Archive for the ‘Ecofemminismo’ Category

Cambiamento scientifico

domenica, Luglio 7th, 2013

noisiamoqui283o meglio: cambiamento della scienza, oppure: cambiamento di approccio… o di prospettiva… o, per dirla grossa: di paradigma… o semplicemente di sensibilità…. insomma, per affrontare il cambiamento climatico occorre qualcosa di questo o tutto  questo insieme.
Perchè è chiaro che è la scienza storicamente prodotta e a sua volta produttrice di tecnologia, che applicata, richiesta e sostenuta in particolare dalla società capitalista sta portando il pianeta dal fecondo  brodo primordiale al brodo finale, bello caldo e, per molte specie, inclusa la nostra, mortale.
Per fare questo mini report dell‘incontro di venerdì, abbiamo dovuto lasciar decantare un giorno e una notte le informazioni messe in campo; tante, interessanti, a volte caotiche… perchè un approccio  alla complessità della questione è difficilmente  semplificabile…
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Cambiamento climatico

mercoledì, Luglio 3rd, 2013

noisiamoqui282 e cumò ze fasîno?
Insomma, che fare, quali risposte, quali azioni davanti ai mutamenti climatici in atto?
Se ne parlerà a S.Giorgio di Nogaro venerdì 5 luglio.
Ma quanta ragione aveva Françoise d’Eaubonne quando nel lontano 1974 lanciava un pressante allarme scrivendo che noi viviamo in un paradosso mortale: una popolazione crescente che deve vivere con risorse che vanno diminuendo…?
Cassandre, lei ed anche altri/e come lei; ma lei aveva trovato il bandolo giusto: le donne.
Le donne oggi vittime (7 su 10) più degli uomini del cambiamento climatico, quelle che il sistema patriarcale ha legato e negato assieme alla natura nella sua strategia di assoggettamento e controllo della fecondità.
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Acqua di SELtz

venerdì, Aprile 12th, 2013

femm54Prendete l’immagine qui a fianco; l’estetica e bucolica immagine botticelliana a corredo di un tema  alquanto complesso ed articolato come quello del “dominio” su donne e natura; focalizzate in particolare il tema “violenza sulle donne”; mettete tutto nella prospettiva dell’ecofemminismo ed avrete costruito, se pur non benissimo, un “modulo” non convenzionale di dissertare sull’argomento che dopo tanti femminicidi sembra essersi posato sui padiglioni auricolari della “gente comune”.Poi provate ad immaginare quali figure potrebbero esporre su questo tema a partire dal concetto di “dominio” e poi andate a guardare la seconda parte della locandina

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Autogestione che passione

domenica, Ottobre 28th, 2012

In questi giorni, grazie alla iniziativa de* compagn* di Pordenone, alla quale qualcuna di noi, se pur non continuativamente,  ha partecipato, abbiamo ripreso a pensare all’autogestione.
Tra le “vecchie” cose politiche archiviate, abbiamo trovato il testo di un nostro intervento alla “Fiera dell’autogestione” che si tenne a Padova nel ’94. C’erano dentro alcuni spunti che riteniamo importanti tutt’oggi; perlomeno come step dai quali riprendere; … un altro work-in-progress.
Lo riproponiamo con alcuni tagli ed aggiustamenti in quanto si tratta di una sbobinatura e quindi un trascritto con dei limiti ovvi legati al tempo in cui è stato prodotto ed alla pura trascrizione del parlato… in ogni caso, buona lettura.

INTERVENTO SUL FEMMINISMO E SULL’AUTOGESTIONE
Gruppo di ricerca Donne Libertarie Friulane DUMBLES

Abbiamo preparato un intervento che non è tanto l’illustrazione di una pratica, quanto l’invito a introdurre una riflessione che sia un presupposto per un discorso di autogestione.
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Una bella trama

sabato, Ottobre 20th, 2012

Una bella trama quella di ieri sera, costruita sul filo del lavoro e della narrazione di Donatella Cozzi.
Stanzetta al limite fisiologico di trenta persone, che è quello che al momento ci è possibile in termini di spazio, dai tempi dello sgombero del CSA di Via Scalo Nuovo.
Donatella ha fatto strada in quelle “Imperfezioni del silenzio” dalle quali, per chi li vuole cogliere, sfuggono segnali, storie, materia che ridefiniscono le persone nella loro rete di relazioni tra storie individuali legate a storie sociali.
Perchè ci sono “malattie” definite dalla società che in realtà la definiscono; in particolare nei confronti delle donne; oggi la depressione è un pò quello che era l’isteria di un tempo nella sua connotazione misogina e sessista.
Perchè poi la depressione, parola scritta e parlata dal corpo malato (che la madrelingua descrive con il suo repertorio sintomatologico, di cui molto al femminile, peraltro) è la spiegazione di molte cose che non si riesce e non si vuole spiegare (ed aggiustare) altrimenti.
E’ la “malattia” funzionale alla società del dominio nella quale il dolore deve essere “fluidificato”, mantenuto sottotraccia farmacologicamente, cronicizzato, che non diventi nè indicatore, meno che meno stimolo al cambiamento; che sia il mantenimento di una addomesticazione che non crea problemi… quante biografie femminili si leggono in questa dimensione!
E quanto viene oggi usata strumentalmente questa “patologia”… delle volte anche quasi a giustificazione degli uomini che uccidono le donne…
Insomma, le riflessioni sviluppate ieri, sulla guida della complessità antropologica, fanno pensare alla depressione un pò come una trama contro le donne e allora, si è detto, occorre tramare, tramare veramente vie di fuga. Per noi tramare ha il senso di tessere, così come riportato in una citazione del libro di Cozzi.
Ecco, a proposito del libro, attualmente difficile da trovare (abbiamo ordinato alcune copie e chi è interessat* ci può contattare al ns indirizzo: dumbles@inventati.org); Donatella, dopo aver sentito l’editore, ci dirà se potremo metterlo on line.
Intanto prepariamo la registrazione filmata dell’incontro da postare su questo blog.

Diversamente uman*

domenica, Settembre 30th, 2012

Ieri a Udine c’è stata la manifestazione per chiedere la chiusura della Harlan, multinazionale che alleva e fornisce animali  a numerosi laboratori di sperimentazione animale. Prendiamo spunto dall’iniziativa di ieri, per continuare una riflessione su questo tema nella convinzione che posti come la Harlan vanno chiusi  ma le coscienze vanno aperte alla complessità dei problemi nei quali la sperimentazione animale è inserita.  Buona lettura.

La sperimentazione animale si fonda su un assunto che è quello che l’organismo animale è  buono per essere usato come modello umano; farmaci, alimenti, cosmetici, nuove sostanze, tutto si testa sugli animali in base a questo principio.
In questo caso essere un modello significa essere simile, strutturato allo stesso modo, soggetto agli stessi risultati causa/effetto; ma non passivamente come il semplice manichino che usi per provare il vestito; per essere un buon modello occorre anche che il manichino abbia delle reazioni … insomma che dica “hai!” se lo pungi con lo spillo.
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Mamma con l’utero di mamma

mercoledì, Settembre 19th, 2012

Il trapianto è stato realizzato in Svezia, non certo in Italia dove fra viventi si è di recente autorizzato il trapianto parziale di polmone, intestino e pancreas… l’utero no; quello è sotto un’altra giurisdizione… quella che ha dettato l’indirizzo della legge 40 per intenderci, brutta.
Ma ci piace l’idea del trapianto di utero?
Siamo andate indietro a spulciare nella vecchia rassegna su tutte le varianti e combinazioni che permettevano a donne ed uomini con problemi in tal senso, di procreare.
Così abbiamo visto che il traguardo del trapianto di utero, al 2009 previsto entro due anni, se pur con un leggero ritardo è stato raggiunto. Dalle prove sulle coniglie alle donne.
Ogni caso ed ogni storia, sono a sè certo,… ma in generale, continuiamo a chiederci: ma davvero è così importante essere madri a tutti i costi? Dovremmo auspicare e sostenere il diritto all’accesso di tutte a queste pratiche? Dovremmo ignorare il contesto tecnico-scientifico nel quale nascono e si sviluppano? Dovremmo accettare questa possibilità di maternità tecno-mediata, e fino a che punto?
Come ci mettiamo tra chi ci vuole madri a tutti i costi ed il volersi madri a tutti i costi?
… domande, così, tanto per circoscrivere il problema oppure per dire che la maternità dovrebbe essere pensata o ripensata da noi magari anche tenendo conto di questo contesto.

Fluido è bello

sabato, Settembre 15th, 2012

Internazionale di questa settimana dedica un lungo articolo a bambin* che non si conformano verso il genere biologicamente dato o apparente che sia. In un mondo che forza, anche crudelmente, al rosa e al celeste ancor prima che la creatura sia messa al mondo, figuriamoci dopo…, loro sono dentro un’identità di genere fluida, irriducibile ai comportamenti socialmente previsti per l’essere maschio o l’essere femmina.
Ci piace pensare che questa meravigliosa fluidità, questo assecondare le proprie propensioni, dovrebbe essere la dimensione di tutt*, sicuramente il futuro evoluto della nostra specie.

Che cosa ci distingue dagli animali?

venerdì, Settembre 14th, 2012

La violenza intraspecifica, per esempio.
Gli animali generalmente non la praticano. Non esiste nell’animale l’omicidio intraspecifico, probabilmente perchè non parla.
Quando definiamo la nostra più brutale violenza come un “agire disumano, animale“, compiamo un errore epistemologico reso possibile dal linguaggio che ci permette di creare comparazioni di valore atte ad  allontanare dalla nostra specie ciò che non ci piace, attribuendo all’altro ciò che è invece intrinsecamente nostro.
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Noi siamo qui, vent’anni (e più) di ecofemminismo

venerdì, Agosto 24th, 2012

Tepee tal parco, la “festa degli indiani”  fa vent’anni,  ed anche noi. Questo fine settimana siamo lì.  Un volantino sintetico per l’occasione.

Allegato al volantino: Dall’ecologia della mente all’ecologia della rete

Il sito di Barbie

sabato, Giugno 23rd, 2012

Abbiamo sempre avuto un occhio critico nei confronti dell‘”impresa scientifica“; per il retaggio del dominio in essa depositato, e tuttora esercitato sulla natura e per quello tuttora praticato dall’èlite della comunità scientifica nei confronti delle donne.
Neanche a farlo apposta, a conferma di questo nostro sconforto giunge il post di Monica Lanfranco su Il Fatto quotidiano di oggi a mostrarci la campagna di sostegno per le donne nella scienza pensata dalla Commissione Europea – ricerca e innovazione.
C’è un video orrorifico che, oltre a suggerire l’idea che per le donne la scienza è una sfilata di moda , quindi una cosa vacua che perdipiù si compie sotto l’occhio, quello sì scientifico perché in camice bianco, dell’uomo; lascia l’impressione che lo stesso stia guardando le scienziate-mannequin dentro il microscopio.
Il video poi è stato tolto dal sito, ma quest’ultimo non è poi più confortante; con i caratteri scritti col rossetto che sta pure al posto della i di “scienza”, il rosa e i cuoricini, sembra il sito della Barbie.
In tal guisa oggi la scienza ci vede. Una bella innovazione, una importante concessione…
Avevamo forse ragione, nel lontano 1984, conversando con Elisabetta Donini, ad elogiare l’estraneità…

W Julia senza retorica

mercoledì, Giugno 6th, 2012

Oggi Fabio Balocco sul Fatto Quotidiano ricorda l’azione di Julia Butterfly Hill che visse 738 giorni su una sequoia per impedirne l’abbattimento; di quella e di altre nel raggio di 60 metri.
Conclude il suo ricordo con un frase dal fastidioso sapore retorico: “La Terra è madre e sono spesso le donne a difenderla con più determinazione“.
Madre Terra è spesso rappresentata come una donna incinta, con un bel globo terracqueo al posto della pancia o la pelle increspata da rugosità montuose o ricoperta da fili d’erba…, un’iconografia che lega a doppia mandata l’essere femminile ad una attribuita attitudine naturale, la maternità,  ed attribuisce al pianeta un sesso ed una funzione.
Non ci piace e non lo riteniamo nemmeno un approccio corretto per capire se, ed in che termini,  ci possiamo considerare figlie/i della terra. Una visione romantica e antropocentrica  non è nemmeno una buona base per intraprendere battaglie ambientali per “difenderla con più determinazione“.
Da donne, non abbiamo bisogno di alcuna affinità materna per essere sensibili alla distruzione di biodiversità di cui come specie siamo infinitesima parte, ma con un pessimo rapporto di parassitismo.

Ecofemminismo dumblico

venerdì, Maggio 4th, 2012

Laboratorio wiki

 

Il nostro 8 marzo è NO TAV

venerdì, Marzo 2nd, 2012

Abbiamo sempre pensato che la nostra battaglia per l’autodeterminazione, la rivendicazione di quello che riteniamo ci debba essere riconosciuto come libere soggettività, la libertà di scelta su cose che riguardano la nostra vita, ancor meglio i nostri corpi… insomma il nostro modo di essere femministe (ancora? Eh sì…), anzi ecofemministe,  non possa essere disincarnato dal luogo che abitiamo….
In esso, che è luogo di enunciazione, nostra cartografia ed ontologia, ragioniamo contro il sessismo, contro la violenza, contro le prevaricazioni, contro ciò che colpisce noi ma anche il luogo intorno a noi.
Quando diciamo che “non vogliamo essere colonia di nessuno” lo diciamo in senso di rivendicazione individuale ma anche territoriale; per noi le due cose sono inscindibili.
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Tanti auguri Mr. Hawking

sabato, Gennaio 7th, 2012

Conosco la mente di Dio, ma il mistero sono le donne
Così parlò Stephen Hawking, scienziato.
Meno male! Almeno c’è uno che non si fregia di conoscerle come fanno molti, riempiendosi la bocca di stereotipi e pregiudizi; gli stessi che fanno sì che il mondo scientifico, per primo, abbia dis-conosciuto le donne condannandole ad essere poche, andare lentamente e stare in basso. E poi c’era il soffitto di cristallo, e sicuramente c’è ancora se il mondo STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è popolato da imbecilli del calibro di quel Summers, presidente di Harvard il quale, qualche anno fa,  blaterava di “differenze biologiche innate tra donne e uomini” per cui  le femmine eccellono meno nelle carriere legate alla matematica ed alle materie scientifiche. Non che ci interessi particolarmente perorare la causa delle pari opportunità; anche se, quel che è giusto è giusto. In realtà, a tutt’oggi, epoca di cambiamenti climatici, catastrofi  in-naturali, clonazioni e riproduzioni chimeriche,  forse è proprio meglio rimanere un mistero per la scienza che invece non è del tutto un mistero per noi.  Ne conosciamo la storia e i suoi asservimenti, ne scontiamo l’imprinting riduzionista, ne intuiamo il divenire esaltato nel paradosso di un mondo che non ha saputo salvare, ma in parte ha contribuito a distruggere.
E forse è meglio che Hawking e colleghi, continuino a scommettere sulla particella di Dio, a rincorrere il loro caro bosone di Higgs piuttosto che ad acchiappare e  svelare il comosoma X.

– turbocapitalismo + ecofemminismo

domenica, Novembre 13th, 2011

Da Papi a Monti: che ci cambia a noi donne sull’orlo di una crisi economica ma anche finanziaria ma anche ecologica che non siamo state noi a creare ma che siamo chiamate comunque a pagare? Tolta la buffoneria machosessista dell’unto dimesso -[che sì, certo è la liberazione da un fastidio, non la soluzione del problema]- rimane l’uguale macelleria sociale diffusa con l’aggravante di salutarla come una liberazione. Perciò tocca prenderci per tempo ed inquadrare il riservato signore dall’aplomb bocconiano. Intanto questo flash che qualcuno ha richiamato dal Corriere del gennaio di quest’anno; sono parole sue: “In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.
Già da queste poche righe sappiamo quale sarà la ricetta. Qui un’analisi più dettagliata; lasciamo stare la soluzione che lo scrivente propone nell’alleanza strategica coi “brics” o sulla reindustrializzazione ; il resto inquadra bene il contesto. In ogni caso, anche non conoscendo vita morte e miracoli del senatore Monti o, di quella che sarà la futura squadra di governo, ci siamo fatte le seguenti domande: -abolirà la casta? -cancellerà le grandi opere inutili? -condannerà la precarietà? -abbatterà la mafia? -starà dalla parte dei/lle salariat*? Claro che no. E allora cosa si vuole da noi? Ma non dovremmo essere noi a presentare il conto per i soldi che ci vengono orapresente estorti, i servizi negati e il territorio devastato? Dimissioniamoli tutti! Buffone l’uno, vampiri gli altri.

Dumbles NO OGM a Pordenone

lunedì, Ottobre 4th, 2010

dumbles no ogm 2 sett. 2010

Applaudito l’intervento NO OGM delle Dumbles a Pordenone. Brava Marinella!

Scarica il DossierNO OGM: TERRA E LIBERTA’

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DONNE PREPAGATE

lunedì, Febbraio 22nd, 2010

Noi non ci annoiamo mai. Purtroppo.
Vorremmo, ma non combiniamo, sempre ci stuzzicano con nuove quanto fastidiose evidenze.


Ora dovremmo ragionare intorno a questa nuova identità attribuita al
nostro genere: la “
donna tangente”, come l’ha chiamata Gad Lerner. La
mazzetta incarnata che segnala l’evoluzione dei
birbantelli i quali non
vogliono più essere pizzicati con le mani nel water (do you remember
Mario Chiesa?).

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Ecofemminismo / Udine / 26 ottobre 1988

venerdì, Ottobre 21st, 1988