdì, Luglio 1st, 2016

iniziative37

Anche quest’anno, fra poco, da venerdì 1 a domenica 3 luglio, ci troviamo nella festa Tepee tal parco; il contesto giusto per continuare a discutere seguendo quel lungo filo che ci porta a ragione intorno ai popoli in lotta per la propria libertà.

Dicono le donne curde in lotta che la parola libertà (amargi, sumero per libertà nel senso di ritorno alla madre), nelle lingue precedenti al sumero non esisteva “perchè non ne esisteva il concetto, e non ne esisteva il concetto perchè non ne esisteva il bisogno. Il bisogno di immaginare una situazione libera inizia con i sumeri e con lo stato, quando le persone sono oppresse.” (*)

Molto è racchiuso in questa frase. Di certo è un punto di partenza per immaginare -e praticare- una nuova visione -azione- del/sul mondo.

Per loro è la Jneologia, come sistema di conoscenza del mondo attraverso la storia e la sensibilità delle donne, come critica al pensiero scientifico positivista neocoloniale, eurocentrico e androcentrico sul quale si è strutturato buona parte del pensiero del XX e XXI secolo. (altro…)

Integra e disintegra

mercoledì, Giugno 15th, 2016

ecofemminismo21Daniel Samba di cui leggiamo qui, ha trovato la sua strada per l’integrazione ovvero per essere accettato come membro della società friulana.

E’ stato bravo, ha imparato la lingua che parla perfettamente, perfino in certe varianti locali, ha imparato i proverbi e i modi di dire così da rispondere alle battute che spesso si fanno nel cazzeggio comune. Daniel Samba ha scelto una strada, gli ha portato bene e naturalmente può praticarla quanto vuole.

E’ una modalità che però a noi mette una certa tristezza, non tanto per lui, quanto per tutt* noi perchè è come se l’accettazione passasse attraverso il riconoscimento dell’altr* solo quando quest* tenta di assumere le tue caratteristiche, e pure quelle ataviche peggiori. (altro…)

Centouno anni dopo

giovedì, Giugno 2nd, 2016

noisiamoqui380Ci sono voluti cento anni più uno alla Germania per riconoscere il genocidio armeno da parte dell’allora impero ottomano. All’Italia, se pur con le solite sottili ipocrise, ce ne sono voluti solo ottantacinque.

In ogni caso la Turchia insiste con l’errore storico.

Ci è venuto in mente l’album del 2003 di Diamanda Galas Defixiones Will and Testament e i racconti riportati in questo post.

Una bella riflessione

mercoledì, Maggio 25th, 2016

noisiamoqui379Una riflessione sulla solidarietà, soprattutto; sul chi, come e perchè e quindi anche su tutt* noi che guardiamo ad altr* dal nostro punto di vista.

Uno scritto di Dilar Dirik che riprendiamo da Da Kobane a noi che l’ha ripreso da Retekurdistan. Buona lettura

Sfidare il privilegio: solidarietà e autoriflessione (di Dilar Dirik)

Sfidare il privilegio: solidarietà e autoriflessione
(8 maggio 2016)La solidarietà non è carità a senso unico praticata da attivisti privilegiati, ma un processo multidimensionale che contribuisce all’emancipazione di tutti i soggetti coinvolti. L’autrice desidera ringraziare gli attivisti internazionalisti in Rojava, gli attivisti Kashmiri e Tamil, gli anarchici greci e in particolare Hawzhin Azeez per le loro reazioni, senza le quali l’articolo non sarebbe stato valido che a metà. (altro…)