Archive for the ‘Mio il corpo’ Category

Con le combattenti per la libertà

venerdì, Ottobre 31st, 2014

ecofemminismo9Non mancheremo domani all’appuntamento in solidarietà con le/i combattenti di Kobane, in solidarietà, sostegno, condivisione e amore con chi lotta per la libertà del proprio popolo e per la propria.
Questo e quello, fanno le donne che combattono a Kobane, determinate, autodeterminate e con le idee chiare.
Non c’è libertà per un popolo se non c’è libertà per chi vi si identifica, indipendentemente dal genere al quale ritiene di appartenere.
Difendere Kobane e quel pezzo di Kurdistan che si chiama Rojava è difendere e proclamare quel meglio che si può fare perfino nel mezzo dell’orrore che l’IS rappresenta: la summa del peggio di stato e patriarcato.
Qui una cronaca dai luoghi vicino al fronte
Qui considerazioni interessanti di Paola Rudan.
A domani! A sempre con le combattenti curde nel cuore.

Elefanti nella stanza…

venerdì, Settembre 5th, 2014

ecofemminismo6Ci portiamo il maalox per spruzzarlo negli occhi irritati dai lacrimogeni, ma le irritazioni che sfuggono alla vista non sono meno dannose.
E’ una frase che estrapoliamo da questo bel post di Frantic, letto su Intersezioni.
Sono considerazioni scritte anche sulla sensazione di dolore e di rabbia intorno al suicidio di un compagno, Leonardo – Chucky – incarcerato ed imputato di accuse pesantissime per la manifestazione del 15 ottobre 2011 di Roma. Riconosciuto poi innocente, ma tant’è, così funziona il terrorismo di stato…
Terrorizzare togliendo la libertà, annullando l’identità, umiliando il corpo e la mente.
Il carcere è una gabbia fatta per quello.
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Questa è bella,

martedì, Settembre 2nd, 2014

mio-il-corpo5sì, questa locandina è bella, a noi piace.
Piace l’espressione orgogliosa e di sfida della donna, una “obesa nuda” come la definisce Maurizio Marrone capogruppo in consiglio comunale a Torino per Fratelli d’Italia che forse se fosse stata una pin up ammiccante si sarebbe indignato meno, se non per il gesto di tenere sotto il piede le immagini sacre…. che sì, certo è una provocazione che dice quanto immagini, dogmi, dictat clericali tengano sotto i piedi costantemente le nostre vite. Ed un* credente onesto dovrebbe essere conscio di questo ed ess* pure schierarsi per la libertà di ognun* di essere quello che ritiene di essere, senza interferenze religiose soprattutto se non richieste.
Le cose che non ci piacciono sono i patrocinii. Li tolgano. Senza è meglio.

Còl fischio

lunedì, Agosto 25th, 2014

violsess110Chissà cosa pensano certi politici quando si mettono attorno ad un tavolo per definire leggi, decreti, “consigli”, insomma, qualsiasi cosa che debba puntare a prevenire azioni delittuose come lo stupro.
Dal risultato delle pensate dei politici spagnoli che leggiamo qui, pare di capire che nelle loro testoline lo stupro sia come qualcosa di incombente, sovrastante, diffuso; come le spore di un fungo, un batterio a trasmissione aerea, un qualche virus che eviti solo se attui dei comportamenti adeguati.
Ecco perciò i consigli: tieni chiuse le tende per evitare sguardi indiscreti, evita luoghi oscuri o solitari ecc. ecc…. se proprio, proprio …comprati un fischietto.
Se non riesci a mimetizzarti, nasconderti, invisibilizzarti…. beh, potresti prenderti quel brutto malanno.
Non dire che non te lo avevano detto.
Lunga vita alla violenza sessuale.
Perlomeno fino a che, per un delitto compiuto per la maggior parte dei casi dagli uomini, si continuerà a guardare ed a normare il comportamento delle donne.

Capolinea

mercoledì, Agosto 13th, 2014

violsess109Il fotografo Raj Shetye è salito su un autobus ed in questa location vi ha imbastito delle foto di moda dove però ad avere evidenza non sono gli abiti e gli accessori da promuovere ma le scene nelle quali sono indossati: scene che evocano molestie e violenza nei confronti della donna/modella, e siccome siamo su un autobus e in India, evocano e ricordano lo stupro su un autobus a Delhi di una ragazza di ventitrè anni che poi, dopo giorni di agonia, morì.
Shetye non è il primo e non sarà l’ultimo a giocare ed a provarci con immagini provocatorie, con intenti ed interpretazioni ambigue, con giustificazioni pacchiane tipo: “In nessun modo intendevo rendere glamour quel fatto, che è al contrario molto negativo. È solo un modo di riportarlo alla luce
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Dall’albero di mango

sabato, Maggio 31st, 2014

violsess107qualcuno ha scelto di pubblicare quella foto. Quella delle due ragazzine indiane stuprate ed impiccate all’albero di mango e la gente del villaggio, grandi e piccol* intorno all’albero.
E’ una foto tremenda.
Anche le parole di commento e di sgomento sembrano rimanere appese come cose morte ai rami dei nostri blog…. eppure qualcosa dovrà pur muoversi… dovrà pur cambiare quella cultura maledetta che fa delle donne oggetti da consumo sessuale… in India e nel resto del mondo.
In India, uno stupro ogni 22 minuti, dicono; l’inasprimento delle pene, compresa la pena di morte verso gli stupratori, non ha portato ad una riduzione della frequenza, no.
Le pene aumentate non hanno comunque toccato lo stupro tra le mura domestiche perchè criminalizzare lo stupro coniugale indebolirebbe i valori della famiglia tradizionale ecc. ecc. dicono.
Perciò non si toccano ancora le radici del male e, come sempre, occorre più cultura che legge per disseccarle,
perchè non siano due ragazzine torturate ed uccise i frutti di quell’albero.
* Due degli arrestati per questi stupri sono poliziotti; la polizia dirà che le vittime si sono impiccate da sole per la vergogna.

Ce que soulève la jupe

martedì, Maggio 20th, 2014

mio-il-corpo4… ciò che suscita la gonna, soprattutto se a portarla è un uomo.
In Francia, a Nantes se la sono messa dei liceali come loro modo di combattere o suscitare discussioni intorno al sessismo, in una campagna da loro stessi ideata e poi avallata, con tanto di bollino sulla locandina, dal ministero dell’educazione, dell’insegnamento superiore e della ricerca.
Una cosa semplice, forse approvata con paternalismo istituzionale, ma che con la gonna solleva questioni intorno alla libertà del vestire e dell’essere. Tutte cose che fanno incazzare bigott*, moralist* , fascist*.
Ve l’immaginate in Italia? Nicoletta Tiliacos sul Foglio si premura di scrivere che in questo c’è una sospensione del senso del ridicolo.
Da far cader le gonne ed anche le gonadi.

Per biologia o per legge

mercoledì, Aprile 16th, 2014

mio-il-corpo3Qualche giorno prima che la sentenza della Consulta bocciasse il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40, in un articolo su La Stampa, a partire dal caso di una coppia che in India aveva acquisito un ovulo, affittato un utero e portato bambino o bambina in Italia come figlio proprio, si argomentava di quanto la tecnologia cambiasse il concetto di madre.
Ed è più o meno quello intorno a cui si sta discutendo adesso a proposito dello scambio di embrioni all’ospedale  Pertini dove l’errore anagrafico ha interferito con il processo tecnologico generando la domanda colossale su chi siano i genitori: genetici o biologici, chi mette l’informazione o chi la sviluppa, la integra, la partorisce?
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Alcun* che tornano e altr* che non se ne vogliono andare

venerdì, Aprile 11th, 2014

 

mio-il-corpo2Tornano gli ultras della legge 40, come li chiama Il Fatto Quotidiano.
Riportati in vita dalla loro creatura smantellata pezzo a pezzo dalle sentenze prodotte durante il suo decennio di applicazione.
L’ultima sberla riguarda  il divieto della fecondazione eterologa definito incostituzionale.
Persone grottesche costoro; vorrebbero consentirti di figliare ma solo alle loro condizioni ed impedirti di abortire in virtù delle loro convinzioni.
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Incontro con Sergia Adamo

martedì, Aprile 1st, 2014

Iniziative21Entrà dentri/vegni fur dal tramai dal gjenar
seminario autogestito con Sergia Adamo
traduttrice del libro di JUDITH BUTLER
QUESTIONE DI GENERE
Il femminismo e la sovversione dell’identità
2013 Laterza
Sabato 5 aprile 2014
ore 17.00 San Giorgio di Nogaro tai Gjai

Perchè è interessante per delle anarchiche discutere del pensiero di Judith Butler e del suo “Gender Trouble”?
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L’abito non fa lo stupro

domenica, Marzo 30th, 2014

violsess106Si potrebbe definire “istigazione allo stupro” quello che molti invocano cercando di sgravarsi delle proprie responsabilità e di attribuire la colpa alle donne istigatrici che vestendo “discinte” provocano.
E’ quello che è uscito da una ricerca condotta in Brasile secondo la quale il  65,1% dei brasiliani, ma anche buona parte delle brasiliane, crede, totalmente o in parte che “se una donna si veste in modo provocante, vuole essere aggredita e violentata” .Niente di più comodo, disimpegnante e tutto sommato universale; una strategia comune, mica solo de* basilian*,  quella di dare la colpa a lei, con un’ ipocrita difesa della morale dei costumi e l’implicito richiamo ad un “istinto naturale” al possesso del corpo altrui.
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Stonature

domenica, Marzo 23rd, 2014

violsess105Quando leggiamo notizie come questa, abbiamo spesso la sensazione che la musica che si suona intorno alle donne sia sempre stonata. C’è sempre qualcosa fuori, qualcosa che rende insoddisfatte, o perchè non rende giustizia alla vittima ed a chi a lei vicin*, o perchè tratta in modo eccessivo (stonato) in un senso o nell’altro, chi si rende reo di un determinato atto.
Singh chiede alla moglie del cugino un massaggio erotico, lei risponde domandandogli se è impazzito; …così continua la cronaca: “reagendo, aveva fatto cadere parte dell’olio con il quale lui avrebbe voluto essere massaggiato. Per questo, erano scivolati prima lei con il figlio e poi, nel prenderla per i capelli e schiaffeggiarla, anche lui. A quel punto, Singh l’avrebbe nuovamente afferrata, chiedendole di avere rapporti sessuali, ma lei, divincolatasi, era riuscita a scappare in strada e chiedere aiuto”.
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Comunque brutta

martedì, Marzo 4th, 2014

mio-il-corpo1Questo mese la pessimissima legge 40 compie dieci anni.
Di come è stata applicata e di quello che ne è rimasto, se ne parla qui.
E poi ci sono i diversi casi, come questo, che comunque continuano a farci interrogare; al di là e al di fuori di una legge brutta e punitiva, moralista e ipocrita.
L’utero in affitto, per esempio; più correttamente “madre surrogata”. Siamo andate a rileggere uno scritto del 2007 di Agnese Seranis del quale condividiamo alcune incertezze e domande su un processo sempre più governato dalla scienza e da una tecnologia a forte impronta  maschile.
Una tecno-pratica sulla quale si incrociano ancora tante cose; una riformulazione esasperata della donna contenitore, un servizio messo a disposizione di desideri ormai concepibili contro i limiti naturali del concepimento, una rivendicazione di diritti o  “meta-diritti”, una cessione  sull’autogestione del corpo, una delega al potere tecnobiomedico…. insomma, cose ancora da ponderare dove l’unica certezza è quanto la legge 40 sia e rimanga comunque  brutta.