Archive for the ‘Femminicidio’ Category
domenica, Dicembre 22nd, 2013
Il cognome ci identifica amministrativamente ma anche di più, talvolta dà un nome al nostro spazio di provenienza; così quando sentiamo di quella donna uccisa dal figlio a Latina, sappiamo, prima di leggere il dettaglio della cronaca, che era friulana di Gemona.
E poi la cronaca ti dice il resto; Norina era immigrata, da Gemona a Latina, in coda a quel flusso dell’immigrazione dal Friuli verso l’agro pontino iniziato negli anni in cui fascismo si glorificava e si propagandava attraverso la “grande opera” per la quale reclutava lavoratori dalle regioni pi povere del paese.
Anche Elena, l’altra donna uccisa dal figlio di Norina era immigrata; lei dalla Romania a seguito di quel flusso infinito che fa sempre muovere chi spera qualcosa di meglio.
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mercoledì, Novembre 27th, 2013
Ieri un tale, nell’intento di accoltellare la moglie, ha ucciso il figlio che si era messo davanti per difenderla, poi, ha ferito in modo molto grave la donna, sfuggita alla morte per l’intervento di un’altra persona che aveva visto la scena dalla finestra. Succede a Remanzacco, pochi passi da Udine.
Il giorno dopo i protocolli, le rappresentazioni, i riti. La storia continua, così, come sempre.
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lunedì, Novembre 25th, 2013
La lotta, anzi, “il contrasto” alla violenza di genere è stato normato in modo osceno; questo lo abbiamo già detto; ora alcune considerazioni sui protocolli che le istituzioni, quelle di altro livello gerarchico, non potendo normare direttamente, si sentono comunque di formulare per non essere da meno e dimostrare che hanno acquisito la sensibilità “giusta” per intervenire nel merito.
A Udine assistiamo ad un florilegio protocollare; che nessuno rimanga fuori, anzi; c’è il Comune che sottoscrive quello lanciato dalla Provincia con la Prefettura, la Procura, il Tribunale, l’Ufficio scolastico e la Questura, il Comando provinciale dei Carabinieri, il Centro regionale di Orientamento, la Direzione dell’ASS n.4, la direzione del Pronto soccorso e l’Ordine degli Avvocati, e poi, sempre il Comune, con il suo servizio Zero Tolerance ne sigla un’altro con una Cooperativa sociale, e con la tripletta CGIL, CISL e UIL.
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sabato, Novembre 23rd, 2013
Oggi c’è stata la manifestazione di cui avevamo parlato qui. Abbiamo partecipato pensando anche al 25 novembre ricordando a tutt* quanto la repressione si sia nascosta nelle norme contro il femminicidio. Qui sotto il volantino che abbiamo distribuito corredato delle foto della giornata.
CHI SEMINA REPRESSIONE RACCOGLIE RIBELLIONE
In una tranquilla notte infrasettimanale a Udine succede che passa una volante, un ragazzo estrae quell’arma potentissima che è il dito medio; quelli si fermano, chiedono i documenti ed alla risposta “non li ho”, scendono, lo sbattono a terra, gli saltano addosso, in cinque e più, lo picchiano e lo minacciano, lo arrestano per resistenza e aggressione, un’altra ragazza è spinta a terra, uno si prende un calcio, un’altro che filma la scena, viene arrestato pure lui; altri, un ragazzo e una ragazza vengono denunciati per resistenza senza aver opposto resistenza alcuna, schedati con foto ed impronte.
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domenica, Ottobre 27th, 2013
Sì, è come un suono continuo, un acufene che non ci abbandona; puoi fare tante cose, scrivere, pensare, rilassarti, divertirti… che continuamente c’è questo suono, costante, scandito, quasi regolare, di una prevedibilità lancinante. Donne uccise.
E non diremo mai abbastanza quanto sia prezioso il nostro bollettino di guerra che le sottrae alla nuda cronaca passeggera per restituire a noi, per quanto possibile, una storia, una vita, un nome.
E non diremo mai abbastanza quanto invece sia grottesco un dispositivo giuridico puramente punitivo e criminalmente sovradeterminante nei confronti delle donne.
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venerdì, Ottobre 11th, 2013
Sembra incredibile, ma se si può trasformare il male in peggio, in questo paese c’è sempre qualcuno che ci riesce alla perfezione.
Alla fine del percorso legislativo accelerato, siamo qui a chiederci se nelle “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle provincie” sia stato più importante gabulare sulle provincie per nicchiare sul commissariamento puntando al loro mantenimento, o sulle erogazioni alla Protezione civile per le emergenze, oppure se l’interesse reale fosse stato quello incorporato nell’art 7 ovvero le “disposizioni in materia di arresto in flagranza in occasione di manifestazioni sportive e per il contrasto alle rapine, nonchè in materia di concorso delle Forze armate nel controllo del territorio”.
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martedì, Ottobre 1st, 2013
La cronaca ricorda l’evento dell’uccisione di Roberta:
GONARS. La uccise a fucilate, infilò il cadavere in un sacco e lo gettò in un cassonetto delle immondizie. Quando, a distanza di qualche giorno, fu ritrovato, triturato in mezzo ai rifiuti della discarica di Firmano, di quel corpo non erano rimasti che i brandelli. La vittima si chiamava Roberta Budai, aveva 31 anni e abitava a Fauglis di Gonars. Il suo carnefice era – e resta – Felice Di Menna, originario di Sulmona (L’Aquila) e, all’epoca, 37enne e sottufficiale al quarto reggimento “Genova Cavalleria” di Palmanova.
Tra i due esisteva una relazione sentimentale. Una storia extraconiugale finita in tragedia nel momento in cui lei, rimasta incinta da lui, regolarmente sposato con un’altra donna, aveva deciso di tenere il bambino. Di fronte al rischio di uno scandalo, Di Menna preferì ucciderla. E fare sparire, insieme all’amante, anche il figlio che stava crescendo nel suo grembo. Succedeva l’8 gennaio del 2001.(MV 29.09.13)
Poi ricorda che lui fu condannato a vent’anni in primo grado e poi in appello ci fu un ulteriore sconto di due anni, infine; la cronaca ci dice che quell’uomo oggi è libero.
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domenica, Settembre 8th, 2013
Il “nostro” Bollettino di Guerra di questi ultimi due giorni ci dice che a Bitonto e a Lodi due donne sono state uccise, i corpi trovati nelle campagne, accoltellati e strangolati; poco prima c’è stata Marilia e prima di lei ancora tante altre.
Noi si ragiona di femminicidio, stupro, leggi, decreti… prima di tutto però, davanti a questa cronaca, ci prende sempre il dolore e la rabbia, e più ci sentiamo sorelle, più la rabbia è forte.
Tanti anni fa, in un volantone sulla violenza contro le donne abbiamo messo giù uno scritto in forma di “poesia”; ci è tornato in mente e lo riproponiamo con lo spirito che sentirsi e dirsi sorelle davanti ad una storia che ancora ci differenzia in puttane e madonne con tutte le coniugazioni razziste e sessiste dei giorni nostri, è ancora il primo passo per trasformare la rabbia in lotta e appunto…/con le nostre sorelle fare un’altra storia.
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domenica, Agosto 25th, 2013
Noi credevamo che la presa di coscienza collettiva di un evento che si ripeteva frequentemente mostrando le stesse caratteristiche: uomini che uccidono le donne; la sua caratterizzazione e nominazione come “femminicidio”, il suo affrancamento dagli stereotipi peggiori della sociocultura patriarcale secondo la quale la donna è sempre un po’ causa del suo male e l’uomo è sempre un po’ giustificabile vuoi per lo stress, vuoi per la depressione, vuoi per raptus incontrollabili ecc. ecc….
Insomma, noi credevamo che questo auspicato processo di identificazione della realtà avrebbe portato ad un confronto che ragionasse soprattutto sul “fenomeno” a monte, ad una discussione sulla concatenazione dei perchè: perchè molti uomini uccidono (violentano, maltrattano, stalkerizzano…) le donne? Perchè non accettano che un rapporto sentimentale possa finire? Perchè ritengono di non poter fare a meno di una donna (quella donna)? Perchè… ?
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giovedì, Agosto 8th, 2013
Oggi hanno partorito il mostroide. Con gran clamore di Evviva! Bene! Bravi! Il governo Letta ha mostrato il costrutto giuridico cioè il DL di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.
Tutto il peggio di quello che temevamo, cui avevamo accennato qui: procedimento senza querela di parte, irrevocabilità della querela, delazione, inasprimento delle pene… insomma un dispositivo incardinato sostanzialmente su due principi: irrilevanza della volontà delle donne (la mancanza di querela di parte corrisponde a questo) e logica “carcerocentrica” come la chiama l’Unione delle camere penali cui pure questo DL non piace perchè demagogico ed inquietante.
…Se è inquietante per loro, figuriamoci per noi…
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mercoledì, Luglio 31st, 2013
Intorno alle persone che non rientrano nella norma socialmente ammessa ce ne sono sempre tante, per esempio quando vengono uccise.
Se sono donne, ce ne sono anche di più perchè l’oscenità aggiuntiva sta in tutte quelle manovre messe in atto per farle rientrare nel clichè moralmente accettabile, che vuol dire anche mediaticamente vendibile.
Le ragazze assassinate per mano di fidanzati e pretendenti si cannibalizzano con le foto rubate ai propri profili fb e gestite dai media sull’orlo del vojeurismo.
Le donne assassinate che prima si ignoravano bellamente, ora, con il riconoscimento del femminicidio diventano l’alibi per sbocchi puramente repressivi.
Il femminicidio e le molestie stessi si rappresentano in modo stereotipato, stucchevole ed infine buono per ogni pubblicità.
Ma l’oscenità peggiore è che ci siano morti che hanno valore a fini strumentali e morti che non ne hanno affatto.
Quella di Andrea, la trans uccisa a bastonate a Roma sarebbe una di queste.
Non per noi.
Per la crudeltà e la vigliaccheria del bastonare, per lo spregio verso una persona e verso tutte le diversità che ognun* può esprimere e che questa ipocrita moralità continua a disconoscere con il silenzio e la reticenza della complicità.
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mercoledì, Giugno 19th, 2013
Irma ieri notte è uscita di casa dentro una cassa; Olga è stata trovata ieri, morta, dentro uno scatolone, Samanta invece, scomparsa dal 2012 è stata trovata oggi, murata in una nicchia del giardino. I loro più probabili esecutori: compagni e mariti.
Oggi il solito Biancardi, Procuratore di Udine ha osservato che c’è un’escalation nella quale gli uomini perdono la testa.
Parole assolutamente inutili.
La testa non si perde, rimane sempre lì con il suo carico di prepotenze, di autoritarismi, di violenze.
Per disinnescarle bisogna riconoscerle, per riconoscerle bisogna individuare la cultura che le produce.
Perciò, ogni femminicidio è una atroce sconfitta per tutt*.
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domenica, Giugno 2nd, 2013
Il post di Barbara Befani e Fabio Sabatini “Femminicidio: microfisica di un problema sistemico” ripreso da Micromega, non ci dice niente di nuovo ma è un buon riassunto che cita gli ingranaggi del meccanismo; un sistema culturale a ruote dentate che si trasmettono il movimento e la legittimazione l’una con l’altra. Come un orologio le cui lancette poi, puntano sempre contro le donne. Rompiamo questo meccanismo.
Non si può invertire il corso del tempo, ma è triste ed inutile ritrovarsi a chiedere perdono alle donne uccise, anche perchè finchè ci saranno telegiornali come il TG2, le rotelle di quel meccanismo bastardo saranno sempre ben lubrificate.
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domenica, Maggio 26th, 2013
Deve esser questa la logica dell’uccidere e poi bruciare, forse.
Punire una persona perchè i suoi sentimenti o le sue azioni non sono quelle desiderate e previste, poi cancellare lei, cancellare i segni della punizione, cancellare la storia e guardare al futuro, ad altre persone, ad altre storie.
Tutto questo a sedici anni. La cronaca è questa. Lei si chiamava Fabiana e i sedici anni li avrebbe compiuti il 13 giugno.
E c’è sempre da chiedersi da dove vengono gli input.
Perchè in un’età così breve c’è stato poco tempo per elaborare, tutto si assorbe, fluisce, si fruisce, si consuma; facile, come in un gioco che si pensa possa durare.
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domenica, Maggio 12th, 2013
Tramite giri di mail abbiamo letto l’appello affinchè si insista sul Comune di Torino contro la revoca della dedicazione di un giardino in quella città alla memoria di Maria Teresa Novara.
Non sapevamo chi fosse, né la storia di Maria Teresa Novara, perciò ci siamo lette il materiale trovato che brevissimamente riassumiamo così: dicembre 1968, Maria Teresa 13 anni, viene rapita a Canale d’Alba (fra Asti e Cuneo) segregata e venduta, fatta prostituire ai facoltosi della zona.
Le ricerche della bambina rapita non danno esito, fino ad agosto quando viene ritrovata in una cantina, appena morta.
In quei mesi molti stuprarono Maria Teresa, molti la usarono, molti sapevano, nessuno parlò.
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venerdì, Maggio 10th, 2013
Dunque, c’è Bongiorno che vorrebbe mettere in carcere subito tutti gli stalker, Angelino che vorrebbe si procedesse e magari incarcerasse anche senza denuncia e c’è Cancellieri che dovrà pensare ad amnistiare per svuotare le carceri che altri con leggi grottesche hanno riempito.
In friulano: dùt un gjave e met.
In un sistema geneticamente sclerato che ruotando intorno al carcere, cioè agendo sempre a valle con la modulazione del dispositivo della pena, non potrà mai risolvere alcunchè se non peggiorare le cose.
Soprattutto se parliamo di violenza contro le donne. Se si riconosce che in Italia è una questione strutturale, proviamo ad andare alle fondamenta della struttura; incominciamo a demolire quelle, e già che ci siamo, contestiamo anche il carcere.
Domani saremo qui.
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giovedì, Maggio 9th, 2013
Che potrà fare Idem a proposito di violenza contro le donne nel governo Letta nato per eliminare Grillo e grillin* e soprattutto per togliere dagli impicci Berlusconi?
Abbiamo la brutta e non nuova impressione che ancora una volta le donne siano il paravento utile a mascherare contrattazioni e inciuci, e che il tocco di nuova presunta sensibilità sia platealmente strumentale.
Thò, neanche finito di concepire il pensiero che arriva l’ex delfino di Berlusconi a garantire che non esiste un limite di spesa che possa fermare un governo che voglia difendere le donne dalle aggressioni violente”. .. Evviva; si vede che per gli altri governi potevano pure andare al massacro….; comunque poi c’è anche quella della Cancellieri con i suoi bracciali da riciclare. La vicenda ce la ricorda Simona Lanzoni dell’associazione Pangea in un commento per gran parte condivisibile. Ah, e poi all’orizzonte si profila il mostro il procedimento d’ufficio, dove si presuppone che la vittima sia incapace di intendere volere e decidere; alla faccia della nuova sensibilità.
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domenica, Maggio 5th, 2013
In questi giorni sono accadute molte cose che sarebbero state meritevoli di commento: donne uccise, ministre attaccate da frasi sessiste e razziste, attribuzioni e negazioni di deleghe politiche, richieste e negazioni di leggi restrittive e censorie…. insomma, nell’arco di qualche giorno, oltre alla tragedia di tre donne uccise in poche ore, abbiamo assistito ai “lavori politici” intorno a questa e ad altre “questioni” come alla lavorazione di una plastilina che sotto i nostri occhi ha assunto diverse forme, una specie di morphing nel tentativo di configurare una fisionomia che si adatti per quanto possibile a questo governo PD + / – L.
Ai femmincidi, cui va aggiunto forse il family mass murder di Sannicandro di Bari, ci aggiungiamo -per la cronaca e per l’analisi del “fenomeno”- (perchè non compreso nella rassegna nazionale), anche un altro femminicida tutto friulano originario di Latisana, reoconfesso per aver strangolato la sua compagna uruguaiana a Montevideo.
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domenica, Marzo 3rd, 2013
Samantha è stata uccisa dal cognato lo scorso mese di luglio, Lisa è stata uccisa dall’ex compagno il 7 dicembre, Denise dal marito ieri, 2 marzo.
Friuli Venezia Giulia, 1.236.103 abitanti più o meno, 7858 km²; donne ammazzate: 3 in 9 mesi.
Ma poi, ci ricorda il giornale, ad Attimis paese in cui da dieci anni viveva Denise, già nel 2007 un uomo aveva ucciso la propria moglie e poi si era suicidato.
Una mappa, una cartografia e un calendario di donne uccise; ci lavorerà sopra la statistica, la psichiatria, l’antropologia, le scienze sociali. Al “fenomeno” è stato dato un nome: femminicidio, ormai acquisito ed accettato da più parti.
Dare un nome al fenomeno è servito a connotarlo nella sua natura, a coglierne l’essenza, a riconoscere le sue caratteristiche: uomini che uccidono le donne in quanto donne cioè in quanto soggetti autodeterminati che in un modo o nell’altro sfuggono alla loro comprensione ed al loro controllo.
Nominare il fenomeno però, non incide su di esso.
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venerdì, Gennaio 18th, 2013
E’ l’idea che viene leggendo questo terribile articolo di cronaca. Un tale decide di ammazzare la moglie e non ci riesce.
Tenta di soffocarla più volte, schianta la macchina con lei dentro, incendia la macchina con lei dentro…. ma lei sopravvive.
Arrestato dice: “non la sopportavo più e poi non mi ha lavato la tuta del calcetto”.
E’ la tuta del calcetto non lavata che va nel titolo a rendere questo mancato femminicidio assurdo, grottesco, barbaro.
Eppure ci evoca una realtà in cui le donne dovevano obbedire e lavorare per il marito, tenerlo alimentato, lavato e stirato. La morale diceva che non si doveva ammazzare per quel lavoro non eseguito, ma se per quello il marito disprezzava, insultava, picchiava, per amore della famiglia e dei figli si sopportava e si taceva. (altro…)
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