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Piccolo Manifesto Ecofemminista

domenica, Agosto 11th, 2024

Agosto 2024

Abbiamo trascritto, modificando il meno possibile, un “intervento” sull’Ecofemminismo tenuto a Udine da Marinella Bragagnini nel 20181 utilizzando anche degli appunti che, già nei suoi intenti, avrebbero dovuto essere trasformati in un testo più articolato.

Ci siamo prese la libertà di aggiungere qualche nota generale, esplicativa o bibliografica, citando alcuni testi provenienti dalla sua biblioteca, lasciatici in custodia e in corso di sistemazione presso lo Spazio Sociale Tai Gjai di San Giorgio di Nogaro, luogo in cui abbiamo condiviso ed elaborato gran parte dell’attività politica degli ultimi anni.

Ne è risultato un Piccolo Manifesto Ecofemminista, caratterizzato da una lettura politica e da una sensibilità che passa anche attraverso la specifica lente della Biologia, ambito di sua formazione, che dà a questo scritto sull’Ecofemminismo un taglio particolare.

L’excursus da lei proposto è stato suddiviso in “step tematici”, che speriamo possano essere spunto per riflessioni future, incontri di studio, formazione, approfondimento o aggiornamento di quelli che sono i principali nodi fondanti di questa complessa, poliedrica e utopica visione del mondo. Perchè non rimanga tale.

ECOFEMMINISMO

una ricetta per demolire il patriarcato

nell’epoca della crisi ambientale globale

Il patriarcato

Il patriarcato è quel sistema sociale nel quale un genere, quello maschile, esercita potere, proprietà, privilegio, dominio su ciò che è diverso da sé, sul genere femminile e su tutti quei soggetti che non si conformano alla sua autorità morale. Nello stesso tempo è anche quel sistema che ha dato forma ad una epistemologia, ad una scienza e ad una tecnologia, cioè ad un sistema di interpretazione e manipolazione della natura, che oggi ci lascia, per esaurimento delle risorse, estinzione delle specie e cambiamento climatico, sull’orlo dell’abisso. Viviamo nella società del dominio, che è caratterizzata dal patriarcato, ma come dice Dilar Dirik, nessun* si chiede quando e dove è nato storicamente o, peggio, si nega.

Il patriarcato non è naturale. Ha avuto un’origine o più origini, che poi sono confluite a determinare quel sistema sociale in cui gli uomini detengono il potere, l’autorià morale, il dominio, all’interno della famiglia e non solo.

Secondo Sylvia Walby il patriarcato è un sistema di strutture sociali interconnesse tra loro che permettono agli uomini di sfruttare le donne e, anche se non è esplicitamente stabilito dalla loro costituzione o dalle loro leggi, la maggior parte delle società contemporanee sono, in pratica, patriarcali 2Occorre prenderne coscienza ed agire.

Ecofemminismo, quindi, come chiave interpretativa per fare la cosa giusta.

https://vimeo.com/259609846?from=outro-embed

https://vimeo.com/257067497?from=outro-embed

Le società organiche

Ma cosa c’era prima del Patriarcato? Quale struttura ed organizzazione sociale? Molti studi suggeriscono la presenza di società egualitarie.

Bookchin dedica molti dei suoi scritti a queste società preletterate, caratterizzate da mancanza di coercizione, da spontaneismo ed egualitarismo. Società formatesi per l’innato bisogno umano d’associazione, di interdipendenza e mutuo appoggio. Società in sintonia con la natura3.

Molte di queste società arcaiche erano matricentriche … o matriarcali o matrifocali4.

Secondo gli studi della Abendroth le società matriarcali si fondano sull’uguaglianza, che non vuol dire livellamento delle differenze (le differenze naturali, che esistono tra i generi e tra le generazioni, vengono rispettate e onorate), ma tali differenze non vengono mai utilizzate per creare delle gerarchie; a livello economico si fondano sulla circolarità dei beni, piuttosto che sull’accumulazione; a livello sociale, oltre che caratterizzarsi come società di discendenza in linea femminile e su una paternità sociale, sono organizzate in clan estesi (almeno 3 generazioni), finalizzati al mutuo appoggio e donne e uomini possono scegliere liberamente le loro relazioni amorose; a livello politico le decisioni vengono prese esclusivamente secondo il principio del consenso, vale a dire all’unanimità; a livello religioso, su riti in sintonia con la natura, caratterizzati dai cicli andata-ritorno (astri, stagioni, vita, morte), senza separazione tra le creature e siccome tutto, nel mondo, è divino, le culture matriarcali non conoscono la distinzione tra sacro e profano5.

L’emergere del dominio e della gerarchia: la gerontocrazia e il dominio sulla donna

La gerontocrazia, a giudizio di Bookchin, è stata la prima forma di gerarchia ed il primo caso in cui la conoscenza di dati e delle tecniche di sopravvivenza sono diventate territorio esclusivo degli anziani dei villaggi.

Anche il ruolo della donna, dapprima paritario (vedi il culto della dea madre), è franato in posizione subalterna rispetto allo status dell’anziano saggio.

La gerarchia è entrata a far parte integrante dell’inconscio e le classi sociali diventano l’aspetto più rilevante di un’umanità conflittuale e divisa.

Il dominio sulla natura, la naturalizzazione della donna e la sua deumanizzazione

Anche il Dominio sulla natura è lo sfondo ontologico del dominio di classe e statale, che, nella nostra società, ha dato luogo a dispositivi onnipervasivi. Il principio regolatore e morale maschile, così come domina la natura, domina la donna che, in quanto gerarchicamente subalterna, viene “naturalizzata”…

Gli epiteti, tutti di ambito animale, hanno continuato a scorrere come un fiume in piena: civette, capinere, cagne, galline, gatte, falene, libellule, farfalle, tope, gazzelle, balene, tigri, oche, conigliette, mantidi, vampire, vacche ecc.

Sul genere e la scienza

L’accesso alla conoscenza ed alla scienza è riservato agli uomini. Narrare la storia della conoscenza è il modo migliore per capire come si sia consolidato il dominio maschile sulla donna e sulla natura.

Prima che ci fossero le epistemologie femministe e i Gender Studies, tutto questo discorso sulla conoscenza veniva concepito come oggettivo e universale … in realtà, i più recenti studi hanno messo in luce come, invece, si tratta di saperi situati, poiché c’è sempre un soggetto che conosce qualcosa che viene conosciuto, ovvero la natura, ma il soggetto che conosce non è neutro, è sempre stato caratterizzato dal genere maschile e questo ha lasciato un’impronta anche nel tipo di scienza che si andava configurando e sviluppando.

La narrazione è sempre stata androcentrica, da Platone a Bacone, attraverso la sfida degli alchimisti vs meccanicisti, fino alla scienza ed alla tecnologia di oggi.

La metafora sessuale onniprensente è già un marchio.

Platone: La razionalità rende possibile la conoscenza; essa è presente nella mente umana e nelle regolarità della natura. La conoscenza è prerogativa della relazione maschile allievo-maestro. L’irrazionalità imbriglia la mente umana; irrazionalità e caos sono femminili ed ostacolano la conoscenza.

Bacone: il primo a dare efficacemente sostanza all’equazione fra conoscenza scentifica e potere; il primo a fissare come finalità della scienza il dominio sulla natura.

Per arrivare ai giorni nostri cito ancora Odifreddi che è un insigne logico-matematico e divulgatore, che si allinea dentro questo insieme di valori a cui abbiamo accennato e interviene criticando l’assegnazione della Medaglia Fields, uno dei maggiori riconoscimenti dati ai matematici che di recente è stato assegnato all’iraniana Maryam Mirzakhani. L’articolo, intitolato Il talento delle donne per la scienza, fa riferimento a questo riconoscimento parlando di una progressione discendente, che sembra indicare come l’attitudine femminile sia direttamente proporzionale alla concretezza e indirettamente proporzionale all’astrazione quindi, anche lui, è come se volesse sostenere che lo spirito maschile è proprio della trascendenza … mentre quello femminile rimane legato all’immanenza.6

Fox Keller: “nella scienza si fondono in un tutto unico l’umana conoscenza e l’umano potere …”; “sono venuto invero a condurre a te la Natura con tutti i figli suoi, per vincolarla al tuo servizio e farne la tua schiava …”; “l’antica scienza è rappresentabile come un modesto parto femminile, passivo, debole, titubante, mentre ora è nato un maschio, attivo, virile, generativo …” 7

E dalla scienza si sviluppa la tecnologia

Infine dalla scienza si evolve la tecnologia (pur essendoci un complesso legame fra scienza e tecnica) che porta in sé, intrinsecamente, il dominio sulla natura … la scienza è la ricerca del perchè e la tecnologia la ricerca del come …

Da questo tipo di premessa si sviluppa una scienza con una forte impronta di tipo maschile e da ciò consegue anche un certo tipo di tecnologia … Per quanto il rapporto tra scienza e tecnologia sia abbastanza complesso, la tecnologia che viene messa a punto è spesso una tecnologia che va a sfruttare e a piegare la natura, pensiamo per esempio al motore termico rispetto a quelli che sono i motori biologici e quindi ci troviamo con il motore termico, che ha completamente devastato l’ambiente e ha sfruttato e consumato le risorse prodotte dal motore biologico, quello della fotosintesi e del ciclo vitale, che è sempre esistito. Ci troviamo quindi, a tutt’oggi, a fare i conti con il risultato di una tecnologia che, a sua volta, è frutto di una ricerca scientifica improntata al maschile.

Portanza ambientale

La crisi ecologica è certificata dal cambiamento climatico come risultante di inquinamento e conseguente effetto serra. Un altro problema enorme, ma ancora tabù, è la portanza ambientale per quel che riguarda la popolazione. Il pianeta non potrà reggere la presenza prevista per i prossimi 50 anni di 9 miliardi di persone. Occorre intervenire sulla demografia e sulla distribuzione delle risorse a partire da una certezza: il picco di tutto (petrolio, terreno, cibo, minerali rari, api ecc.).

L’ecofemminismo: le componenti – la nostra ricetta

La necessità fondamentale è di agire alle origini del sistema del dominio.

Partiamo da una breve definizione di Femminismo: Femminismo, movimento di rivendicazione dei diritti economici, civili e politici delle donne; in senso più generale, insieme delle teorie che criticano la condizione tradizionale della donna e propongono nuove relazioni tra i generi nella sfera privata e una diversa collocazione sociale in quella pubblica (Treccani).

A tutt’oggi il femminismo non può prescindere da un discorso ecologico; un discorso ecologico, cioè la prospettiva di una società “in sintonia con il resto della natura”, non può prescindere da un discorso femminista cioè di non discriminazione verso le donne e nessuno dei due può prescindere da un contesto politico coltivato al di fuori dello stato.

Oggi non possiamo esimerci dal fare i conti con tutto questo … per noi questo cosa significa? Se noi riconosciamo che la società del dominio è una società patriarcale, che si è fondata e si fonda anche oggi, per moltissimi aspetti, sullo sfruttamento delle donne, pensiamo anche solo al gap lavorativo dove, a parità di mansioni, la donna viene retribuita di meno, da ciò deriva che se noi dobbiamo coltivare un pensiero che sia di liberazione e di affrancamento da queste logiche di dominio, dobbiamo pensare in termini sia femministi che ecologici. Però, questo, non è sufficiente e qui faccio un rapido excursus sui vari tipi di femminismo di cui si sta parlando in questi ultimi anni … dagli anni ’80 … quando noi abbiamo lanciato questo tipo di discorso non esistevano collettivi che si caratterizzassero in questo senso, invece in questi ultimi anni sì … un po’ perché la crisi ecologica è diventata più evidente, un po’ perché il femminismo storico ha esaurito la sua spinta, inoltre il femminismo storico non è mai stato qualcosa di monolitico, ma ha sempre avuto tantissime caratterizzazioni e sfumature.

Esistono tanti femminismi ma anche tanti ecofemminismi

1 – con una prospettiva istituzionale: c’è l’Ecofemminismo che viene rilanciato da Laura Cima, che è stata parlamentare all’interno dei Verdi (che non esistono più come entità politica) e ha fatto uscire un libro sull’Ecofemminismo in Italia8, dove racconta come, all’interno dei Verdi, del partito del sole che ride, dei Verdi arcobaleno … le donne che si impegnavano in quel contesto politico avevano tentato di introdurre le istanze del femminismo di quel periodo che lei chiama Ecofemminismo … però non si tratta di un Ecofemminismo che noi possiamo condividere per la sua impronta partitica e istituzionale.

2 – con una prospettiva che prende le mosse dalla situazione dei “paesi in via di sviluppo”, terzomondista: c’è un altro Ecofemminismo, interessante, quello portato avanti da Vandana Shiva, che prende le mosse dalle lotte delle donne e degli agricoltori in India e che contesta le coltivazioni intensive gli OGM.

3 – con una prospettiva accademica: c’è ancora l’Ecofemminismo che si insegna all’interno degli ambienti universitari, dove sono stati avviati molti corsi e tesi di laurea, ma si tratta di teorie che rimangono prevalentemente sulla carta.

4 – con una prospettiva movimentista: c’è un altro aspetto nell’Ecofemminismo che è quello che ha effettuato la saldatura tra il femminismo, l’animalismo e l’eco-veg-femminismo.

Una dimensione politica anarchica

Per completare un pensiero ecofemminista, come lo intendiamo noi, manca, però, la dimensione politica anarchica o comunque libertaria, indispensabile per poter coltivare l’Ecofemminismo al di fuori dello stato, che è il pilastro della gerarchia e del dominio.

Femminismo-ecologia-anarchismo sono in relazione tra loro attraverso tutti i temi che stanno intorno.

Non bastano il femminismo e l’ecologia, c’è bisogno anche di un contesto politico all’interno del quale portare avanti il discorso e pensare a delle azioni. Per noi il contesto politico si deve evolvere all’esterno di un contesto statale, perché non possiamo pensare di scardinare la società del dominio dentro una logica statale, con dei confini, con delle frontiere (il problema delle migrazioni, il rafforzamento del controllo dei confini, eccetera, eccetera).

I/le kurdi/e lo hanno forse capito?9 La Jinealogi?10

Un pensiero bioregionalista

Dobbiamo piuttosto evolvere un “pensiero Bioregionalista”. Solo in questo contesto l’Ecofemminismo può prendere slancio, perché se c’è un ragionamento ecologico, deve essere fatto sul territorio in cui si vive; se dobbiamo ripensare, per esempio, l’agricoltura, la dobbiamo ripensare nel luogo in cui siamo … e, in parte, anche le lotte per il clima … in fin dei conti si ripropone sempre il vecchio slogan “pensare globalmente e agire localmente”, ovvero in un contesto che, per noi, deve essere libertario. Questo è proprio quello che manca nelle altre declinazioni di Ecofemminismo anche se, da lì, possono arrivare dei contributi interessanti. Questo è il “nostro” Ecofemminismo … è un esercizio di pensiero complesso, perché, d’altra parte, la realtà è complessa.

Linguaggio performativo

Non è solo una questione di rivendicazione, certo, non vogliamo più l’oppressione, lo sfruttamento … vogliamo ovviamente l’autodeterminazione delle donne, tutti temi che sono sempre stati importanti all’interno del femminismo, ma se la realtà è complessa e presenta problemi enormi, noi dobbiamo cercare di elaborare un pensiero adeguato alla realtà, per esempio possiamo citare il caso del sessismo nel linguaggio. Qualcosa che si è sedimentato nel nostro cervello, che ci consente di parlare, ma mentre parliamo creiamo anche delle immagini dei soggetti, nel senso che il linguaggio è performativo, quindi la caratterizzazione di genere all’interno del linguaggio è un altro degli aspetti da prendere in considerazione11. Da qualsiasi angolazione si guardi la realtà, la violenza sulle donne, la procreazione attraverso le nuove tecnologie riproduttive, le tecnologie in agricoltura … tutte queste cose richiedono un pensiero abbastanza articolato, perché sappiamo da dove queste cose derivano … Mi ha colpita molto una pubblicità della Rai, che sta programmando alcune lezioni sulla psicanalisi; nella pubblicità c’è una voce maschile che dice “non basta uno spermatozoo per fare un padre, non basta un utero per fare una madre …”; questa pubblicità mi rimanda una figura dello spermatozoo e dell’utero come se il contributo alla persona e alla vita che si deve formare, da parte della madre, fosse solamente l’utero, cioè il contenitore e non l’ovulo, con tutta quella parte di DNA materno che presuppone. Questo rende bene il carattere performativo del linguaggio, infatti, per secoli e secoli, si è pensato che la donna fosse solo un contenitore e che la madre non desse un contributo più sostanzioso di DNA; tra l’altro, ne mette anche di più12; un esempio di linguaggio che non nomina e che esclude, cancella. C’è un linguaggio maschile, universale … come quando si dice “tutti” per comprendere anche le donne, ma senza nominarle. Sono tutti i retaggi del dominio che noi ci portiamo dietro dall’origine, dalla fine delle società organica e dall’origine della società del dominio.

In sintesi

Esiste un contesto ecologico, ovvero le basi ed il substrato della vita, in cui il soggetto (femminismo) elabora la sua liberazione e costruisce i suoi progetti di vita al di fuori della logica del dominio (anarchismo). Da qualsiasi di questi tre poli noi prendiamo le mosse, con qualsiasi argomento, ci ritroviamo collegati a tutto il resto.

L‘Ecofemminismo è un po’ un esercizio di pensiero complesso, che, per agire nella realtà, deve anche semplificare, ma in modo cosciente.

Luogo di enunciazione, prospettiva di genere, genere performativo, sapere situato …. sono gli enunciati che abbiamo imparato ad usare e che collocano il soggetto nella sua ontologia rispetto alla realtà dell’intorno.

Questa è la base per poter pensare-progettare una realtà migliore di quella nella quale siamo immers*; in sintesi per “fare la cosa giusta”.

Perchè EcoFemminismo e non AnarcoFemminismo?

Perchè l’emergenza ambientale ci obbliga a ragionare in termini ecologici; sia per una questione di complessità [ecosistemi-energia] che di interrelazioni [reti-retroazioni]. Se l’obiettivo è una società umana più equa, che si sviluppi su una base di giustizia sociale e di assenza di discriminazione [una società anarchica], non ci si può arrivare senza un ragionamento di tipo “ecologico”. Non solo per sanare il distorto rapporto con la natura (di sfruttamento), ma anche perchè dobbiamo riconoscere che, dal punto di vista evolutivo, la nostra è, comunque, una specie derivante da essa, evoluta in forma autocosciente (una specie parlante dotata di linguaggio complesso-simbolico), ma che ne mantiene il retaggio.

1Di seguito il video integrale dell’intervento sull’Ecofemminismo tenuto nel 2018 da Marinella Bragagnini presso la Libreria Friuli di Udine. Evento e riprese a cura del Collettivo Korovev: https://www.facebook.com/collettivokorovev/videos/1896925363881437

2WALBY Sylvia, Theorizing patriarchy, Basil Blackwell Ltd, Padstow 1990.

3BOOKCHIN Murray, L’ecologia della libertà, Edizioni antistato, Milano 1984 (1982).

4Prima di parlare delle caratteristiche delle società matriarcali è bene puntualizzare il concetto di matriarcato, citando le parole di Abendroth: “Fino ad oggi l’idea che questa parola esprime è risultata del tutto inesatta e approssimativa, poiché priva di una definizione adeguata o spesso assente e ciò ha generato fraintendimenti e costanti distorsioni. Matriarcato, contrariamente alla Vulgata, non è equiparabile al termine patriarcato, che significa dominio o regola dei padri. Tradurre matriarcato come dominio o regola delle madri è sbagliato non solo dal punto di vista strettamente linguistico, ma anche sul piano fattuale, poiché in greco archè significa sia dominio che incipit, inizio, origine … la traduzione corretta della parola matriarcato è quindi in principio le madri. Solo più tardi, quando nel quadro dell’ideologia patriarcale si è stabilito che il dominio è esistito fin dall’inizio della storia, la parola archè ha assunto il secondo significato, appunto quello di dominio.” ABENDROTH GOETTNER Heide, Le società matriarcali del passato e la nascita del patriarcato. Asia occidentale ed Europa, MIM Edizioni S.R.L., Milano 2023.

5ABENDROTH GOETTNER Heide, Le società matriarcali del passato e la nascita del patriarcato. Asia occidentale ed Europa, MIM Edizioni S.R.L., Milano 2023. Dal sito Dumbles: https://dumbles.noblogs.org/2023/10/28/la-nascita-del-patriarcato/

7Non sappiamo di preciso da quale testo siano state tratte queste citazioni, per cui segnaliamo alcuni saggi fondamentali di Evelin Fox keller presenti nella biblioteca di Marinella. FOX KELLER Evelyn, Sul genere e la scienza, Garzanti, Milano 1987; FOX KELLER, Vita, scienza & cyberscienza, Garzanti, Cernusco-Milano 1996; FOX KELLER, Il secolo del gene, Garzanti, Cernusco-Milano 2001; FOX KELLER, In sintonia con l’organismo. La vita e l’opera di Barbara McClintock, Lit Edizioni, Roma 2017.

8CIMA Laura-MARCOMIN Franca (a cura di), L’Ecofemminismo in Italia. Le radici di una rivoluzione necessaria, Il Poligrafico, Padova 2017.

9SANTI Norma -VACCARI Salvo (a cura di), La sfida anarchica nel Rojava, BFS, Pisa 2019; OCALAN Abdullah, La rivoluzione delle donne, Libertà per Abdullah Ocalan Ed., 2013; TODESCHINI Silvia (a cura di), La rivoluzione vista dalle donne, 2016.

10Su questo argomento come Dumbles abbiamo organizzato diversi incontri tra cui: https://www.facebook.com/events/561108136181602/?ref=newsfeed&locale=it_IT (18 giugno 2023); https://www.facebook.com/events/239624675803230/?ref=newsfeed (9 dicembre 2023). Segnaliamo anche questa interessante pubblicazione: Donne, etica e rivoluzione. Intervista alle compagne del Rojava. A cura di Infoaut.org, Radio Onda d’Urto, 2016.

11Dal sito Dumbles: https://dumbles.noblogs.org/2012/06/11/violenza-delle-istituzioni-la-lingua/

12Mitocondrio: organello della cellula contenente molte coppie di un tratto di DNA trasmesso solo per via materna. Il “DNA mitocondriale” viene trasmesso dalla madre ai figli e quindi è identico a quello della nonna materna, a quello dei nostri fratelli, delle nostre sorelle e dei figli delle sorelle di nostra madre… BARBUJANI Guido, Come eravamo. Storie della grande storia dell’uomo, Laterza, 2022.

Ma quando e dove è nato il patriarcato?

giovedì, Settembre 7th, 2023

Viviamo nella società del dominio, che è caratterizzata dal patriarcato, ma come dice Dilar Dirik, nessun* si chiede quando e dove è nato. O, peggio, si nega. Il patriarcato non è naturale. Ha avuto un’origine o più origini, che poi sono confluite a determinare quel sistema sociale  in cui gli uomini detengono il potere, l’autorià morale, il dominio all’interno della famiglia… , secondo Sylvia Walby è “un sistema di strutture sociali interconnesse, che permettono agli uomini di sfruttare le donne… Anche se non è esplicitamente stabilito dalla loro costituzione o dalle loro leggi, la maggior parte delle società contemporanee sono, in pratica, patriarcali.”

Demolire il patriarcato nell’epoca della crisi ambientale e globale.

mercoledì, Agosto 16th, 2023

Ricominciamo da qui, ricordando Marinella in un video registrato durante un suo intervento sull “Ecofemminismo come chiave interpretativa per fare la cosa giusta“.

Udine 3 maggio 2018 

video dell’incontro

DEMOLIRE IL PATRIARCATO NELL’EPOCA DELLA CRISI AMBIENTALE GLOBALE

Il patriarcato è quel sistema sociale nel quale il genere maschile esercita potere, proprietà, privilegio, dominio su ciò che è diverso da sé e su tutti quei soggetti che non si conformano alla sua attività morale. E’ anche il sistema che è responsabile di un’epistemologia, di una scienza ed una tecnologia (cioè di un sistema di interpretazione-manipolazione della natura), che oggi ci lascia (a) per esaurimento delle risorse, (b) per estinzione della specie e (c) per cambiamento climatico, sull’orlo dell’abisso.

 

Così, tanto per sapere

martedì, Marzo 21st, 2023

E’ uscito il sesto rapporto dell’IPCC, Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici.

Per farla breve, è l’ultimatum della scienza alla politica; o si riesce a contenere il riscaldamento globale oppure, a breve, la situazione sarà al punto di non ritorno.

A breve vuol dire 7 anni circa…Le emissioni di gas serra derivanti principalmente dall’uso di combustibili fossili, devono raggiungere un picco al massimo nel 2025, quasi dimezzarsi entro la fine di questo decennio e azzerarsi a partire dal 2050.

Il Domani ci ricorda che lo studio è stato pubblicato “… mentre in Italia arrivava un nuovo rigassificatore, negli Stati Uniti era stato approvato un nuovo immenso giacimento di petrolio in Alaska e in Cina sono in fase di autorizzazione 168 nuove centrali a carbone.” E, possiamo aggiungere noi, mentre la Regione FVG sta lavorando (loro dicono di no, ma le evidenze smentiscono) ad una arcisuperultra acciaieria da insediare a S.Giorgio di Nogaro, fronte laguna.

Ma quella sarà green…( 🙂 🙂 🙂 !!! ) dicono sempre loro, a fronte di un progetto che, dicono non esistere.

Avessero ascoltato Eunice!
(altro…)

8 MARZO DEL NOSTRO TEMPO

giovedì, Marzo 9th, 2023

Proviamo a dirlo con le parole di Paul Preciado che: “malgrado tutto, questo è il nostro tempo.

Non abbiamo avuto fortuna, ragazzi miei.

E’ il tempo dei resti, delle rovine, degli scarti e dei sopravvissuti del produttivismo, del patriarcato, del binarismo eterosessuale, del razzismo gerarchico, del complesso carcerario, dell’industria farmaceutica, dell’impero digitale pornografico, della sorveglianza internazionale, del viaggio coloniale, in America come nello spazio…

Questo è il nostro tempo, un tempo che è malato, assetato, bruciato, analfabeta, smarrito e quasi morto. Ma è comunque il nostro.(*)

Una sfilza di aggettivi tristi; un tempo malato sì, per una pandemia mal gestita e malcompresa le cui origini gravano sull’incoscienza tutta umana della distruzione degli habitat naturali; un tempo biologicamente malato che abbatte confini interspecifici che vanno rispettati e socialmente malato che innalza confini intraspecifici di terra e di mare per eliminare gli/le esclus* dal banchetto del capitale.

Un tempo assetato; qui da noi, mai come ora, per la prima volta abbiamo visto spegnersi le fontane per mancanza d’acqua nelle falde artesiane… abbiamo visto i raccolti secchi e abbandonati e la stessa ottusa ostinazione nella persistenza dellagricoltura intensiva e degli allevamenti industriali… ma: “acqua in bocca”; la prossima pandemia forse verrà da lì, si chiamerà aviaria, così dice chi osserva le migrazioni virali parlando sottotraccia in un tempo che rimane analfabeta anche se annega in un mare di informazioni e dati convertiti in moneta sonante nel sistema di controllo infocratico in cui anche l’umano è prodotto dissolto nell’algoritmo…

un tempo smarrito, che non ricorda il suo passato, che spesso manipola e riscrive la storia per renderla appetibile ad un presente addomesticato e fascista di ritorno; un tempo smarrito che non sa perché si trova al punto di non ritorno climatico-ambientale… (altro…)

SULLA PELLE DEL POPOLO KURDO

giovedì, Giugno 30th, 2022

Così alla fine, Svezia e Finlandia entreranno nella NATO grazie alla pelle del popolo kurdo venduta ad Erdogan in cambio del suo benestare all’ennesimo allargamento del patto atlantico.

E’ certo che la guerra in Ucraina ha dischiuso alla Turchia diverse opportunità; un occhiolino all’America, un po’ di droni all’Ucraina, nessuna sanzione alla Russia…

il grande mediatore fra Putin e Zelenski può incassare ciò che gli sta più a cuore: la cancellazione del popolo kurdo dalla faccia della terra.

Si inizia con 33 persone direttamente sacrificabili che verranno mandati alle prigioni ed alle torture turche; si continuerà con forniture di armi ad Ankara, una più severa legge antiterrorismo e zero appoggio alle Ypg curde: le dimenticate eroine ed eroi di ieri che avevano salvato il mondo dall’Isis. (altro…)

FETUS FIGHTERS – i/le fetusi/e

lunedì, Giugno 27th, 2022

Ab orto, si, diciamolo pure in latino, perché proprio dall’alba dei tempi la nostra specie nasce da corpo di donna; e dall’alba dei tempi l’uomo ha cercato di capire, e poi controllare, soprattutto controllare il “potere” generativo di questi corpi sfuggenti.

Il controllo poi, per potersi esercitare liberamente, ha elaborato l’idea di un corpo femminile vuoto, da riempire, un corpo contenitore, un vaso, insomma.

Questo è sembrato appropriato per il sistema messo a punto nei secoli dei secoli, sistema che funziona tutt’ora e che chiamiamo patriarcato.

Dai tempi di Marcocaco disseminati di olle e anfore a forma e metafora di uteri femminili, ai tempi postmoderni di tutt* noi; dall’età della pietra all’età della plastica, quel sistema vorrebbe che ciò che avviene nel corpo della donna fosse controllato dall’uomo o da interposto corpus di leggi da questi creato.

Ed eccoci all’aborto e all’America di questi giorni dove la corte suprema ha depennato il diritto a praticarlo a livello federale (sancito con una sentenza del 1973), lasciando che ogni stato agisca autonomamente nel merito. Se è già illegale abortire in otto stati, presto lo sarà probabilmente in altri dodici… il proibizionismo avanza sul tappeto di velluto steso da Trump con la nomina dell’ultima giudice della corte suprema: donna e giovane: un buon investimento per gli anni a venire visto che la carica è a vita. (altro…)

HWV Human War Virus – il virus umano della guerra

mercoledì, Giugno 22nd, 2022

Ci sono domande alle quali forse non si riuscirà a rispondere; tipo se la guerra sia annidata dentro la specie umana, come un virus che ti prende e non ti abbandona più…

Una innata propensione del “Tutti contro tutti”; o una malattia comparsa con l’avvento dell’agricoltura e la formazione della proprietà privata; che segnano uno spartiacque temporale dal quale non si è più riusciti a tornare indietro…

Sia come sia, di questa morbosità antica, pandemica, ricorrente, universale non ci si riesce a liberare, al punto che, nella maggior parte dei dizionari la “pace” viene definita in negativo come “non guerra”.

Intorno agli anni ’50 il prete in processione per i campi cantilenava “A peste, fame et bello, libera nos domine”; liberaci signore dalla peste, dalla fame e dalla guerra. Da allora il nostro mondo è radicalmente cambiato, ma il tris da paura persiste; la peste si chiama covid ed è favorita dalla distruzione degli ecosistemi, la fame ci viene e verrà dal cambiamento climatico e la guerra è sempre quella se pur tecnologicamente implementata dal crescente armamentario che va dalla clava, ai droni, alla bomba termobarica, per tacere di quella nucleare.

Trasformazioni in negativo quindi, guidate da quei principi di predazione e dominio economicamente organizzati nel sistema capitalista con prefisso neo-necro-turbo, quello che si vuole; architrave degli stati che si avvalgono della forza armata e dell’esercito per controllare i conflitti interni che questo genera e quelli esterni inevitabili. Guerra. (altro…)

Alpin jò mame… La penna sul cappello, l’inchiostro nel cervello

mercoledì, Maggio 11th, 2022

I fatti sono questi: a tutt’oggi 11 maggio, almeno 200 denunce di donne molestate in vario modo alla 93esima adunata degli alpini del 5-8 maggio a Rimini.

Non una di meno Rimini sta raccogliendo le testimonianze e rilancia con una contro adunata.

L’ANA dice che alle forze dell’ordine non è stata presentata alcuna denuncia, come dire che perciò il fatto non sussiste. Stop.

Oppure, se proprio proprio, c’è sempre la teoria dell’infiltrato: quelli che , approfittando del mega assembramento si sono mescolati con un cappello d’alpino posticcio per allungare mani, lingue e quant’altro in libertà…

Che la fallocrazia come governo dei sogni appartenga a tutte le classi professionali e sociali come scrive Giulio Cavalli su Left, è pur vero, ma è ancora più vero che: metti insieme un mega assembramento di divise, ornamenti e simboli di corpo, e avrai stimoli di rinforzo e garanzia di protezione per l’azione molesta. E’ la logica del branco, una logica che ha sempre trovato casa nella realtà militarista. (altro…)

Psicopatologia del patriarca

venerdì, Marzo 18th, 2022

Disse il patriarca della chiesa ortodossa Kirill, fedelissimo di Putin, che la guerra in corso è una guerra metafisica.

Nel suo sermone l’operazione militare in Ucraina è una guerra del bene contro il male, male rappresentato dall’occidente ormai preda della corruzione incarnata nei gay pride a sottintendere tutto ciò che, come questo, è opera del demonio, un segnale dell’apocalisse.

Il diavolo ha riso di noi” disse, sempre lui, dieci anni fa alla performance ‘indemoniata’ delle Pussy Riot nella chiesa di Cristo salvatore.

Era il 2012 e il gruppo punk femminista tentò di intonare una preghiera punk contro la rielezione di Putin e contro il patriarca Kirill che credeva più in Putin che in Dio.

Dieci anni dopo eccoli qua, l’uno a benedire e a dare spessore morale alla guerra dell’altro. (altro…)

Arrivederci alla prossima

lunedì, Maggio 24th, 2021

Israele- Gaza: regge la tregua, dopo 11 giorni, dalla notte di giovedì 20 maggio.

L’“Operazione guardiano delle mura” è si è fermata dopo 230 morti palestinesi e 12 israeliani; 20 per ogni uno, più o meno.

Stop per il momento; fino alla prossima.

Israele ama dare titoli alle sue operazioni guerresche; una volta avevano nomi tipo “Arcobaleno” (2004), “Prime piogge” (2005) o “Piogge estive” (2006) oppure “Nuvole d’autunno” (2006) oppure ancora “Inverno caldo” (2008)… nomi da foto paesaggistiche con orizzonti di distruzione e morti invece che montagne e tramonti; cinismo e crudeltà allucinanti.

Poi c’è stata la più punitiva tipo “Piombo fuso” (2008-2009) e successivamente, è iniziata le sequenza di quelle con titolo difensivo tipo “Pilastro di difesa” (2012), o “Margine protettivo” (2014)… fino al “Guardiano delle mura” di questi giorni.

I nomi sono una sintesi, un significato, conferiscono un senso alla cosa. (altro…)

Anno 35 D.C. – mettere al mondo mostri

venerdì, Aprile 30th, 2021

Un recente studio pubblicato su Science ci informa che nei figli e nelle figlie dei sopravvissuti all’incidente nucleare di Chernobyl 35 anni fa, non si riscontrano mutazioni nuove, geneticamente trasmissibili, attribuibili alla quantità di radiazioni dalle quali furono colpiti i genitori che a quel tempo abitavano nel raggio di 70 km dalla centrale.

Lo studio ha riguardato figli e figlie nati/e qualche mese dopo o molto tempo dopo quel 26 aprile 1986.

Altri furono invece i dati raccolti dall’OMS nel periodo dal ‘91 al ‘97; lì si riscontrava che i bambini con neoplasie aumentarono del 46%, con anomalie congenite del 37%, con malattie del sangue del 97%. Altri dati ancora, riportati l’anno scorso su bambini/e nati/e dal 2007 a oggi registravano 1.442 nuovi casi di tumore, di cui 313 di leucemia, 136 del sistema nervoso, 71 di linfoma di Hodgkin, 71 di linfoma di Wilms, 24 di linfoma di Burkitt, 23 di Retinoblastoma.

L’abstract dello studio pubblicato su Science suggerisce, a conclusione, che mancano prove per un effetto sostanziale delle radiazioni sui DNM (mutazioni de novo) germinali nell’uomo, suggerendo un impatto minimo, trasmissibile geneticamente, sulla salute delle generazioni successive.

Che dire? I/le figli* si ammalano, talvolta muoiono, ma con le cellule germinali intatte.  (altro…)

Comica finale

martedì, Aprile 20th, 2021

Oggi giornata di puntualizzazioni morali e precisazioni giudiziarie.

Si inizia di prima mattina con lo spottazzo di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, denunciato per stupro.

Il comico è da un pezzo che non fa ridere; da un pezzo che fa pena (la politica consuma) e da ieri fa pure evacuare, tanto per non usare il suo slang.

Poi si continua con la notizia dell’archiviazione per gli otto ragazzi di Udine e S.Daniele che esibivano magliette con scritto “cento stupri”, se ne vantavano sui social e lo usavano come biglietto da visita per prenotazione al ristorante.

Padri e figli, supposti stupri e supposte patriarcali.

In sintesi sempre quelle: per Grillo i pulzelli sono “ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così… perchè sono quattro coglioni…” che un padre può dirlo al figlio dandogli una pataffa dietro la nuca, ecco, “non è vero niente che c’è stato uno stupro…” e in sottofondo sibila l’arietta del consenso della donna che, malevola, ha denunciato.

Poi ci sono gli otto per i quali, per carità, il processo alle magliette non può essere un processo alle intenzioni, non c’è stata nessuna azione in tal senso, anzi … “alla luce del contesto complessivo, … delle reazioni registrate e del generale clima goliardico in cui si calano… ecc. ecc.”

Ecco, “goliardia” è la parola della giornata; per goliardia si possono indicare le donne come oggetti da stuprare, per goliardia le donne possono continuare ad essere configurate, percepite, psicologicamente sentite e socialmente indicate come oggetti che si possono usare ed abusare.

Sono certo più di mille anni che i ragazzi si divertono così.

Segnali dal futuro?

Nisba

Variante ecofemminista

lunedì, Marzo 8th, 2021

Se non fosse una tragedia, questo sarebbe il momento buono per seguire in tempo reale l’evoluzione delle specie.

Con Sars-cov2 è così; la replicazione veloce, quantitativa e globale, la pressione selettiva, generano mutazioni e varianti; molte insignificanti, alcune viralmente vantaggiose.

Iniziò la variante 20A.EU1 identificata in Spagna e poi diventata prevalente in Europa; poi la variante inglese, la variante sudafricana, la variante brasiliana; mutazioni della proteina spike attraverso la quale il virus si lega alle cellule e che lo rendono più infettivo, più capace di penetrazione, delle volte più difficile da bloccare per gli anticorpi.

D’altra parte, ogni persona infetta è un’occasione per il virus di reinventarsi, migliorare fitness, aumentare il proprio successo.

Così per i virus e per tanta parte della natura; le specie si evolvono così; Darwin lo aveva intuito, osservato e descritto. Il 12 febbraio, Darwin Day, una delle tante iniziative celebrative aveva il titolo: “la bellezza maledetta dei virus”. Appunto.

Circa un anno fa pandemia ha fatto rima con infodemia; valanghe di informazioni caotiche sul virus, il suo funzionamento, la sua origine, la sua persistenza, il suo evitamento, il nostro comportamento… (ne abbiamo parlato qui); ora lo stesso con la questione vaccini; infodemia vaccinale; vaccinemia, potremmo dire; che sembra pure una malattia del sangue… Comunque è caos.

Effettivamente non sappiamo di che cosa dovremmo preoccuparci di più: se per il vaccino che non ce n’è abbastanza, che quindi non si riesce a vaccinare tutt*; che non si riesce a fare i richiami o che i richiami si fanno troppo tardi; che di due se ne può fare uno, ma che poi il vaccino non dà immunità a lunga scadenza e nemmeno serve contro le varianti, anzi, il vaccino non serve proprio, poi ti fa ammalare, poi in realtà è un grande esperimento biopolitico su scala di massa, infine siamo tutti cavie; diventeremo tutti ogm e il vaccino è un veicolo di controllo per il nuovo ordine mondiale. (altro…)

PARLA CON LUI

venerdì, Gennaio 8th, 2021

Ragionando intorno alla pandemia in relazione con il virus. – E con chi sennò?

E’ stato chiamato Sars-cov2 per dire che non è il primo della sua specie ma, pur essendo il secondo è comunque    nuovo per noi.
Esiste una versione abbastanza condivisa di come si sia presentato sulla scena umana; in ogni caso, che ci si creda o no, il fatto è che c’è    e che procura quella malattia chiamata Covid e che in molti casi provoca, direttamente o indirettamente (per la reazione del sistema immunitario) la morte delle persone.
Dunque abbiamo    a che fare con lui, la cui mission, come del resto di tutti i virus, è quella di moltiplicarsi dentro il corpo di qualcun altro. Adesso, dopo il presunto pangolino, gli ospiti siamo noi.
Noi, che dai tempi di Marco Caco (Neanderthal?) siamo una specie aggressiva e belligerante, gli abbiamo schierato contro tutto il nostro migliore arsenale linguistico militaresco parlando di nemico invisibile (alla stregua degli stealth), armi specifiche, difese mirate, guerra globale ecc.
In contemporanea con un florilegio di briefing massmediatici che tanto hanno titillato la vanità di esperti/e chiamati/e a dissertare nella società dello spettacolo, delle news e delle fake-news, della post verità nell’ecosistema della disinformazione.
Alla fine si capiva poco e niente e anche le poche analisi epidemiologiche serie si perdevano in un mare di numeri spesso sparati a caso dentro un  magma contraddittorio.
Certo, non era facile, anche per modo di viaggiare del SarsCov2: con le nostre emissioni respiratorie.
Ritorna in mente il suo compare retrovirale HIV che debuttò all’epoca in cui i virus erano più comprensibili in termini tecnologici (quelli che infettavano i computer) che biologici; in ogni caso, quello viaggiava per via fluido-sessuale perciò, nonostante la difficoltà ad accettare l’irruzione del dictat biologico nella vita sociale e intima, le cose erano chiare: per evitarlo occorreva (occorre), oltre ai controlli trasfusionali, soprattutto il profilattico.
Ma come si fa ad evitare o contenere il respiro, la parola, il grido, il canto?…
La mascherina è diventato il nostro condom, il lockdown la nostra astinenza.

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L’alba del giorno dopo. 26 novembre

giovedì, Novembre 26th, 2020

Ieri 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, avevamo scritto che “…quest’anno una donna ogni tre giorni è stata uccisa da marito, convivente o conoscente; 91 a tutt’oggi, 95 l’anno scorso, ma siamo in tempo a recuperare (sic!) …”

Oggi 26 novembre ne contiamo 3 in più; siamo a 94.

Orribile contabilità che porta i nomi di Aycha ammazzata a coltellate dal marito mentre dormiva, di Loredana trovata cadavere fra gli scogli a Stalettì – indagato il marito, di

Aurelia ammazzata dal marito che si consegna ai carabinieri con le mani ancora lorde di sangue.

Veneto, Calabria, e oggi Friuli. Su e giù per lo stivale, la violenza contro le donne trascende lo spazio ed il tempo; è quasi ovunque ed è antica. Dentro le culture di tanti popoli e perciò dentro il cervello di tante persone.

Come un virus trova sempre degli ospiti nei quali riprodursi. (altro…)

InFELTRIti del 25 novembre

mercoledì, Novembre 25th, 2020

Eh si, anche la provocazione stufa e anche il gioco delle parti che ne consegue.

Il solito Feltri naturalmente se la gioca alla vigilia della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Si butta a pesce sul caso Genovese, l’imprenditore accusato di sequestro e stupro durante un party nella sua casa al centro di Milano; per capirci: quello che ha detto che si coca da anni e perciò: ”perdonalo perché non sa quello che fa”…

Ecco; sull’incapace di intendere e di volere ma capace di agire (leggi stuprare), l’editorialista sbrodola la sua opinione che, guarda un po’, è su di lui, ma attraverso lei cioè la ragazza che ha denunciato la violenza.

In primis, “…è stata ingenua” perché “i cocainomani vanno evitati”; un analogo del “non uscire da sola di notte”, “non vestirti provocante”, non fare questo, non fare quello ecc. La sequenza dei divieti.

In secundis segue tutto il catalogo delle attenuanti per lui ed aggravanti per lei, perché è lei a non aver rispettato i ‘divieti’ e perciò “se l’è cercata” e via di seguito… risparmiamo il vomitevole dettaglio che peraltro conosciamo bene in tutte le sue formulazioni… infine c’è la tirata d’orecchi ai genitori (che non hanno tenuto a casa una diciottenne! Hiii hiii).

Ce maraveis! Feltri vive sul Pianeta Patriarcato, che altro? (altro…)

I fondamentali

giovedì, Novembre 19th, 2020

Non recentissimo ma interessante dialogo intorno alla pandemia fra Sara Campanella ed Elena Gagliasso. Ripresa da qui.

Buona e proficua lettura.

Di prospezioni sul futuro se ne parla molto. E a buon diritto: siamo entrati in una nuova fase per Covid-19. Gli scenari filosofici messi in campo da tutto questo, invece, lavorano in sordina, con tempi diversi.

Implicazioni tra ecologia, microbiologia, medicina, impatto antropico, teoria evoluzionistica, esigenze di governances locali e planetarie, sono un banco di prova per la ricerca, per la politica e la psiche umana.

Abbiamo provato a ragionarci su con Elena Gagliasso epistemologa, docente di Filosofia e scienze del vivente della Sapienza Università di Roma.

Lavorando sulla metodologia e sulla storia dell’evoluzionismo, dell’ecologia, sul ruolo delle metafore scientifiche e dei loro contesti socioculturali, Gagliasso da tempo indaga il modo in cui tali ricerche reagiscono su certi criteri demarcativi della filosofia della scienza, come ad esempio la separazione tra le regole del metodo e i valori, tra l’universalità degli invarianti e le unicità individuali.

Alla luce di ciò che sta accadendo – o meglio ri-accadendo – tra umani e virus, è tempo di rimettere a tema, e con urgenza, il discorso scientifico standard e i suoi ampliamenti? Come muoversi (e con efficacia) su tanti piani di incertezze, di bassa prevedibilità, sul collegamento tra scienza e società e come affrontare a livello soggettivo l’‘impensato’ di tutto ciò?  (altro…)

Seppellire e punire

venerdì, Ottobre 2nd, 2020

Abbiamo letto della denuncia di una donna che dopo un aborto terapeutico ha scoperto al cimitero Flaminio di Roma il suo nome e cognome su una croce piantata nel punto dove il feto era stato sepolto.

Ci è venuta in mente la colonna della berlina. In Friuli ne è rimasta qualcuna in vari paesi; una a Moggio Udinese con data 1653 e l’incisione “supplicio dei malfattori”. E’ collocata tra l’abbazia e quelle che erano le carceri; a significare da chi era esercitato il potere. La gente che vi passava davanti, insultava, derideva e sputacchiava il reo incatenato alla colonna e poteva andare alle funzioni religiose con la coscienza a posto.

Già… che ci dice il nome della donna scritto a sua insaputa sulla croce posta a segnalare la sepoltura del feto abortito?

Una sepoltura non richiesta, una croce non voluta, un nome rubato, una condanna inflitta. (altro…)

Fame di giustizia, grido di libertà

martedì, Settembre 1st, 2020

Ebru Timtik è morta dopo 238 giorni di sciopero della fame.

 Lei, avvocata che combatteva per i diritti umani, che difendeva le donne curde dai soprusi del potere turco e difendeva i condannati delle proteste di Gizi Park era stata condannata a più di tredici anni per terrorismo. Questo è il modo in cui il potere si libera dei suoi oppositori; li condanna con processi sommari, senza prove provate, negando la possibilità di una difesa che non sia di facciata. Lei chiedeva un processo equo, ma nella Turchia di Erdogan ci si accanisce anche sugli avvocati perchè così si colpiscono due persone, il legale e l’assistito. Lo spiega bene Chiara Cruciati sul Manifesto del 29 agosto: “… Sono atti di terrorismo giudiziario: si limita il diritto alla difesa degli oppositori se i legali hanno paura di difenderli…. come se ci fosse concorso di reato… definendo il legale non neutro ma ‘organico’ al reato…”. (altro…)